Milano, 3 apr. (TMNews) – Si è dimesso Francesco Belsito, il tesoriere della Lega indagato dalle procure di Milano e di Napoli. E, secondo la procura di Milano, i conti del partito sono falsi: Belsito, indagato per appropriazione indebita e truffa aggravata, avrebbe distratto soldi pubblici per sostenere “i costi della famiglia Bossi”. Soldi ai figli di Umberto Bossi e alla senatrice Rosy Mauro, attraverso pagamenti di viaggi, soggiorni in albergo ed esigenze spicciole personali: questo il quadro che emerge dalla relazione del Noe alla procura. Belsito ha raggiunto il Senatur nella sede del Carroccio in via Bellerio a Milano, mentre Roberto Maroni era tornato a chiedere le immediate dimissioni del tesoriere. La sua intenzione è proporre la sostituzione immediata con una “personalità di alto livello”. Oltre agli uffici di Belsito, la Gdf ha perquisito l’ufficio e la casa di Daniela Cantamessa, una delle segretarie di Umberto Bossi, e la sede del sindacato padano. Dal canto suo, il tesoriere ha detto di non avere “nulla da nascondere”, e che “le accuse vanno provate”, mentre Silvio Berlusconi, ha espresso solidarietà e “affettuosa vicinanza” a Umberto Bossi – che non risulta comunque indagato – nei confronti del quale “i sospetti sono impossibili”. E Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e legale di fiducia dell’ex premier, ha definito “un’assurdità ” il prospettato vantaggio economico per Umberto Bossi e la sua famiglia con denaro della Lega. Nel decreto di perquisizione degli uffici di Via Bellerio si legge di “esborsi effettuati per esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord. Esborsi in contante o con assegni circolari o attraverso contratti simulati”. “Belsito – prosegue il decreto – aveva chiesto il supporto di una società fiduciaria con sede a Lugano, la Doge Sa, per la predisposizione di strutture societarie attraverso le quali giustificare il trasferimento all’estero di denaro detenuto in Italia”. E si ricorda anche che nell’agosto del 2011 sono stati corrisposti al partito di Bossi circa 18 milioni di euro. Secondo i pm di Milano sarebbe stato violato l’obbligo di rendicontazione con la revisione dei conti effettuata da revisori nominati dal Parlamento che, si ricorda, “è momento fondamentale del procedimento di controllo pubblico”. Belsito è indagato anche a Napoli per riciclaggio. La procura del capoluogo campano ha disposto perquisizioni per cinque indagati ma il numero delle persone finite sotto inchiesta, a quanto si è appreso, sarebbe molto più alto. Ci sono anche dei napoletani, per i quali i magistrati hanno disposto le perquisizioni. Oltre a Belsito, figurano: l’imprenditore veneto Stefano Bonet e altre tre persone che “hanno riferimenti con l’impresa che opera anche nella provincia di Napoli”. L’azienda finita all’attenzione degli inquirenti è la Siram, gruppo imprenditoriale nel settore dei servizi energetici e multitecnologici. Int6/Kat