+ VANGELO (Lc 9,1-6)

Mercoledì 23 settembre 2015
XXV settimana del Tempo Ordinario

SAN PIO DA PIETRELCINA

+ VANGELO (Lc 9,1-6)
Li mandò ad annunciare il Regno di Dio e a guarire gli infermi.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demoni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il Regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Cito molto spesso Padre Pio e conosco molto della sua vita per avere studiato lungamente anche le pubblicazioni degli anni ‘50 e ‘60. Definirlo un gigante di santità è riduttivo, allora bisogna che ognuno scopra questa elevata figura, approfondendo la sua vita.
Potrei tracciare una biografia puntando essenzialmente sulle sue virtù, e lo faccio di frequente nei commenti che invio, quindi in questa newsletter inserisco un profilo scritto da Maria Di Lorenzo, per conoscere in poche righe Padre Pio.
«Quando muore, il 23 settembre 1968, a 81 anni, le stimmate scompaiono dal suo corpo e, davanti alle circa centomila persone venute da ogni dove ai suoi funerali, ha inizio quel processo di santificazione che ben prima che la Chiesa Lo elevasse alla gloria degli altari, Lo colloca nella devozione dei fedeli di tutto il mondo come uno dei Santi più amati dell’ultimo secolo.
Francesco Forgione era nato a Pietrelcina, provincia di Benevento, il 25 maggio 1887. I suoi genitori, Grazio e Giuseppa, erano poveri contadini, ma assai devoti: in famiglia il Rosario si pregava ogni sera in casa tutti insieme, in un clima di grande e filiale fiducia in Dio e nella Madonna.
Il soprannaturale irrompe assai presto nella vita del futuro Santo: fin da bambino egli riceveva visite frequenti di Gesù e Maria, vedeva demoni e Angeli, ma poiché pensava che tutti avessero queste facoltà non ne faceva parola con nessuno.
Il 22 gennaio 1903, a sedici anni, entra in convento e da francescano cappuccino prende il nome di fra Pio da Pietrelcina.
Diventa Sacerdote sette anni dopo, il 10 agosto 1910. Vuole partire missionario per terre lontane, ma Dio ha su di lui altri disegni, specialissimi.
I primi anni di sacerdozio sono compromessi e resi amari dalle sue pessime condizioni di salute, tanto che i superiori Lo rimandano più volte a Pietrelcina, nella casa paterna, dove il clima gli è più congeniale.
Padre Pio è malato assai gravemente ai polmoni. I medici gli danno poco da vivere. Come se non bastasse, alla malattia si vanno ad aggiungere le terribili vessazioni a cui il demonio Lo sottopone, che non lasciano mai in pace il povero frate, torturato nel corpo e nello spirito.
Nel 1916 i superiori pensano di trasferirlo a San Giovanni Rotondo, sul Gargano, e qui, nel convento di Santa Maria delle Grazie, ha inizio per Padre Pio una straordinaria avventura di mediatore di miracoli e apostolo del confessionale.
Un numero incalcolabile di uomini e donne, dal Gargano e da altre parti dell’Italia, cominciano ad accorrere al suo confessionale, dove egli trascorre anche quattordici-sedici ore al giorno, per lavare i peccati e ricondurre le anime a Dio.
È il suo ministero, che attinge la propria forza dalla preghiera e dall’altare, e che Padre Pio realizza non senza grandi sofferenze fisiche e morali.
Il 20 settembre 1918, infatti, il cappuccino riceve le stimmate della Passione di Cristo che resteranno aperte, dolorose e sanguinanti per ben cinquant’anni. Padre Pio viene visitato da un gran numero di medici, subendo incomprensioni e incalcolabili calunnie per le quali deve sottostare a infamanti ispezioni canoniche.
Il frate delle stimmate si dichiara “figlio dell’obbedienza” e sopporta tutto con serafica pazienza. Infine, viene anche punito e limitato nell’espletamento del ministero sacerdotale e solo dopo diversi anni, prosciolto dalle accuse calunniose, può essere riabilitato e ritornare a svolgere il ministero sacerdotale pubblicamente.
La sua celletta, la numero 5, portava appeso alla porta un cartello con una celebre frase di S. Bernardo: “Maria è tutta la ragione della mia speranza”. Maria è il segreto della grandezza di Padre Pio, il segreto della sua santità.
A Lei, nel maggio 1956, dedica la “Casa Sollievo della Sofferenza”, una delle strutture sanitarie oggi più qualificate a livello nazionale e internazionale, con 70.000 ricoveri l’anno, attrezzature modernissime e collegamenti con i principali istituti di ricerca nel mondo.
Negli anni ‘40, per combattere con l’arma della preghiera la tremenda realtà della seconda guerra mondiale, Padre Pio diede avvio ai Gruppi di Preghiera, una delle realtà ecclesiali più diffuse attualmente nel mondo, con oltre duecentomila devoti sparsi in tutta la terra. Con la “Casa Sollievo della Sofferenza” essi costituiscono la sua eredità spirituale, il segno di una vita tutta dedicata alla preghiera e contrassegnata da una devozione ardente alla Vergine.
Da Lei il frate si sentiva protetto nella sua lotta quotidiana col demonio, il “cosaccio” come lo chiamava, e per ben due volte la Vergine lo guarisce miracolosamente, nel 1911 e nel 1959. In quest’ultimo caso i medici Lo avevano dato proprio per spacciato quando, dopo l’arrivo della Madonna pellegrina di Fatima a San Giovanni Rotondo, il 6 agosto 1959, Padre Pio fu risanato improvvisamente, tra lo stupore e la gioia dei suoi devoti.
“Esiste una scorciatoia per il Paradiso?”, gli fu domandato una volta.
“Sì”, lui rispose, “è la Madonna”.
“Essa -diceva il frate di Pietrelcina- è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni”.
Esortava sempre i suoi figli spirituali a pregare il Rosario e a imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane quali l’umiltà, la pazienza, il silenzio, la purezza, la carità. “Vorrei avere una voce così forte -diceva- per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna”.
Lui stesso aveva sempre la Corona del Rosario in mano.
Lo recitava incessantemente per intero, soprattutto nelle ore notturne. “Questa preghiera -diceva Padre Pio- è la nostra Fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità”.
Il suo testamento spirituale, alla fine della sua vita, fu: “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario”.
Intorno alla sua figura in questi anni si sono scritti molti fiumi di inchiostro. Un incalcolabile numero di articoli e tantissimi libri; si conta che approssimativamente sono più di 200 le biografie a Lui dedicate soltanto in italiano.
“Farò più rumore da morto che da vivo”, aveva pronosticato Lui con la sua solita arguzia.
Quella di Padre Pio è veramente una “clientela” mondiale.
Perché tanta devozione per questo San Francesco del ‘900? È stato spiegato così: “Se tutto il mondo corre dietro a Padre Pio -come un giorno correva dietro a Francesco d’Assisi- è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica con tutte le sue risorse, né la scienza con tutte le sue promesse a salvarci, ma solo la santità. Che è poi come dire l’amore a Gesù e al prossimo”».

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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