+ VANGELO (Lc 12,35-38)
Martedì 23 ottobre 2018
XXIX Settimana del Tempo Ordinario
+Â VANGELOÂ (Lc 12,35-38)
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli.
+Â Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità Io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La vita presenta prove difficili e grandi sorprese, c’è un’aspettativa fatta di grandi luci ma alle volte si incontrano abbagli e illusioni. Senza Dio si vuole ottenere tutto quello che si desidera e si diventa pronti a compiere qualsiasi gesto. Senza riconoscere la provenienza dell’impulso.
Nella vita si commettono tanti errori soprattutto per l’incapacità di intuire gli sviluppi delle vicende ma non si tratta di profetizzare, è solo la capacità di presentire o percepire ciò che è realmente presente nella persona con cui dialoghiamo o nelle cose che facciamo.
Il motivo di questa mancata intuizione è l’assenza della Luce di Gesù Cristo.
Avvengono equivoci e si prendono abbagli per la troppa sicurezza che l’uomo e la donna hanno assunto, magari senza rendersene conto. Questa società gestisce una mentalità che conduce impalpabilmente a diventare fortemente egoisti e fin troppo sicuri di sé, ma le luci che guidano l’intelletto sono spente e ci si affida alla sensazione, al presentimento, alla probabilità .
Si commettono incalcolabili errori seguendo l’istinto e l’orgoglio di poter fare da soli. Senza Gesù nulla viene fatto di buono.
La mancanza della Luce di Gesù è una grande disgrazia.
Rimane oscuro il corretto orientamento della vita, la bussola della verità e della sincera realizzazione è squilibrata e i progetti che si perseguono sono improntati sulla bramosia priva di serenità e di una progettualità cristiana.
Nel Vangelo di oggi Gesù promette la felicità a tutti quelli che Lo attendono nella preghiera: «Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli»; «… li troverà così, beati loro!».
Gesù ci avvisa di restare «con le cinture ai fianchi e le lucerne accese». Cingersi con una corda e metterla attorno alla veste talare riguarda il Sacerdote, ma tutti i cristiani devono rimanete cinti con la loro Fede. Essere cinti significava essere preparati a tutti gli imprevisti.
Le lucerne accese che ci ricorda il Signore, esprimono la nostra Fede e sono determinanti per non sbagliare percorso nella vita e non perderci nelle false intuizioni o nelle convinte suggestioni che ci illudono di fare tutto bene.
Le lucerne accese sono alimentate dalla preghiera, dai Sacramenti e dalle virtù, ci permettono di condurre una vita onesta e di non perderci!
È necessario lottare ogni giorno, spesso in piccoli dettagli, perché in ogni giornata ci imbattiamo in ostacoli che ci separano da Dio.
Spesso l’impegno per mantenersi in questo stato di veglia, così lontano dalla tiepidezza, si concreterà in fortezza per compiere i nostri atti di preghiera, quegli incontro con il Signore che ci riempiono di vigore e di pace.
Dobbiamo stare attenti di non abbandonarli per qualsiasi imprevisto si presenti, di non farci influenzare dallo stato d’animo di un giorno o di un momento.
Questo atteggiamento di veglia, come quello della sentinella che sta a protezione della città , non ci garantisce che saremo sempre vittoriosi: insieme alle vittorie ci sono mete e propositi che spesso non si realizzano pienamente.
In queste circostanze la preghiera sostiene sempre e non ci si abbatte mai, anche dinanzi agli errori si ricomincia con una santa Confessione!