+ VANGELO (Mt 13,47-53)

Giovedì 3 agosto 2017

XVII Settimana del Tempo Ordinario

 

 

+ VANGELO (Mt 13,47-53)

Raccolgono i buoni nei canestri e buttano via i cattivi.

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il Regno dei Cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli Angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed Egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del Regno dei Cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Verrà tempo in cui Gesù ordinerà di separare i cattivi dai buoni e la verità tutta intera sarà riconosciuta da tutti. Non è una consolazione ricordare questo, intanto sono molti quelli che trovano conforto e pazienza quando riflettono sulla condanna dei cattivi.

Ognuna di queste persone ha sicuramente impresse nell’anima ferite più o meno profonde ma non è con il rancore che si guarisce.

I cattivi esistono da quando Caino fece il caino… e uccise suo fratello Abele. Il motivo è sempre attuale, oggi come mai in passato e si tratta dell’invidia. Erano tutti e due figli di Adamo ed Eva. L’offerta fatta da Caino non fu gradita a Dio per la mancanza di un amore sincero, erano ortaggi che offriva con indifferenza, senza provare alcuna partecipazione.

“Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto” (Es 4,3-5).

Ci troviamo dinanzi Caino calcolatore e sicuro del suo agire, troppo presuntuoso per l’offerta dei frutti del suolo, convinto della sua iniziativa e non volle umiliarsi dinanzi a Dio, non volle chiedere per conoscere la sua Volontà.

Abele invece offrì ciò che di meglio possedeva e sicuramente la sua offerta era più sostanziosa, si trattava di un doppio sacrificio: la privazione degli animali migliori che possedeva e la corrispondenza al desiderio di Dio.

Abele era buono e lo esternava con una generosità di molto superiore a Caino, dai doni offerti a Dio si comprende la bontà in uno e il calcolo dell’altro. È vero che ci sono i filantropi oggi che aiutano popoli e iniziative a favore dei poveri e degli ammalati, però ostentano quello che donano, sono generosi ma la loro finalità è di apparire sulle copertine dei giornali e far parlare di sé.

Non conta quello che donano ma con quale spirito.

Sono migliori di altri ricchi che rifiutano ogni aiuto ai bisognosi? Questo lo sa Dio, solo Lui conosce perfettamente i cuori di tutti, però l’esempio di Abele spiega che la bontà non solo si manifesta con il dono, anche il cuore deve essere buono.

Gesù ha insegnato in che modo si deve agire: “Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3).

La vicenda di Caino e Abele si rimanda inesorabilmente fino ai nostri giorni con una vendetta meno violenta ma efficace per la dignità della persona che subisce molle cattiverie. La perdita di Dio e il distacco dai valori morali, conduce molti ad agire senza una serena riflessione, e guidati dall’istinto si smarriscono nell’ira agitata.

Quando Caino uccise Abele, Dio ne chiese conto. «Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?”» (Es 4,9).

Dio chiede conto ad ognuno del fratello o della sorella smarrita, e qui si intende anche gli amici e i conoscenti, oltre che i propri familiari: sono coloro che si perdono per gli scandali che vedono o che vengono a conoscere.

Dio chiede conto di quelli che uccidono con le diffamazioni la buona reputazione altrui, e se qualcuno è caduto in questo peccato deve riparare, con la Confessione e con la manifestazione della verità a chi aveva sentito parole sbagliate, frutto della rabbia o dell’invidia.

Si può peccare e ci si rialza, comunque bisogna vigilare sui pensieri che mettono inquietudine perché non vengono mai da Gesù.

 

“Grazie, Padre Giulio. Le sue considerazioni sono scientifiche e obiettive. Lasciano che l’intelletto dell’interlocutore progredisca da sé verso la chiarezza, analizzando ruolo e metodo della gerarchia per una percezione reale della funzione della Chiesa oggi. Vorrei sapere se sia possibile essere ospitati nel vostro convento, durante il prossimo inverno, per qualche giorno, contribuendo naturalmente alle spese ed ai lavori quotidiani della comunità. Grazie. Serra Orlando”.

 

“Solo grazie  non basta e che Dio la benedica. Chissà  se Dio vorrà, vorremmo tanto incontrarla io e mio marito. Non so come lei Padre Giulio è  entrato nella mia vita, ma so soltanto che tramite questa email di ogni giorno, mi sembra ormai di conoscerla come uno che fa parte della famiglia. Purtroppo al momento abbiamo troppe difficoltà nel nostro lavoro, saremmo venuti tante volte. La salutiamo con una  immensa gratitudine per l’apostolato che ci dà. Maria Moschetto”.

 

“Caro Padre Giulio, mi chiamo Emanuele ho settantanove anni e La seguo con piacere da tanti anni. Sono nato in Abruzzo ma da sessanta anni vivo a Milano dove ormai sono nonno di tre nipotini. Le scrivo per dirLe che avrei tanto piacere pregare con voi. Le chiedo: perché non ci serviamo di Skype in modo che ci vediamo e ci sentiamo. Io seguo questo metodo per il Santo Rosario delle 17,30 di Padre Pio e delle 18,00 della Santa Vergine di Lourdes. Con questo metodo mi sento e mi vedo con loro. Mi perdoni se mi sono permesso di dirLe cose che avrà sicuramente preso in considerazione ma il nome Giulio è per me un nome familiare. (nonno paterno, fratellino defunto, figlio, cugino). Le voglio bene e dopo la lettura del Vangelo recito con piacere l’Ave Maria per Lei. Vorrei che anche Lei recitasse una Ave Maria per me che dal punto di vista della salute lascio molto a desiderare. Vorrei quando sarò richiamato, avere le carte in regola per godere la pace eterna. Ora la lascio e Le invio un forte abbraccio ed un forte bacio: Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato. Amen. Emanuele”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *