VANGELO (Gv 8,21-30)

Gesù che parla alla genteMartedì 8 aprile 2014

5ª Settimana di Quaresima
 
+ Avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono.
 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado Io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado Io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, Io sono di lassù; voi siete di questo mondo, Io non sono di questo mondo.  Vi ho detto che morirete nei vostri peccati;  se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che Io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma Colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da Lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’Uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in Lui. Parola del Signore
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Sono drammatiche le tre ripetizioni di questa profezia: “Vi ho detto che morirete nei vostri peccati”. Parole rivolte ai farisei, sempre ostinati, ribelli e litigiosi con Gesù, troppo sicuri della loro verità. Già, cos’è la verità? Quante verità esistono? Quale metro di valutazione per fare emergere la verità?
Tutte le persone lontane da Gesù hanno le loro verità, anche se le ideologie sono identiche ci sono sempre le proprie opinioni scaturite dalle passioni disordinate, a dare ad ognuno la convinzione che ogni sua parola è verità. Dove l’orgoglio è il padrone lì c’è sempre l’assoluta certezza di possedere la verità. E si sbaglia sempre.
È simile alla superbia della vita, si tratta di un’esagerata stima di sé e dei propri meriti (reali o presunti), che si manifesta esteriormente con un atteggiamento altezzoso e sprezzante e con un ostentato senso di superiorità nei confronti degli altri.
Con superbia si intende la volontà di conquistare per se stessi, con ogni mezzo, una posizione di privilegio sempre maggiore rispetto agli altri. Essi devono riconoscere e dimostrare di accettare la loro inferiorità correlata alla superiorità indiscutibile e schiacciante del superbo.
La superbia della vita è una delle tre concupiscenze, “è l’ostentazione di una sicurezza morale falsa e menzognera, la pretesa vertiginosa di decidere da sé ciò che è bene e ciò che è male misurando tutto l’ambito morale con il metro assoluto della propria coscienza, tanto certa quanto erronea perché svincolata dalla legge eterna naturale inscritta dal Creatore in ogni uomo”.
La superbia dei farisei che contrastano ipocritamente Gesù, li acceca e non permette ad essi di agire bene. I farisei vivono nel male e si compiacciono di questo. L’accecamento li convince di essere nel giusto, di non peccare mai, di affermare sempre le cose giuste e di avere ragione su tutti e tutto.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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