+ VANGELO (Mc 16,15-18)

Mercoledì 25 gennaio 2017

III Settimana del Tempo Ordinario

 

Conversione di San Paolo Apostolo

 

+ VANGELO (Mc 16,15-18)

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio Nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Oggi ricordiamo come l’Onnipotenza di Dio ha agito in San Paolo, trasformandolo da persecutore in Apostolo delle genti, perché spaziò in lungo e in largo per far conoscere ai pagani il Salvatore del mondo, che egli perseguitava nei suoi discepoli.

Questo spiega che ogni volta che viene perseguitato un verso seguace di Gesù Cristo, viene perseguito proprio il Signore!

Nella prima lettura della Messa viene descritta come avvenne la conversione di Paolo, un ebreo ellenizzato, che godeva della cittadinanza romana. Non conobbe direttamente Gesù, sebbene a Lui contemporaneo, e, come tanti altri ebrei, avversava la neo-istituita Chiesa cristiana, arrivando a perseguitarla direttamente.

La persecuzione che Paolo attuava con ardore non era dettata da cattiveria ma di fervore verso la propria fede, non voleva che molti si staccassero dall’ebraismo per seguire Colui che i perfidi ebrei indicavano come un falso Profeta. Paolo era mosso da una sorta di buonafede, era sincero nella difesa dell’ebraismo perché non aveva ancora incontrato la Verità.

Dopo la sua conversione possiamo leggere il suo testamento in queste parole cariche di Fede inviate ai Corinzi: «Vi ho trasmesso innanzitutto quello che io stesso ho ricevuto: Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture, fu sepolto, risorse il terzo giorno secondo le Scritture, apparve a Cefa, poi ai Dodici».   (1 Cor 15, 3-5).

Per arrivare a questa illuminazione fece un cammino particolare, cominciando dalla caduta da cavallo. Prima del viaggio si era presentato al sommo sacerdote per ricevere le lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a trascinare in catene tutti gli appartenenti alla sètta dei cristiani.

Mentre era in viaggio e si trovava vicino Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal Cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?”.

Rispose Paolo: “Chi sei, o Signore?”.

“Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare”.

Questo intervento del Signore non si deve intendere come una violenza, è stato un agire che rispettava la fede di Paolo, in quanto questi cercava sinceramente Dio ed era convinto di stare dalla parte della verità. L’invito di Gesù corrisponde perfettamente alle attese di Paolo, che voleva conoscere il vero Dio, ma che fino a quel momento aveva perseguitato nei suoi discepoli.

Tutti quelli che viaggiavano con Paolo erano rimasti terrorizzati e ammutoliti sia per la voce sentita senza vedere nulla che per la caduta da cavallo, e quindi andarono via, mentre i più intimi accompagnarono Paolo divenuto cieco, a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.

«C’era a Damasco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: “Ananìa!”. Rispose: “Eccomi, Signore!”. E il Signore a lui: “Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista”.

Rispose Ananìa: “Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo Nome”.

Ma il Signore gli disse: “Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per Me, affinché porti il mio Nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli di Israele; e Io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio Nome”.

Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: “Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo”. E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono».

Questi passi degli Atti degli Apostoli ci mostrano che anche i peccatori possono diventare grandi Apostoli, Santi imitatori delle opere di Gesù e modelli della vera vita cristiana. Nei secoli passati ci sono stati Santi che erano stati dediti ad una vita dissoluta prima di incontrare Gesù e di convertirsi, e questo mostra che il Signore dimentica tutti i peccati che i peccatori confessano e li ama per come li vede nel momento che si rivolgono a Lui.

Dopo la sua conversione, Paolo diffuse la Fede in Gesù con un impegno fuori dal comune, e numerose volte corse il rischio della vita, sfidando tanti pericoli pur di proclamare che solo in Gesù Cristo c’è la salvezza. Racconta in alcune Lettere quello che patì per colpa dei nemici del Cristianesimo e delle intemperie.

