2ª Settimana di Pasqua
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+ Non è costui il Figlio del falegname?
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+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il Figlio del falegname? E sua Madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un Profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità , non fece molti prodigi. Parola del Signore
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Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Oggi inizia il mese mariano dedicato alla Madonna, un mese scelto non a caso, considerato che maggio rimanda ai bellissimi fiori che si aprono e dei colori che tinteggiano i prati. Maggio fa pensare subito alla primavera, al clima piacevole e temperato, dolce e mite, quasi a indicarci che la Regina dell’Universo in questo mese concede moltissime Grazie, come i tanti fiori bellissimi che spuntano dal verde della natura.
Maggio per i cattolici viene commemorato come il mese della devozione mariana, non solo perché dedicato alla Madonna, anche per la risposta dei credenti che La ringraziano per la protezione e gli aiuti che si ricevono durante tutto l’anno.
È il mese dei fioretti e delle rinunce fatti con particolare partecipazione, un modo per onorare la Madre che veglia sull’umanità .
I Santi e i grandi Predicatori nei secoli passati hanno insegnato per 31 giorni di seguito ai parrocchiani e nelle piazze, le grandezze della Madre di Dio. Altri tempi… Oggi sono pochissime le parrocchie che dedicano il mese alla Madonna e istruiscono sulla vita e le virtù di Lei in questo mese.
Maggio ci ricorda anche una famosa ode di Manzoni, “Il cinque maggio” è stata scritta da Alessandro Manzoni nel 1821, in occasione della morte di Napoleone Bonaparte in esilio sull’isola di Sant’Elena. A detta dello storico Natalino Sapegno è forse la lirica di più vasto respiro che il Manzoni abbia scritto.
La cito non per qualche riferimento alla Madonna, ma a Dio, alla sua misericordia e per spiegare le intenzioni spirituali del poeta. La scrisse di getto in tre giorni dopo aver appreso le circostanze della morte di Napoleone, Manzoni mette in risalto le battaglie e le imprese dell’ex imperatore nonché la fragilità umana e la misericordia di Dio.
Manzoni rimase colpito dal fatto che Napoleone prima di morire aveva ricevuto i Sacramenti cristiani, la notizia si divulgò solo dopo qualche mese, quindi, il suo intento non aveva interessi personali. L’opera è stata scritta dopo la morte di Napoleone e non ne poteva ricavare alcun vantaggio, il poeta mostra nell’ode di non voler esaltare né denigrare il famoso personaggio storico.
Ha rimandato il giudizio ai posteri con la frase che diverrà celebre e rimarrà nell’uso comune della lingua italiana: “Fu vera Gloria? Ai posteri l’ardua sentenza” (versetti 31-32).
Manzoni in questa opera non vede Napoleone come il “grande stratega” e il “genio della guerra”, ma viceversa interpreta la situazione sotto l’aspetto spirituale, immaginando i patimenti dell’esilio su un’isola sperduta e il conforto della Fede.
Ritornando al mese di maggio mariano, i veri devoti della Madonna oltre a meditare di più sulla vita e le sue virtù, si impegnano con premura e operosità nei famosi fioretti, nell’offrire ogni giorno alla Madre alcuni fiori profumati e spirituali che indicano le rinunce, le penitenze, le virtù praticate. Di pari passo deve aumentare la lotta ai vizi.
Ma l’impegno principale rimane la recita del Santo Rosario: in questo mese possiamo aggiungere più Corone ogni giorno, recitarne diverse per amore della Vergine Maria e per ricevere Grazie e maggiore protezione.