Venerdì 4 luglio 2014
13ª Settimana del Tempo Ordinario
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+ Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia Io voglio e non sacrifici.
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+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e Lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia Io voglio e non sacrificiâ€. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore
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Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’affermazione “Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”, può trarre in inganno se non ci si sente peccatori, infatti non è la Messa o le preghiere quotidiane a darci la condizione della confermazione in Grazia, cioè uno stato spirituale impeccabile.
Chi sono i giusti secondo il Signore? Quanti Lo seguono nel cammino di Fede, è vero, ma non basta. Per esempio i farisei, fedeli osservatori della Legge, non univano ai sacrifici degli animali nel Tempio il profumo soave della carità verso il prossimo e dell’amore a Dio.
Non possiamo accontentarci della Messa festiva e delle preghiere giornaliere, Gesù si è donato infinitamente ad ognuno di noi!
Diventare giusti è un percorso di lotte spirituali innanzitutto contro il proprio orgoglio, poi contro satana e la corruzione del mondo. Una lotta che arreca amarezze perché si cade spesso ma non deve apportare abbattimenti per non rimanere schiacciati dallo spirito dei diavoli che infondono tristezza, dubbi, sconforto. La Confessione è la medicina.
La debolezza spirituale porta spesso alla erronea convinzione di essere giusti, di agire nella verità , di fare tutto bene.
La mancata conoscenza personale gioca brutti scherzi, ed è questa mancanza interiore a fare esplodere comportamenti sopra le righe e azioni sbagliate. Probabilmente anche nell’errore la persona si convince di avere fatto la cosa migliore.
Non è una situazione edificante questa, non è mai stato intelligente vivere intenzionalmente nell’inganno. La causa è la debolezza interiore, la persona che sbaglia non comprende i suoi errori e persevera nelle convinzioni sbagliate. Però i suoi peccati necessitano dell’assoluzione sacramentale.
Raggiungere la definizione di giusti davanti a Dio è una condizione impagabile, non c’è ricchezza più grande, non c’è nulla paragonabile alla buona considerazione che Dio ha verso una persona. Gli uomini potenti e le persone che si conoscono non sono giusti se non osservano la Parola di Dio, non dovete rallegrarvi se un familiare o un amico vi considera giusti anche se questa stima va bene, ma bisogna ricercare il buon giudizio di Dio.