Strabiliante ed applaudita ‘prima’ in Strangolagalli di Castel di Sasso del progetto “C u o r e e F i s a r m o n i c a” di Pasquale De Marco

209100172091003520870033Strabiliante ed applaudita ‘prima’ in Strangolagalli di Castel di Sasso del progetto “C u o r e  e  F i s a r m o n i c a” di Pasquale De MarcoCamilla Maria Simeone e Giovanni Simeone, presentato dal Comune di Castel di Sasso, dalla Pro-loco “La castellana” e dall’Associazione Culturale “Musica…ndo”. Prossimo appuntamento: giovedì 10 c.m., nella piazza grande di Strangolagalli, a partire dalle ore 21:00.

di Paolo Pozzuoli

Genio e musica l’uno (maestro Pasquale De Marco), genio, poesia e medicina l’altro (dr. Giovanni Simeone, validamente collaborato dalla figlia Camilla). Dall’incontro al connubio di questi due personaggi, saggi, sognatori ed orgogliosi delle proprie radici, il passo è stato breve. E così, da questi due figli genuini di Castel di Sasso, una terra aspra e generosa cui, nonostante abbandonata come tante altre, sono visceralmente legati e cercano di restituire tutto quello che è stato espropriato, è nata una collaborazione intensa ed esaltante che ha originato un’armonica fusione di versi e note titolati “Sasso – Tanti fratelli” (un inno all’amore, all’amicizia, alla fratellanza nel ricordo imperituro del Patriota Decio Coletti (… presso il seminario di Capua fu allievo di mons. Paolo Pozzuoli, vescovo di Sant’Agata de’ Goti dal 1792 al 1799, insegnante di ‘logica e metafisica’), eroe delle rivoluzioni del 1799 e del 1820, fulgido esempio di amore filiale (‘signori, vi presento mio padre!’: quindi, si scusò per aver interrotto una importantissima riunione che presiedeva in qualità di ‘Commissario del Dipartimento Volturno’), “Aiesce sole santo”, “Sant’Alfonso Maria de’ Liguori” (una stupenda sintesi della presenza del santo nella zona: invocato per le missioni dal vescovo di Caiazzo, per aver assicurato vicinanza e conforto ai poveri, miracolato una vecchietta, ecc., fu calunniato e costretto ad andar via), “Vien stasera” (tratteggia le fasi iniziali del fidanzamento di ‘una volta’), gustose autobiografie che tengono viva la memoria trattando e fondendo storia, tradizioni, usi, costumi, il vero leit motiv del progetto ‘Cuore e Fisarmonica’, presentato dal Comune di Castel di Sasso, dalla Pro-loco “La castellana” e dall’Associazione Culturale ‘Musica … ndo’ in prima assoluta presso la struttura edificata nella località Strangolagalli quasi certamente durante o poco dopo la permanenza di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nell’intera area e dedicata a Maria Santissima Assunta in Cielo, ora acquisita al patrimonio comunale e, meravigliosamente restaurata, è stata destinata ad ospitare i grandi eventi. ‘Da bambino, qui fuori, sul sagrato, quando la chiesa era aperta al culto’ – ha riferito Giovanni Simeone – ‘nella ricorrenza della festa di Sant’Antonio Abate, un santo speciale (molto ricco, poi, digiunando nel deserto, ebbe una illuminazione che gli fece lasciare tutto il suo ingente patrimonio ed abbracciare uno stile di vita povero e penitente), ricordato come guaritore dell’herpes nonché patrono degli animali (… nelle iconografie c’è sempre un maialino ai suoi piedi), era un brulicare di residenti che, mettendosi in fila, portavano a far benedire dal parroco gli animali domestici posseduti: c’era umiltà e c’era rispetto per tutto e per tutti’. (È un santo cui Giovanni Simeone è particolarmente legato al punto da invocare in <Aiesce sole santo>, in ricordo della cara, premurosa e indimenticabile zia Camilla (una donna di sani principi morali e religiosi che trasmetteva con l’esempio e le parole: era lei a cercare la ‘Compagnia per eccellenza’ canterellando Aiesce sole sant’ e ‘nfoca ‘a tutt’ quant’. Sia laudato Gesù e Maria e tutti i Santi in cumpagnia” ed era sempre lei a raccogliere da terra il pezzetto di pane casualmente caduto ed a recitare la preghiera prima di mangiarlo) ‘il sole santo perché dia il giusto calore <‘o puorco e Sant’Antuono ca ce da tutto chello ch’è buono!’> ed al quale, da medico, si ispira). Pasquale De Marco che fa? Messo da parte quel cattivo pensiero che lo spingeva a discettare di ‘male oscuro’, non si culla sui ricordi ma, con la sua fisarmonica solitario va: verso ogni vicolo, ogni angolo, anche il più remoto, con la propria storia legata alla gente dignitosa e serena che vi ha dimorato e brillato per umiltà, intelligenza, laboriosità, gente che ha sempre anteposto agli interessi i sentimenti di amicizia e di solidarietà, gente fiera, orgogliosa e rispettosa al punto da apostrofare i più anziani con il ‘voi’; è qui che è nato ed è qui dove ha trascorso gli anni più belli dell’infanzia, da quelli con amici e compagni di scuola e di gioco a quelli, indelebili, con i cari genitori; ed è ancora qui, fermo ad ascoltare l’eco dello schiamazzo di animali e delle grida festose dei bambini che giocavano con un pallone di carta o di pezza nell’unica piazza esistente del paese, immagine familiare di un paese povero ma genuino; sempre qui va incontro al paesaggio tipico con le alternanze di monti e valli, boschi e rocce vive, prima di approdare in una lussureggiante pianura. Le note della fisarmonica di Pasquale De Marco, ormai ispirato, non sono magiche come quelle del famoso piffero ma, avendo altre peculiarità, l’hanno portato là dove batteva forte il cuore e trasformato in Indiana Jones con l’intento di recuperare cultura e tradizioni al fine di tenere viva la memoria di un passato fatto di onestà e di ideali, da non buttare nel cestino ma da trasmettere. Ben presto le note sono state tacitate dal rumore inconfondibile e inimitabile di una cascata meravigliosa, inesplorata, dalle acque purissime e incontaminate e dall’incredibile visione di quanto ammirato all’interno della chiesa dedicata a S. Biagio extra moenia che ha strappato all’attento e generoso consigliere provinciale dr. Domenico Ragozzino, amministratore garbato e lungimirante, l’impegno a far ritornare la chiesa fruibile la chiesa agli antichi splendori perché “l’obiettivo è fare tutto quanto necessita per recuperare con gli antichi valori, etici, morali, religiosi, ormai démodé, le radici che sono la parte vitale per crescere e conoscere il passato attraverso le radici di ciascuno di noi”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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