+ VANGELO (Mc 2,18-22)
Lunedì 18 gennaio 2016
II Settimana del Tempo Ordinario
+ VANGELO (Mc 2,18-22)
Lo sposo è con loro.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!». Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù risponde ad una domanda sulla pratica del digiuno, sa bene che la conoscenza degli interlocutori è minima ma invece è grande la curiosità e l’altezzosità . Di solito, chi digiuna compie un atto di penitenza notevole per purificarsi dai peccati e diventare più spirituale, ma i farisei soprattutto, insieme al digiuno praticano sempre la curiosità e l’altezzosità .
Come possono migliorare e lasciare la mentalità vecchia se continuano a custodire la mentalità corrotta e non se ne liberano?
La visione religiosa che trova Gesù quando inizia la vita pubblica è senza dubbio in difficoltà , ma Lui non vuole rattopparla né vuole applicare una pezza sullo strappo compiuto dagli ebrei. L’inserimento di molti riti creati dagli ebrei, anche le interpretazioni sbagliate e ridicole delle Scritture, chiudono ad essi la possibilità di comprendere l’identità di Gesù.
La mentalità intransigente dei farisei e dei dottori della legge con il popolo, considerato da essi con disprezzo, non permette un dialogo formativo sulla corretta interpretazione delle Scritture e quando il Signore comincia a spiegarle correttamente, o rimangono storditi o le rifiutano immediatamente.
Gesù è venuto a spiegare agli ebrei un modo nuovo di stare con Dio, utilizzando proprio le Scritture. Ma ancora oggi considerano Gesù un falso Profeta e aspettano la venuta del loro messia, ed infatti verrà presto e alla fine lo malediranno.
La nostra Fede è rimasta autentica in questi duemila anni, la dottrina degli ebrei è stata stravolta con l’inserimento di miriade di precetti che hanno ottenuto il risultato di ingabbiare la vera e originaria Alleanza fra Dio e il suo popolo.
Se gli ebrei fondavano la relazione con Dio sulla paura, con Gesù c’è un cambiamento perché Lui parla di Amore, insegna ad amare.
Questa la ragione di tutte le reazioni contro il Signore dei farisei e dei dottori della legge, essi non comprendono la nuova dottrina e non l’accettano perché sono infarciti di precetti umani e sono questi precetti ad allontanare da Dio.
Gli ebrei incontrando il Signore sono così lontani dalla vera osservanza da arrivare a crocifiggere il Figlio di Dio.
Gesù è il nuovo Sposo di Israele e la sua presenza è già una festa, se i suoi discepoli non digiunano in questa occasione narrata dal Vangelo, il motivo è dato dalla circostanza che li vede molto stanchi. Gesù e gli Apostoli digiunavano molto spesso, inoltre bisogna considerare che l’apostolato li spossava per i lunghi viaggi a piedi.
Altra cosa la comoda vita dei farisei e dei dottori della legge!
Gesù inizia la vita pubblica con un digiuno di quaranta giorni e non aveva affatto necessità di praticarlo. Per noi è diverso, il digiuno oltre a purificarci dai peccati e dalla vecchia mentalità , ci permette di ricordarci cosa è veramente essenziale nella vita.
Gesù non viene a rattoppare o a mettere una pezza alle prevaricazioni compiute dagli ebrei, invece spiega con amore che le norme, i precetti, le tradizioni religiose vanno praticate con partecipazione interiore, solo così acquistano profondità e raggiungono Dio.
Ognuno di noi deve riflettere sulle pratiche religiose che compie e capire il senso di quanto facciamo, per renderlo essenziale.