+ VANGELO (Gv 6,52-59)

Venerdì 20 aprile 2018

III settimana di Pasqua

+ VANGELO (Gv 6,52-59)

La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può Costui darci la sua Carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità Io vi dico: se non mangiate la Carne del Figlio dell’Uomo e non bevete il suo Sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna e Io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia Carne è vero cibo e il mio Sangue vera bevanda. Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue rimane in Me e Io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato Me e Io vivo per il Padre, così anche colui che mangia Me vivrà per Me. Questo è il Pane disceso dal Cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo Pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Come ai tempi di Gesù, quando i giudei rimanevano sbalorditi ascoltando le sue parole, anche oggi molti rimangono increduli quando si parla dell’Eucaristia e non accettano la presenza vera, reale e sostanziale di Cristo, Figlio di Dio. La ragione da sola non raggiunge il mistero, semmai crede il contrario di quanto continua a ripeterci il Signore in questi giorni.

Sono molti i cattolici che rimangono indifferenti davanti all’Eucaristia, non si ritiene fondamentale ed urgente lasciare le Chiese aperte per molte ore del giorno, per permettere a milioni di credenti di pregare e chiedere Grazie. Un ammalato grave che riconosce il rimedio in una medicina e non prende la medicina, è uno stupido o vuole rimanere ammalato con le conseguenze dannose.

Oltre alle indicazioni di ieri riguardo l’adorazione a Gesù presente nel Tabernacolo già quando si entra in Chiesa, c’è da considerare la poca devozione di diversi celebranti durante la Santa Messa e questo non aiuta la Fede dei presenti. L’amore a Gesù è veramente sincero se si avverte durante il Sacrificio Eucaristico. Questo spinge ad avere grande attenzione e rispetto per quanto avviene sull’altare.

La Santa Messa non è una preghiera come le altre, non è solo un ricordo dell’Ultima Cena, è lo stesso Sacrificio del Calvario.

Per i protestanti è già avvenuto una volta ed è sufficiente, ponendo dei paletti all’azione del Signore, dicendogli, in pratica, che Lui non può fare questo perché limitato o che non lo deve fare perché Lutero non era più d’accordo. Fin quando celebrava la Santa Messa rimaneva favorevole, quando divenne “l’eretico” e favorì la fuoriuscita di incalcolabili milioni di cattolici dall’unica Chiesa, cambiò parere…

Gesù nella Santa Messa offre la sua sofferenza, ma non soffre più. La Chiesa afferma da sempre che la Messa è lo stesso Sacrificio che si è compiuto sul Calvario, ma con la differenza che sul Calvario c’era la forma cruenta (con le sofferenze), adesso invece sull’altare è presente in maniera incruenta.

È la stessa Passione di Cristo che viene perpetuata. È commovente il fatto che Gesù rende ognuno di noi contemporaneo ai suoi dolori e alla sua Passione, così nella Santa Messa è possibile partecipare con gli occhi della Fede, alla sua crocifissione. Nella Santa Messa anche se Gesù non soffre, rivive la sua Passione ma beata, perché è Risorto e vive nell’eternità.

Sia i Sacerdoti che i laici mostrano di avere Fede nell’Eucaristia se l’adorano e si genuflettono, questo indica riverenza a Dio. È vero che la genuflessione qualcuno la compie solo in presenza di altre persone e invece non se ne cura se non c’è nessuno, questo dimostra la mancanza di amore verso Gesù Cristo. Dio conosce i cuori di tutti!

Il miracolo di Lanciano spiega che l’Ostia e il Sangue non sono grano né vino, ma Carne, precisamente parte del miocardio e vero Sangue umano. Il miocardio o muscolo cardiaco fa parte del cuore ed è presente nell’Eucaristia di Lanciano, questo ci dice che l’Eucaristia è Gesù che ama follemente ognuno di noi.

“L’Ostia, costituita da una membrana di carne tondeggiante di colorito giallo-bruno-marrone, con ombreggiature di maggiore intensità, presenta un ampio foro centrale: si è formato quando la carne, seccandosi, si è ritirata lacerandosi nel mezzo, non potendosi restringere perché era stata inchiodata a una tavoletta (come testimoniato dai forellini dei chiodi, tuttora visibili).

Il sangue, invece, è coagulato in cinque grumi di colore marrone terreo, in diverse forme e dimensioni. Nel corso dei secoli le reliquie furono più volte esaminate. Durante la prima ricognizione, effettuata nel 1574 dall’arcivescovo Gaspare Rodriguez, fu constatato che il peso di ogni singolo grumo di sangue equivaleva al peso dei cinque grumi insieme”.

Il 4 marzo 1971 fu presentato uno studio dettagliato sulle analisi eseguite, dal titolo “Ricerche istologiche, immunologiche e biochimiche sulla Carne e sul Sangue del Miracolo Eucaristico di Lanciano”, nel quale il professor Linoli afferma che:

– La Carne “si dimostra appartenente al miocardio”.

– Il Sangue “è risultato veramente tale”.

– La Carne e il Sangue sono di natura umana e appartengono all’emogruppo AB.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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