UNA CRISI NEL MESTIERE PIÙ ANTICO DEL MONDO! “COMMENTO DI DON FRANCO GALEONE”

13 marzo – V Domenica di Quaresima (C)
Una crisi nel mestiere più antico del mondo!
“Commento di don Franco Galeone”
(francescogaleone@libero.it)

* Il Vangelo di questa domenica è pregnante di insegnamenti! Che sia un brano scomodo, lo dimostra il fatto che manca in parecchi dei manoscritti più antichi e in molte versioni. Il brano che oggi commentiamo non ha avuto vita facile. Per secoli nessuna comunità l’ha voluto; alla fine questi undici versetti hanno trovato ospitalità nel Vangelo di Giovanni, ma in realtà il brano è di Luca, lo stile, la tematica, la grammatica sono di Luca. Oggi siamo rassicurati dagli studiosi che il brano possiede tutti i crismi della storicità. Perciò niente da fare, giù le pietre!

* Gli condussero all’alba una donna sorpresa in adulterio. Per comprendere l’atteggiamento dei farisei, ricordiamo che il matrimonio in Israele si compone di due tappe: 1) la prima è lo sposalizio, quando la ragazza ha dodici anni e un giorno e il ragazzo diciotto, e si tratta della contrattazione del valore della sposa e del pagamento della dote, poi ognuno torna a casa sua. In questo periodo non è consentito avere alcuna relazione sessuale; 2) dopo un anno la sposa viene portata a casa dello sposo e avvengono le nozze. Ebbene, la legislazione prevedeva che, se la donna era adultera, o scoperta in adulterio, nella prima fase del matrimonio, veniva lapidata; se era nella seconda, strangolata. Qui, abbiamo una donna, nel senso di una ragazzina fra i dodici e i tredici anni, sorpresa in adulterio. Ecco il perché dell’alba: era un agguato premeditato, probabilmente avevano degli indizi.

* È interessante, in tutto questo, un’assenza. L’uomo dov’è? La Legge del Deuteronomio e del Levitico (Dt 22,22; Lv 20,10) prevedeva che, in caso di adulterio, anche l’uomo venisse condannato e lapidato, ma l’uomo in questo caso non c’è. L’uomo la scampa: in una legge fatta da maschi, gli uomini hanno sempre la possibilità di scamparla. Infatti, si condanna, in questa società ebraica come in tante altre società, la donna adultera ma non l’uomo che violenta, maltratta, stupra, o, nel migliore dei casi, paga alla donna il suo servizio. Non è scritto, ma si legge tra le righe: l’uomo in questione ha ripreso i suoi pantaloni, e se n’è andato indisturbato; tutte le responsabilità sono scaricate sulla donna, che viene spiata, catturata, e solo Cristo la libera dalla lapidazione. Il perbenismo è una malattia diffusa; siamo tutti iscritti al club della gente per bene; ci piace distribuire etichette a destra e a manca; facciamo anche campagne contro le prostitute, i drogati, i criminali … per sentirci sicuri del nostro benessere, non per assumere la nostra parte di responsabilità. I valori mancano anche in noi cristiani, ma è più comodo parlare di società senza valori, e trovare i capri espiatori. Dà una gioia diabolica il poter scagliare la pietra contro gli altri! Non ci guardiamo più allo specchio, e così pensiamo di essere puliti!

* Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Perché Gesù scrive per terra? La risposta l’abbiamo forse in Geremia, dove il profeta scrive: O Signore, quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere (17,13): scritti per terra, una maniera per indicare che sono già polvere, cioè sono già nel regno dei morti, perché hanno abbandonato il Signore. Chi non ama rimane nella morte. Il suo scrivere per terra sta a significare la sua estraneità ai legulei che avevano scritto la legge sulle tavole di bronzo, trasformandola non al servizio dell’uomo ma dei propri interessi. Questa libertà del Cristo, che non guarda il peccato o la legge ma la persona e il suo dramma, è la rivelazione del nostro vero futuro, la rottura della identità tra il peccato e la persona, tra il peccato e il passato. Gesù rompe questa meccanica del passato ed apre la coscienza al futuro, all’invenzione. Convertirsi vuol dire recuperare il nostro futuro. È falsa ogni identificazione tra peccato e persona. Ogni identità rigida è peccato. I ruoli in cui spesso ci identifichiamo ci bloccano, insensibili alle spinte della novità. Coloro che si sono talmente identificati con i ruoli da condannare tutto quanto è diverso, sono strumenti di peccato, anche se la legge umana li copre.

* Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani: questo anziani (presbyteroi, in greco) indica più esattamente i componenti del sinedrio, il massimo organo giuridico di Israele, ma per Gesù, tutti siamo colpevoli, anche gli anziani, più carichi di anni e di colpe; la loro onestà è la loro morte, il loro occhio è sempre esteriore, incapace di leggere nel profondo.

* Neanche io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più. Gesù non perdona la donna, la donna è già perdonata, ma Gesù le comunica la forza per tornare a vivere. Questi undici versetti, che per secoli nessuna comunità ha voluto, sono difficili perché facciamo fatica a comprendere il perdono, la misericordia di Dio. I criteri di Dio sono molto diversi dai nostri. La nostra colpa non ha via di uscita? Il Vangelo ci porta il suo lieto annuncio: sotto lo sguardo redentore di Cristo, la colpa è cancellata, la sua terribilità appare improvvisamente una povera cosa, non solo non giudicabile, ma già giudicata e vinta. Siamo restituiti alla vita, perdonati, con uno spirito nuovo. È davvero semplice! Cristo ci chiede di non perdere tempo lungo la strada; il peccato è spesso solo una stupida perdita di tempo.

סדר סעודת האדון
רומא מנהג לפי
Eucaristia del Signore – Rito romano
Lingua originale di Gesù di Nazaret.
Un tempo di forte spiritualità
per riflettere sul profeta Isaia
אִמְרוּ֙ לְנִמְהֲרֵי־לֵ֔ב חִזְק֖וּ אַל־תִּירָ֑אוּ הִנֵּ֤ה אֱלֹֽהֵיכֶם֙ ה֥וּא יָב֖וֹא וְיֹשַׁעֲכֶֽם ׃
Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete!
Ecco il vostro Dio! Egli viene e vi salverà (Is 35,4).
Ogni ultimo sabato del mese, ore 17.00, presso la
Parrocchia “Gesù Buon Pastore” (Sala G. Moscati) – Caserta –
Prossimo incontro: sabato 30 aprile c.a..
Per contatti: francescogaleone@libero.it

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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