Proprio guardando San Paolo i promotori dell’ecumenismo dovrebbero gridare che solo nella Chiesa Cattolica è contenuto tutto il Deposito della Fede, come insegna il Magistero autentico della Chiesa e come viene spiegato chiaramente nel Catechismo del 1992 di Papa Giovanni Paolo II.

I cattolici promotori di questo ecumenismo massonico hanno perduto di vista la vera Fede cattolica, quella insegnata nel Vangelo storico.

Le falsità di alcuni responsabili cattolici di questo falso ecumenismo non sanno più cosa inventare per fare accettare questa unità.

Uno di essi ha avuto la sfrontatezza di affermare che San Francesco d’Assisi ha compiuto la stessa opera di Lutero per riformare la Chiesa. Falso e cieco chi ha affermato questo.

San Francesco d’Assisi non ha riformato la Chiesa cambiando la Sacra Scrittura come fece Lutero, né disobbedì a Papa Onorio III come invece fece Lutero, né scrisse 95 tesi per distruggere l’unità dell’unica vera Chiesa di Cristo!

San Francesco d’Assisi cominciò a convertire se stesso e non accusò nessuno, non condannò la Chiesa che rimane sempre Santa e non conduceva una vita immorale come Lutero, non scriveva eresie contro la santità della Chiesa e praticava l’umiltà e l’obbedienza.

Ecco perché la riabilitazione di Lutero appare come un tradimento all’unica Chiesa di Cristo e si erge a modello un uomo amorale e iniquo.

Un frate figlio della Chiesa non avrebbe mai tradito sua Madre, non avrebbe reagito con gesti folli come fece Lutero, ma avrebbe obbedito immergendosi nella preghiera, coinvolgendo molti altri, per difendere la vera Chiesa. Lutero ha tradito tutto quello che nella sua vita gli era possibile tradire.

Se riconosceva comportamenti scandalosi dei Prelati, doveva accusare loro e non tutta la Chiesa. Invece il frate agostiniano Martin Lutero propose alla pubblica discussione il 31 ottobre 1517 le sue dogmatiche… 95 tesi, quello che lui non accettava nella Chiesa e la condannava definitivamente, anche perché il posto nel suo cuore lo aveva preso una ex monaca.

Da un centinaio di anni si organizza questa settimana per l’unità dei cristiani, e noi l’apprezziamo perché vogliamo la vera unità dei cristiani e sarà autentica solo se i protestanti e tutti gli eretici rientreranno nella Chiesa Cattolica. In caso contrario si tratterà di una unità non voluta da Dio, perché Egli ha creato una sola Chiesa come può fare un vero Dio.

San Paolo è stato coerente quando era ebreo e difendeva a spada tratta l’ebraismo, così è stato coerente quando si convertì e divenne cristiano. Per lui non esisteva assolutamente la possibilità di un dialogo con chi non accettava interamente la predicazione di Gesù Cristo.

“Orbene, se anche noi stessi o un Angelo dal Cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un Vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!” (Gal 1,8-9).

Anatema indica una condanna, l’abominazione e allontanamento dalla Chiesa, questo grida San Paolo nei confronti di quanti oggi travisano il Vangelo per andare d’accordo con i protestanti. L’anatema deve far riflettere soprattutto quei Prelati che hanno dimenticato queste parole. E anche le Verità insegnate da Gesù.

Noi portiamo un grande dolore nel vedere i cristiani eretici lontani dalla Chiesa, soprattutto per quelli che sono nemici della Sposa di Cristo e l’avversano con accentuata malvagità. Comunque, nonostante i loro astutissimi complotti, le riunioni segrete nell’albergo pure con gli uomini del Bilderberg, nessuno di tutti questi potrà distruggere l’unica Chiesa di Cristo.

I Prelati alleati con il Male dopo avere perduto la Fede, avranno un conto salatissimo da pagare nel Giudizio davanti al Signore.

“Le porte degli inferi non prevarranno contro la mia Chiesa!” (Mt 16,18).

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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