+ VANGELO (Mt 11,28-30)
II Settimana di Avvento
+ VANGELO (Mt 11,28-30)
Venite a Me, voi tutti che siete stanchi.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a Me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e Io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da Me, che sono mite e umile di Cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Sono alcuni versetti che definisco come il cammino della mansuetudine.
In queste parole di Gesù troviamo il modello che dobbiamo imitare per arrivare al controllo dei pensieri e dei sentimenti. La conoscenza delle proprie emozioni consiste nella capacità di riconoscere i propri sentimenti e le proprie emozioni nel momento in cui si presentano.
Gesù è l’unico Maestro in grado di donarci questa conoscenza che si acquisisce restando vicini a Lui. «Venite a Me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e Io vi darò ristoro». In quasi tutti i cristiani c’è una certa forma di stanchezza. A cosa è dovuta?
Chi segue Gesù non avverte più la stanchezza di una vita che diventa sempre più impegnativa, a tratti difficile, soprattutto quando si sceglie di affrontarla da soli. Con la sua non comune mansuetudine, Gesù ci indica come trovare la vera dimensione personale in un contesto sociale che degenera sempre più.
La Sacra Scrittura ci dice che «buono e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore» (Sal 103,8).
Questo Gesù così buono e comprensivo dona a tutti la possibilità di conoscerLo e di seguirLo in un percorso gioioso di rinnegamento.
Ogni cristiano soffre in qualche modo per motivi diversi ma tutti hanno necessità di riprendersi, di sollevarsi da situazioni che spesso opprimono o arrecano sofferenza. In tutti c’è, più o meno, affanno e trepidazione a causa del lavoro, degli impegni, della famiglia e di tante opere da compiere nella giornata.
Si corre quasi sempre senza avere riflettuto sul vero traguardo da raggiungere: è forse la realizzazione umana a costo di perdere la Grazia di Dio e l’amore dei familiari? Gesù ci indica il vero obiettivo che deve perseguire la persona matura e forte, perché la mansuetudine si fonda su una grande forza d’animo.
La gloria di Dio è la bussola che ci deve guidare e la salvezza eterna il fine della nostra vita! Vive in perenne pericolo chi le ha smarrite!
Anche il cristiano è carico di preoccupazioni che riguardano la sua vita e spesso anche quella del coniuge e dei figli, di altre persone. Ogni cristiano affronta la vita con la sua spiritualità che è sempre diversa da quella degli altri, e spesso anche da quella di Gesù.
Dobbiamo capire qual è la spiritualità corretta per seguire Gesù come chiede Lui. Non siamo noi a stabilire la vera spiritualità, semmai possiamo seguire quella che ci costruiamo, ma corrisponde a quella che ci ha insegnato il Signore nel Vangelo?
Molte voci nel cattolicesimo sono stonate a causa della lontananza da Gesù e non riescono a sentire i suggerimenti del Maestro, non si raggiunge l’armonia di un eccellente coro. Nella Chiesa dovrebbe cantare un solo coro, anche se con molte voci naturalmente.
Il Miserere è un’opera a cappella di Gregorio Allegri del 1630 basata sul Salmo 50. Una composizione a nove voci per due cori, uno di cinque voci e uno di quattro, ed è generalmente riconosciuto come uno dei migliori esempi di polifoniarinascimentale.
Ogni voce deve svolgere un proprio disegno melodico ma l’unione di tutte le voci devono concorrere a creare quell’armonia voluta dal compositore. Una voce stonata non solo rovina la composizione, crea anche una disarmonia fastidiosa e inaccettabile. Rovina tutta l’opera.
L’umanità oggi ha persa l’accordatura dell’intonazione, non c’è più equilibrio né verità, non ha armonia con se stessa e con Dio.
La lontananza da Gesù crea nel cristiano una sproporzione tra quello che pensa da quello che è realmente. Senza lo Spirito Santo si crede sempre il contrario della verità e tante cose si accettano per convenienza anche contro la morale e l’onestà.
Non ha la Luce di Dio per «vedere» la sua parte interiore e non riesce a capire dove sta la verità. Questo è il mondo di oggi senza Dio, dove l’egoismo e l’orgoglio dominano non solamente i deboli, soprattutto quelli che si considerano forti e influenti.
È Gesù il Maestro che ci insegna a vivere bene la parte che ci spetta nella nostra vita e a non perderci nel mondo disarmonico e ingannevole. Restare insieme a Gesù significa essere miti e agire con coraggio, saper sopportare con amore e con il perdono, cattiverie e falsità.
Gesù oggi ci dice che solo restando insieme a Lui si superano sofferenze e ingiustizie. Gesù rimane sempre accanto a quanti Lo cercano.
«Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Il giogo è un dispositivo, utilizzato fin dall’antichità per la trazione animale.
Gesù non ci carica di pesi né vuol farci trasportare pesi eccessivi, spesso siamo noi a costruirci pesi insopportabili fino a scoppiare.
Al contrario Gesù vuole alleggerire i nostri pesi, è sempre disponibile ad aiutarci per sopportare i pesi che consideriamo pesanti e solo con Lui tutto diventa leggero, piacevole e semplice. Chi non prega bene non possiede lo Spirito Santo e non sempre le sue opere corrispondono alla Volontà di Dio.
«Venite a Me». Noi dove ci troviamo e quale direzione abbiamo preso?
1 Ave Maria per Padre Giulio
«O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti, perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino da ogni male e da ogni persecuzione Padre Giulio e li respingano nell’abisso. Amen».
3 Ave Maria…