Terza domenica di Avvento (A)

Gesù che parla alla gente

“La speranza si paga con la pazienza”

<<Commento di don Franco Galeone>>

(francescogaleone@libero.it)

 

 

Sei tu colui che deve venire?

* Giovanni il Battezzatore, incarcerato, manda i suoi discepoli a chiedere a Gesù se è Lui “quello che deve venire” o se bisogna “aspettarne un altro”. Giovanni, dopo avere salutato Gesù come il messia, comincia davvero ad avere qualche dubbio. Dove sono le vittorie che Giovanni si aspettava dal messia? Dove la scure e il fuoco? Dove le folle convertite? Dove il trionfo del giusto e lo sterminio dei malvagi? In prigione, Giovanni sembra non comprendere più; Gesù non cresceva; anzi, stava alla larga dalla pubblicità; Giovanni parlava di mietitura, di separare i buoni dai cattivi, di tagliare ogni albero senza frutto … invece Gesù parlava di seminagione, di rimandare alla fine il giudizio, di non essere venuto a separare ma ad inaugurare. Fu questo davvero il dubbio che tormentò Giovanni in carcere: Dio era diverso dalle sue previsioni; Dio era semplicemente “diverso” da come lo immaginava.

 

Il Vangelo: una rivelazione rivoluzionaria

* Quando Cristo è venuto nel mondo, ha trovato di fronte a sé una religione stabilita, naturale all’uomo, fatta a immagine dell’uomo e l’ha rivoluzionata. Quella religione esaltava la maestà di Dio; temeva la sua giustizia; otteneva il suo favore con un numero di prestazioni; Dio puniva i cattivi e premiava i giusti; segni della benedizione divina erano il buon raccolto, la buona salute, la famiglia numerosa … E’ una religione naturale, umana, e noi dobbiamo cercare di superarla, perché Dio è soprannaturale e la sua logica è divina. Giovanni il Battezzatore predicava questa religione; attendeva un re glorioso e potente; annunciava la grande apocalisse a colpi di scure. Quando poi Giovanni ha visto che Cristo era mite e in fila per il battesimo, che non interveniva nelle lotte nazionali, che consigliava ai poveri e ai ricchi il distacco dalle ricchezze, che proclamava beati i pacifici … non comprende più nulla, e manda a Cristo un’ambasceria: “Sei  tu colui che deve venire?”. Cristo, infatti, faceva nuove tutte le cose; inaugurava una rivelazione rivoluzionaria; annunciava un Vangelo che nessuno prima di Lui conosceva e che noi non abbiamo finito di comprendere. Giovanni pensava che Cristo venisse a ripetere una religione conosciuta da sempre, a misura di uomo; invece Cristo presentava un Padre assolutamente inedito, originale, a misura di Dio. Cristo ha rivelato che Dio è sempre e solo tutto amore, che è venuto per amare nelle vesti di un bambino, di un operaio, di un condannato, di un risorto. Davvero tutto è capovolto! Cristo non divide più gli uomini nelle due vecchie categorie: i buoni da premiare e i cattivi da castigare; gli uomini sono divisi nelle due nuove categorie: quelli che amano, che si lasciano amare, e quelli che rifiutano il suo amore e il suo perdono. A chi lo segue promette la rovina in questo mondo, ai peccatori annuncia una festa, alla gente “per bene” assicura l’ultimo posto, alle persone “religiose” augura di uscire dal  loro sepolcro imbiancato.

 

Il Vangelo inaugura una religione nuova

* Questa religione “nuova” ci disorienta: chi di noi vede nella malattia e nell’insuccesso una prova della predilezione divina? Chi di noi comprende che nella sofferenza è simile al Cristo? Questa religione nuova ci disorienta: l’accettiamo con gioia nei momenti di fervore e di successo, ma il terribile quotidiano ci demolisce; facciamo fatica a portare la croce; le altre croci ci sembrano preferibili; aspettiamo sempre una croce piena di nobiltà e di leggerezza. Giovanni, chiuso in prigione, sul punto di essere sgozzato per capriccio di una coppia dissoluta, si domandava: “Ma Cristo è davvero il messia? Cristo farà qualcosa per liberarmi?”. I pensieri di Dio sono diversi dai nostri, così Giovanni rimane in prigione e riceve la risposta che tutto va bene, che proprio così il nuovo Regno si inaugura e consolida. Allora Giovanni soffre, accetta in silenzio e, con la morte, dimostra la sua fedeltà al Cristo.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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