+ VANGELO (Gv 15,9-17)
Sabato 14 maggio 2016
VII Settimana di Pasqua
SAN MATTIA
+ VANGELO (Gv 15,9-17)
Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche Io ho amato voi. Rimanete nel mio Amore. Se osserverete i miei Comandamenti, rimarrete nel mio Amore, come Io ho osservato i Comandamenti del Padre mio e rimango nel suo Amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio Comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come Io ho amato voi. Nessuno ha un Amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che Io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio Nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
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Oggi la liturgia ci presenta un Apostolo particolare, Mattia non era stato scelto direttamente da Gesù ma era pieno di Fede. Il Signore non aveva scelto i migliori, nella sua onniscienza gli occhi si erano posati sui Dodici, tra cui il traditore. Secondo la Scrittura e come anticipato da Gesù, proprio questo vile personaggio doveva essere presente, anche per dare la conoscenza ai posteri del tradimento che si compiono quando il potere o il denaro diventano la priorità .
Nella Chiesa ci sono tanti carismi, ma esistono anche quelli che i carismi se li costruiscono per averne vantaggi. Intendo Chiesa e mi riferisco a Consacrati e laici, tutti però sono amati dal Signore, tutti hanno le stesse possibilità di santificarsi e compiere un grande cammino di Fede.
Mattia non era dei Dodici ma viveva come un vero Apostolo quando Gesù predicava, questo ci dice che anche i cattolici anonimi possono raggiungere una santità elevata. Per il mondo sono innocui ma davanti a Dio sono potenti almeno nell’intercessione. Di sicuro sono amati di un Amore particolare perché mettono Dio al centro della loro vita.
La santità è interiore, formata dai ripetuti atti virtuosi giornalieri, dalla retta intenzione, dalla coscienza splendente, dal cuore puro.
La santità è possibile a tutti, anzi oggi proprio i laici hanno maggiori possibilità di avvicinarsi al Signore se rimangono fedeli alla Parola. È vero che per la Grazia dell’Ordine facilità la santificazione dei Sacerdoti perché sono partecipi del sacerdozio ministeriale di Cristo, ma è diventato molto impegnativo per molti seguire la sana dottrina e osservare pienamente i Comandamenti.
È un dato di fatto che non si può nascondere. Cosa devono fare quanti li guidano? Mettere Gesù storico al centro di tutto!
I laici vivono nel mondo ma se sono anime spirituali sanno come fare per non essere del mondo, è sufficiente meditare ogni giorno buoni libri spirituali e proporsi una determinata condotta di vita, alzandosi dopo una caduta, consapevoli che le cadute ci saranno sempre e si affievoliranno solo nel tempo.
Per questo, non bisogna mai indignarsi se un credente che prega commette un errore, al contrario và incoraggiato a rialzarsi e a ricorrere alla Confessione. Bisogna sostenerlo con la preghiera e nessuno deve mai puntare l’indice verso un altro.
Il cammino spirituale è impegnativo, per esempio Mattia diventato uno dei Dodici ci dice che la perseveranza e la fedeltà alla Parola di Dio facilitano la vera conversione e la propria santificazione. Non bisogna mai arrendersi né tornare indietro per non perdere quanto si era guadagnato davanti a Dio.
“Gettarono quindi le sorti su di loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici Apostoli†(At 1,26).
Tutti siamo chiamati a diventare veri apostoli, Gesù conta su ognuno di noi, chiede ad ognuno di fare qualcosa per un fratello o una sorella in difficoltà , non solo con la preghiera, anche con la propria testimonianza.
Quando si vive nella sofferenza e nella prova e si ascoltano testimonianze di Grazie ricevute, anche la Fede dei più deboli aumenta.
Facciamo ogni giorno di più per tutti, pregando innanzitutto per la Chiesa e l’Italia, senza dimenticare i familiari e chi vi sta scrivendo.