TORINO. NELLA CHIESA DEDICATA A SANT’ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI, IL PARROCO, M. R. DON DAVIDE CHIAUSSA, HA IMPARTITO IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO ALLA PICCOLA AMALIA BOSIO, DALLE ‘RADICI VITULATINE’
 di Paolo Pozzuoli.
Nella chiesa dedicata a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, nella notte santa, in un’atmosfera bellissima, celestiale, anche per l’armoniosa propagazione dei canti composti dal Santo Vescovo di Sant’Agata de’ Goti in onore di Gesù bambino, il M. R. Parroco don Davide Chiaussa ha impartito il sacramento del battesimo alla piccola Amalia, presentata dai genitori, Mauro Bosio e Gabriella Aiezza, dal padrino, Davide Bosio, e dalla madrina, Maria Giovanna Aiezza, ed accompagnata dai nonni paterni (Franco e Ida), e materni (Salvatore e Antonietta), dagli zii (Flavio e Clara Bosio), dai prozii, Nino Pister, Giovanna Ciaffi e Carmelina Aiezza.
‘Oscurata’ la chiesa, don Davide, così come “si faceva una volta quando un bambino o un adulto riceveva il battesimo per andare progressivamente incontro alla Luceâ€, ‘partiva’ dal fondo per avviarsi verso la Luce con le bambine (c’era anche Chiara) che si avvicinavano al fonte battesimale. Intanto, aveva “giustificato†l’improvviso “nguè-nguè†della piccola Amalia “come il vagito forse emesso anche da Gesù bambinoâ€. Quindi, presiedeva l’eucaristia – concelebranti don Enrico e i diaconi Enzo e Michele – impartiva il battesimo “con un’acqua particolare, venuta dal fiume Giordano e benedetta alle ore 18:00†in virtù del quale le piccole Amalia e Chiara “hanno cominciato il proprio cammino di fede, sono diventate nuove creature, piene di Cristo, hanno vissuto la Luce di Cristo e vivono sempre come figlie della Luce†e pronunciava un’omelia bellissima, intensa e vasta per argomenti e dottrina, ma di felice e semplice attuazione, esecuzione. Un’omelia – come dire – che sintetizza compostamente e discretamente la vita terrena dell’uomo e/o della donna chiamati ad impegnarsi primieramente ad accogliere Gesù bambino, quindi a farlo crescere nella loro vita ed infine camminare insieme perché possano essere accompagnati ed affidati al Padre celeste e che riportiamo nella sua interezza: “Il colpo d’occhio sull’assemblea della messa di mezza notte è un qualcosa di unico nell’anno. Non credo che ci siano altre messe dove la percezione e la presenza dell’assemblea è così forte almeno dal mio osservatorio che capisco essere un po’ privilegiato in questo momento. Sarebbe bello avere il tempo per poter condividere, per poterci dire che cosa portiamo qui questa sera e che cosa desideriamo portarci a casa. Almeno per me. Per me sarebbe un’esperienza bella, magari scopriremmo di avere tante sofferenze che ci accomunano e questo magari ci farebbe sentire un po’ meno soli in queste fatiche, in queste sofferenze. Ma soprattutto, soprattutto, ci farebbe scoprire di avere tutti nel cuore, di noi tutti che siamo qui questa sera, la speranza di Dio che entra nelle nostre vite per alimentare la nostra felicità , per guidarci verso la Luce. Siamo partiti dal fondo con queste famiglie come si faceva una volta quando un bambino o un adulto riceveva il battesimo. Alcune parti venivano fatte dal fondo della chiesa e poi, progressivamente, si andava incontro alla Luce. Questa sera l’altare è tanto illuminato perché vuole raccontare anche ai nostri occhi la Luce di Dio che nasce in questa santa notte anche se le letture hanno un tema un po’ diverso, hanno un taglio un po’ diverso perché parlano delle tenebre di un popolo che cammina nelle tenebre di Gesù che nasce in una grotta, nelle tenebre, nella notte. Se ci fate caso, quando ci avviciniamo al Natale, quasi sempre in questi ultimi anni – ci abbiamo fatto