Giovedì 10 ottobre 2013
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27ª Settimana del Tempo Ordinario
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+ VANGELO (Lc 11,5-13)
Chiedete e vi sarà dato.
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+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgliâ€, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i paniâ€, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, Io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».Parola del Signore
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Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù conosce i bisogni materiali degli uomini, Lui desidera che ogni famiglia abbia ciò che è necessario per condurre una vita dignitosa. Quando parla nelle Beatitudini dei poveri in spirito, intende quelle persone che vivono degnamente con quello che hanno e non cercano disperatamente di possedere di più. Quelli che non dedicano più tempo a questa ricerca che in molti casi diventa operativa, piuttosto che ringraziare Dio per quello che posseggono.
Dovrebbero vedere qualche documentario sulla vita che conducono i veri poveri di moltissime Nazioni del mondo, oppure visitare le favelas brasiliane dove non c’è acqua nè luce e si ritrovano migliaia di baracche una incollata all’altra, o ascoltare qualche testimonianza di persone che riescono appena a trovare il cibo per mangiare senza sapere se troveranno altro cibo per la sera.
I poveri in spirito ringraziano Dio per quello che hanno, senza escludere la possibilità di guadagnare altro denaro per il loro lavoro onesto. Ma non ne fanno una questione di vita, ed è normale aspirare a ruoli migliori nell’ambiente lavorativo per le capacità che si posseggono, senza considerare primario il denaro e la promozione. Chi ha talenti deve sfruttarli e se guadagna di più è il premio che si merita.
Abbiamo meditato che l’unica cosa necessaria è Gesù, senza Lui tutto il resto non ha sapore, non può dare felicità e appagamento.
Il Signore oggi ci dice che bisogna chiedere quando c’è una difficoltà da superare o un aiuto che solo Lui può dare. Se ci fate caso, i potenti o altri che occupano ruoli di prestigio non possono dare beni spirituali, non trasmettono la pace interiore nè riescono a salvare le famiglie quando si trovano in una delle tante prove. L’unico che riesce a cambiare tutto è Gesù, Lui può guarire anche malattie gravi e donare tutte quelle Grazie necessarie per vivere dignitosamente.
L’errore commesso da molti cristiani è di invocare Gesù solamente nei bisogni, quando non sanno cosa fare e ogni soluzione umana è fallita. Non essendo pratici nella preghiera si ritrovano impreparati e balbettano, non conoscono la bontà del Cuore di Gesù e le loro parole non portano molta Fede. Ha più Fede invece chi prega quotidianamente e dedica del tempo per ringraziare e aprire il cuore a Gesù e alla Madonna.
La parabola raccontata da Gesù vuole suscitare la riflessione e la convinzione che Dio essendo Padre è sempre disponibile ad aiutare tutti, ma non sempre quelli che chiedono meritano le Grazie. La prova che devono superare è la perseveranza: chi ha poca Fede inizia a pregare ma non arrivando subito la Grazia l’abbandona. Gesù ci dice che la perseveranza è indispensabile per condurre un buon cammino di Fede e nelle richieste di Grazie.
Porta l’esempio di un uomo che chiede in prestito tre pani a mezzanotte, un’ora poco opportuna per andare a bussare all’amico. Ma qui si vede se l’amicizia è sincera oppure non esiste. In effetti l’altro dall’interno della sua casa invece di spalancare la porta ed aiutare l’amico nel bisogno, si trincera e addirittura lo aggredisce a parole, in pratica mostra che non è un vero amico.
“Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i paniâ€.
E se invece l’amico lo avesse chiamato per regalargli una somma di denaro, avrebbe aperto? Sì… lo avrebbe accolto con gioia.
L’amicizia autentica si scopre nella necessità , infatti solo Gesù è l’Amico, Egli è sempre disponibile ad aiutare chi si rivolge a Lui.
Nella parabola dice che quell’uomo alla fine darà i tre pani ma non per amicizia, solo per far smettere dal bussare alla sua porta quello che si considerava amico. Con questo Gesù afferma che anche un uomo indisposto alla fine dona un aiuto, non per amore certamente, per fermare la continuazione del disturbo. Dio però non è così, al contrario, più si bussa al suo Cuore più è felice, vuole donare Grazie a tutti quelli che Lo cercano.
Ci sono delle condizioni da osservare per fare arrivare la preghiera a Gesù: anche se ascolta tutto è indispensabile pregare con Fede, quindi con fiducia, occorre avere la convinzione che Lui può tutto. Inoltre, se c’è la necessità della Confessione è importante farla al più presto, non si può parlare con Dio amando ancora il peccato. Poi, è pure essenziale riconoscersi peccatori, avere una bassa considerazione di sè per dare gloria e lode a Dio.
Chiedendo la Grazia si deve lodare e ringraziare Gesù per quanto ha già donato, è Lui Dio, noi siamo deboli creature.
Dopo avere spiegato nella parabola che l’uomo aveva ricevuto i tre pani con la sua forte insistenza, spiega che un padre terreno dona ai figli cose buone, ma il vero Padre del Cielo vuole donare ai suoi figli creati da Lui cose migliori, non plus ultra, il massimo di ciò che è buono.
Quindi, Gesù fa un passaggio, dai tre pani che può donare l’uomo allo Spirito Santo che dona il Padre a chi Lo chiede con Fede.