Troika. Il ritorno di Veritas
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Troika. Questo termine è tornato di moda ultimamente in relazione alle vicende economiche che involgono lo stato greco.  Esso è sinonimo di triumvirato, e ora intende indicare la delegazione formata dagli emissari di Banca centrale europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea, insomma le Banche. Questi tre soggetti internazionali ormai governano nazioni e dispongono di risorse economiche tali da poter instillare in milioni di persone stili di vita, consumi, bisogni, desideri.
Perché parlo di Troika. Semplice perché stiamo assistendo a una gravissima e palese violazione della sovranità nazionale di uno stato in maniera silente col beneplacito dei principali governi europei, Francia e Germania in testa, vicenda questa che nella storia  non ha precedenti, e il tutto avente come fine primario  il denaro. La Grecia è stata obbligata ha introdurre misure economiche drastiche e draconiane, che portano e stanno portando il popolo alla fame, quella vera, quella che ti stringe i morsi dello stomaco, quella che costringe persone che fino a poco tempo lavoravano onestamente a rubare  e commettere ogni tipo di illecito semplicemente per mangiare, e il tutto ovviamente   affinché  i miliardi di  titoli di stato non divengano  carta straccia. Scelte economiche sbagliate, politiche tese allo straripamento dei conti nonché trucchi contabili, hanno contribuito a far  si che lo stato ellenico ad oggi si ritrovi con una situazione finanziaria al limite del default, se non  già   in corso, comportando, man mano che ha adottato le diverse manovre per rientrare nei  parametri voluti dalla Troika, non solo  un’imminente  guerra civile, ma altresì  cedendo  letteralmente la propria indipendenza e autonomia di nazione e di popolo. Con  l’ultima tranche  che verrà erogata la Troika ha preteso che siano presenti dei commissari che controllino la reale attuazione delle misure a garanzia del prestito. Assurdo. E’ come se qualcuno a casa nostra venisse a controllare se ci alimentiamo correttamente per affrontare la vita di tutti i giorni e lavorare per ripagare un’obbligazione. Pena la non erogazione o sospensione dei fondi. I greci non sono più padroni a casa loro, comandano le banche attraverso le istituzioni corrotte e soggiogate ai loro voleri.
In Italia ci stiamo avvicinando di molto alle calende greche. Abbiamo votato una coalizione che doveva fare riforme e che aveva i numeri per farle. Si sono rifiutati e hanno inserito con un golpe una figura come quella di Mario Monti (che tra l’altro rappresenta una delle maggiori banche di investimento americane a livello globale e che fa parte del tanto famigeratoe discusso  gruppo Bildenderg) che non solo ha fatto una manovra che personalmente ha colpito le classi del ceto medio-basso con le misure che tutti noi conosciamo, ma con le tanto decantate liberalizzazioni ha bersagliato solo quei settori debilitati, mentre a parità di condizioni e come al solito, con quattro ministri banchieri (vedi  Passera Ciaccia, Fornero  e  Gnudi)  banche, assicurazioni, petrolieri, costruttori, tycoon televisivi (uno, il solito) – l’hanno fatta franca. Una vergogna.  Stiamo regredendo alla selezione della specie di Darwin , i più forti, quelli coi soldi comandano e annientano i deboli-poveri. Stiamo nella stessa condizione della Francia della rivoluzione francese,  un gruppo di oligarchi che si e no rappresenta una percentuale bassissima del popolo che soggioga la maggioranza dello stesso. E non bastassero ci sfottono pure coi vari Martone, Stracquadanio e altri. Mi chiedo dove vogliono arrivare?
 Ma, soprattutto, cosa vogliamo fare noi in quanto cittadini. L’unica arma che abbiamo è il voto. Quella capacità di metter una croce su un simbolo diviene oro se non più durante le varie competizioni elettorali. In quei frangenti,  infatti, siamo coccolati di rassicurazioni, attenzioni, i politici scendono dal loro castello tra la gente comune, ci ascoltano, si insediano nei meandri dei nostri bisogni e esigenze, ci prendono in disparte, ci fanno confidenze, pacche sulla spalla, circuiscono i nostri  sensi con quella loro capacità oratoria fine e diplomatica del verbo politico, assumono le forme più strane, strisciano , ci avvelenano la mente e ci intorpidiscono fino al momento del voto, per poi sparire fino al successivo appuntamento. Come opporci? Semplice, alle loro elucubrazioni gonfiate di risultati e problemi che solo la loro maestria han saputo risolvere sbattere la realtà delle inefficienze, mediocrità e irrisorie  azioni politiche, spaesandoli e infine demolendo i loro paradigmi di inconcludenza perenne.
Votate secondo coscienza, votate secondo il vostro volere, votate per la vostra libertà di scelta.
Saluti Veritas. Â Â Â Â Â Â Â Â