attenzione – arriva una brutta notizia. Quando noi ci stiamo abituando a questo clima bello, fraterno del Natale, ascoltiamo magari una notizia devastante, di qualcosa che succede nel mondo, quasi che la tenebra volesse rimangiarci quella piccola Luce che il Natale sta per accendere nei nostri cuori. E poi tante volte nel Natale, in questi giorni soprattutto, percepisco in quelle persone tanta solitudine e tanta tristezza. Ancora, stamattina, una nostra parrocchiana è ritornata alla casa di Dio, nella casa del Padre. E la famiglia, questa notte, soffrirà e piangerà una persona amata. E la domanda è una e una sola: perché Dio non ha tolto la tenebra? Perché il Signore non ha rimosso questo buio che ci circonda, questa negatività che spesso entra anche nelle nostre case, entra anche nel nostro cuore? Molto meglio togliere subito quello che ci fa soffrire e non ne parliamo più. Dio ha scelto, ci ha dato una risposta a questa domanda. Forse non ci piace tanto, ma una risposta l’abbiamo e la risposta è che Dio ha scelto di non rimuovere le tenebre ma di attraversarle con noi e camminare insieme a noi: ha scelto di farsi Luce per noi. Pensate alla storia di Maria o di Giuseppe. Dio non ha tolto le tenebre intorno a loro. La loro vita non è andata sempre tutta dritta. Non ci sono state, non è stata una vita senza sofferenze. Dio ha scelto di togliere la tenebra da dentro Maria e da dentro Giuseppe. È come se li avesse illuminati da dentro di una Luce che era talmente splendente da illuminare tutto quello che incontravano nella loro vita. Anche la tenebra della crocifissione del figlio. Dio non toglie la tenebra dalla nostra vita, ma desidera mettere una Luce dentro di noi. Questa è l’offerta che Dio ha dato, ha fatto al popolo che camminava nelle tenebre. La tenebra non ha impedito a Dio di amare l’uomo, non ha impedito a Dio di ridire ogni anno, in questa celebrazione, il bene che vuole a tutta l’umanità , a tutta l’umanità indistintamente. La tenebra non ha impedito a Dio di dare la vita a Chiara e ad Amalia. La tenebra non ha impedito a queste famiglie di venire qui questa sera per far vivere alle loro figlie questo momento solenne e bello del battesimo che è proprio il momento in cui questo seme e questa Luce viene ed entra nella loro vita. Le tenebre non hanno impedito a Dio di volerci bene neanche questa sera. E allora veniamo questa sera a celebrare la veglia di Natale, la nascita di Gesù bambino. Dice don Primo Mazzolari “non tanto per ricordare ma per credereâ€. Per credere che la speranza che ci giunge nel Natale è una speranza efficace anche oggi, ancora oggi. E anche se abbiamo portato, siamo venuti qui portandoci da casa delle preoccupazioni, oggi andiamo alla ricerca di quella Luce che è dentro di noi, andiamo a sostenere, ad alimentare, a rafforzare la speranza che la nostra vita è incamminata verso quella Luce piena. Oggi, camminiamo nelle tenebre con una Luce che ci precede, la Luce di Gesù. Ma la nostra destinazione è la Luce piena, lo splendore del volto di Dio. Che cosa può fare un bambino per l’uomo, per l’umanità ? Un Dio bambino che cosa può fare? Forse niente perché adesso è la parte del Natale, è Natale. Ci viene detto che oggi è Natale e la parte che dobbiamo fare è quella di proteggere, di far crescere, di difendere questo bambino Gesù perché diventi adulto ed è un cammino simbolico spirituale. Anche questo Dio in noi deve crescere. Da bambino diventare adulto e sappiamo che quando Gesù diventa adulto comincia a predicare nella vita degli uomini, comincia a predicare anche nella nostra vita. Allora, oggi lo accogliamo come bambino e ci prendiamo l’impegno nel corso di quest’anno di farlo crescere nella nostra vitaâ€.
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