VENEZIA – LA SALMA DI VALERIA SOLESIN È TORNATA IN ITALIA.
FONTE BLITZ
 Il penultimo passo della vita troppo breve della studentessa della Sorbona è stato compiuto con il rientro del feretro a Venezia, a bordo di un’aereo di Stato sul quale hanno volato anche i genitori della ragazza, Alberto e Luciana, il fidanzato Andrea Ravagnani e la sorella di questi, Chiara, scampati miracolosamente al massacro degli jihadisti al Bataclan di Parigi.
Ora si attende il funerale che sarà celebrato martedì mattina, in Piazza San Marco, una cerimonia di Stato ma laica, all’aperto a cui sembra che parteciperà anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Prima del funerale, però, c’era da compiere l’ultimo adempimento burocratico: la ricognizione esterna sul corpo, legata alle inchieste aperte sui fatti di Parigi dalla Procura di Roma e da quella di Venezia.
E le prime indicazioni dell’esame direbbero che la studentessa veneziana è stata raggiunta da un colpo durante le sparatorie al teatro Bataclan. L’esame sulla salma durato tre ore, ha accertato che la ragazza sarebbe morta pochi minuti dopo essere stata colpita, probabilmente dissanguata. Il proiettile è entrato dal lato sinistro del volto ed è uscito dalla schiena senza trapassare organi vitali. l colpo è arrivato dall’alto, forse perché il terrorista che ha sparato era nel ballatoio, mentre la giovane vittima era in platea. Esclusa perché incompatibile con la ferita, l’ipotesi di un colpo di grazia mentre Valeria era a terra.
Valeria è stata colpita da una delle prime raffiche sparate dai terroristi al Bataclan, mentre era assieme al fidanzato ed è morta tra le braccia del ragazzo che la proteggeva. Andrea, la sorella Chiara ed il fidanzato di lei, Stefano Peretti – riferiscono i quotidiani locali – non si erano in realtà mai separati da Valeria: Andrea ha tenuto stretto a sé il corpo della fidanzata.
La separazione con la giovane c’è stata quando nel teatro, due ore l’irruzione jihadista, sono intervenute le teste di cuoio francesi ed i primi soccorsi. I tre giovani sono stati sentiti per la prima volta in Italia, dai Carabinieri di Venezia su delega del procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito.