+ VANGELO (Mc 6,7-13)
Domenica 12 luglio 2015
XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
+ VANGELO (Mc 6,7-13)
Prese a mandarli.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La diffusione del Vangelo è stato possibile per mezzo degli uomini che hanno creduto in Gesù e hanno scelto Lui al posto delle vanità del mondo. I più grandi risultati nell’apostolo sono venuti sempre dai grandi missionari che si recavano nelle terre pagane e da altri missionari che pregavano molto e intercedevano dai luoghi dove vivevano.
Uno degli esempi più meravigliosi del missionario della preghiera è stato San Pio da Pietrelcina.
Tutti noi battezzati “siamo la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato†(1 Pt 2,9).
Tutti i fedeli cristiani proprio perché battezzati, partecipano al sacerdozio di Cristo e hanno parte attiva nel Sacrificio dell’altare e, attraverso le loro attività secolari, santificano il mondo partecipando dell’unica missione della Chiesa e realizzandola per mezzo della peculiare vocazione ricevuta da Dio.
Ognuno si può santificare nel suo stato di vita. Nel suo ambiente di lavoro e nella famiglia, può essere un grande apostolo.
Il padre che non fa mancare il necessario alla famiglia ed insegna la religiosità , la madre di famiglia nel suo essere madre con i doveri relativi; il malato offrendo il suo dolore con amore; il figlio o la figlia che vive con coerenza e non dà dispiaceri ai genitori oltre a formarsi con coerenza sia religiosamente che umanamente.
Il Sacerdote ha una missione unica nel mondo, l’ho scritto nel libro “Sacerdote, chi sei Tu?â€, proprio a rilevare la distrazione presente in molti seminari e la formazione spesso precaria che viene esercitata. Spesso non per colpa dei seminaristi, il fumo mondano ha invaso ogni angolo di tutti i luoghi santi e se non c’è la vigilanza dei Superiori, tutti finiscono per impregnarsi di questo fumo che sporca l’anima.
Il mandato che Gesù diede ai Dodici e che oggi meditiamo, continua a darlo a tutti i Sacerdoti, mentre i laici con le preghiere di intercessione possono pure esercitare una potentissima forza per allontanare i diavoli con tutte le loro tentazioni e vessazioni.
Tra i fedeli, che tutti possiedono il sacerdozio comune, alcuni sono chiamati per volere di Dio, mediante il Sacramento dell’Ordine, a esercitare il sacerdozio ministeriale; quest’ultimo presuppone l’altro, ma sono essenzialmente diversi.
Il Sacerdote, attraverso la consacrazione ricevuta nel Sacramento dell’Ordine, diventa strumento di Gesù Cristo, al quale offre tutta la sua esistenza per portare a tutti la Grazia della Redenzione. È un uomo scelto tra gli uomini, ma qual è la vera identità del Sacerdote? Quella di Cristo!
Tutti i cristiani possono e devono essere non soltanto alter Christus, ma anche ipse Christus: un altro Cristo: lo stesso Cristo. Ma il Sacerdote lo è in modo immediato, in forma sacramentale. Il Signore, presente in vari modi fra noi, si fa sentire molto vicino nella figura del Sacerdote.
Ogni Sacerdote è un immenso regalo di Dio al mondo. È Gesù che passa beneficando, guarendo le malattie, portando pace e gioia alle coscienze. È strumento vivo di Cristo nel mondo, presta a nostro Signore la voce, le mani, tutto il suo essere. Gli dona la sua vita!
Dio prende possesso di colui che ha chiamato al sacerdozio, lo consacra al servizio degli altri uomini, suoi fratelli e gli conferisce una nuova personalità . E quest’uomo eletto e consacrato è tale in ogni momento, non solamente durante una funzione sacra.
Da questo si dovrebbe comprendere che un Sacerdote deve essere considerato per Fede come Gesù, va amato e rispettato più di ogni cosa.
L’eccessiva confidenza umana e fuorviante che fa scadere ogni religiosità , fa perdere nei fedeli anche a livello inconscio, la stessa idea del sacro che appartiene ad ogni Sacerdote. Si finisce per considerarlo un amico come gli altri e non più un Uomo sacro, di lui c’è una visione prettamente umana e direi pagana.
La preghiera dei Sacerdoti dovrebbe essere fortissima e tale da ottenere continue Grazie per i credenti e una forza potente contro i diavoli. Ci sono diverse condizioni da osservare, da vivere con vero amore, rinunciando a tutto quello che appesantisce l’anima e deforma anche la spiritualità .
Queste condizioni le ha dette Gesù a Maria Valtorta, nel brano che meditiamo questa domenica. Trascrivo un estratto molto importante ma vi invito a rileggere ogni giorno la rivelazione di questa domenica per tutta la settimana. Come una medicina da assumere per sette giorni. Ne trarrete grandi benefici e una maggiore comprensione di Gesù e della sana spiritualità .
La meditazione profonda, con la dedica di un po’ di tempo prolungato in questi giorni, farà diventare più robusti nella Fede. Rileggete adesso più volte e con attenta riflessione queste parole di Gesù:
«Andate perciò guarendo gli infermi, mondando i lebbrosi, risuscitando i morti del corpo o dello spirito, perché corpo e spirito possono essere ugualmente infermi, lebbrosi, morti. E voi anche sapete come si fa ad operare miracolo:
con una vita di penitenza,
una preghiera fervente,
un sincero desiderio di far brillare la potenza di Dio,
un’umiltà profonda,
una viva carità ,
una accesa fede,
una speranza che non si turba per difficoltà di sorta.