+ VANGELO (Lc 9,22-25)
Giovedì 15 febbraio 2018
Giovedì dopo le Ceneri
+Â VANGELOÂ (Lc 9,22-25)
Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà .
+Â Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’Uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a Me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà , ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà . Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?». Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
All’inizio della Quaresima la liturgia presenta testi biblici più toccanti riguardo la conversione autentica dei cristiani. Non sono testi rivolti ai non credenti perché non li leggono, sono indirizzati alla meditazione dei cristiani. Purtroppo, molti di questi non riescono a trovare del tempo nella giornata per confrontarsi con la coscienza e verificare lo stato dell’anima.
La Parola di Dio che leggiamo in questo inizio di Quaresima non produce alcun effetto se non l’accogliamo con interesse.
Ognuno deve innanzitutto domandarsi se ha focalizzato interiormente che siamo in Quaresima… Non è solo la conoscenza teorica a farci vivere questo Tempo liturgico in maniera eccellente e profonda. È la pratica delle virtù e del rinnegamento a dimostrare che viviamo la Quaresima in modo diverso dal resto dell’anno.
Ogni giorno dell’anno per i cristiani in realtà deve essere una Quaresima, anche se non equiparabile pienamente ai quaranta giorni liturgici stabiliti dalla Chiesa. Il cristiano impegnato sa che ogni giorno è una Grazia per guadagnare meriti davanti a Dio, per avvicinarsi alla Luce che illumina le tenebre, per ricevere abbondanti Grazie.
Siamo in Quaresima, non viviamola astrattamente né dobbiamo rimanere indifferenti a quanto ci chiede Gesù nel Vangelo, altrimenti si perderanno solamente tante Grazie. Si perderà l’occasione per crescere spiritualmente e si rimane con le stesse debolezze e le cattive abitudini.
La Quaresima è un momento forte per la propria santificazione, un tempo propizio per la conversione del cuore. Cosa facciamo ogni giorno?
Nonostante le Grazie ricevute e una moltitudine di aiuti che riceviamo da Gesù, nonostante tutto questo, a volte dimentichiamo che senza il Signore non siamo nulla. Senza Dio della grandezza dell’uomo non resta nient’altro che un pugno di polvere, deposto in un piatto sull’angolo dell’altare nel mercoledì delle Ceneri.
Siamo polvere, non dimentichiamolo.
Siamo anche figli amati da Dio Padre con un Amore smisurato, e vuole donarci tantissimi miracoli ma non vengono chiesti oppure non c’è la condizione spirituale adeguata per riceverli. Le troppe preoccupazioni non permettono di riflettere che restare in comunione con Gesù consente il ricevimento di aiuti sotto ogni aspetto.
La Quaresima ci spinge a fare di più in questo cammino di Fede che è sicuramente impegnativo, soprattutto per chi si imbatte ogni giorno con atei e altri conoscenti allergici a Dio. Cosa possiamo fare? Molto. Le preghiere recitate con amore, fiducia e umiltà , ottengono Grazie che commuovono.
Il Vangelo oggi ci parla della croce che ognuno porta inevitabilmente, una croce che può santificare o schiacciare, dipende dalla disposizione con cui la portiamo. La croce quasi sempre non si può spostarla dalla spalla, oppure quando si dissolve una se ne presenta un’altra senza alcuna nostra colpevolezza.
Se è vero che non può esistere Cristianesimo senza croce, è anche vero che non è Gesù a caricarci, semmai permette una croce sopportabile per aiutarci nella santificazione, ma quella croce inizialmente sopportabile, è l’uomo a farla diventare insostenibile, quando reagisce e arriva quasi alla disperazione.
La croce si incontra in molte piccole cose di ogni giorno, alle volte siamo noi a crearle a causa di comportamenti superficiali, però non mancano mai quei familiari e conoscenti che vivono quasi per arrecare sofferenze ai buoni. Persone che non pregano o piene di sé, non capiscono il male che infliggono agli altri e a loro stessi.
Occorre un grande amore a Gesù per abbandonarci nelle sue mani e lasciargli la facoltà di permettere che assaporiamo il dolore, la solitudine, la contrarietà , le calunnie, la diffamazione, la derisione, dall’interno e dall’esterno: questo perché vuole configurarci a sua immagine e somiglianza, e permette perfino che ci chiamino pazzi e ci prendano per stolti. Così hanno fatto con Lui.
La croce che santifica non è certamente quella di cui ci carica il nostro egoismo, o l’invidia, o la pigrizia; e non è neppure il risultato dei conflitti dell’uomo vecchio che c’è in ognuno di noi, o del nostro modo disordinato di amare. Tutto questo non viene dal Signore e non santifica.
La croce del Signore è un’altra cosa, la dobbiamo portare ogni giorno per santificarci e non per arrivare alla disperazione o a perdere la Fede.
Gesù ci darà sempre le forze necessarie per portare con garbo ogni croce, e ci riempirà di Grazie e frutti spirituali inimmaginabili.