Sindacalista investito ed ucciso a Briandate, domiciliari per conducente camion.
(Comunicato Stampa 23/06/2021) Sindacalista investito ed ucciso a
Briandate, domiciliari per conducente camion. Alberto Pallotti
(A.I.F.V.S. ODV): “Necessario dare strumenti a giudici per parificare
gravità omicidio stradale a colposoâ€
BRIANDATE. Continua a tenere banco il caso di Adil Belakhdim, il
sindacalista del “Cobas Sì†investito ed ucciso a Briandate, in
provincia di Novara, davanti all’ingresso del centro di distribuzione
Lidl, nella mattinata di venerdì 18 giugno.
Al conducente del camion che avrebbe trasportato, per una decina di
metri, il corpo della vittima, oltre a ferire altre quattro persone,
sono stati accordati gli arresti domiciliari, in attesa di rispondere
delle accuse di omicidio stradale, resistenza e omissione di soccorso.
L’uomo, che avrebbe compiuto l’atto a seguito di un forte diverbio con
i
manifestanti, è stato fermato a distanza di qualche chilometro dal
luogo
dall’accaduto, dopo una breve fuga, all’altezza del casello
autostradale
di Novara Ovest.
“Siamo davvero indignati per i lati interpretativi della legge per
l’omicidio stradale – afferma il presidente dell’Associazione Italiana
Familiari e Vittime della Strada ODV, Alberto Pallotti -. Il paradosso
è
che, chi uccide sulle strade non rispettando il codice o ottiene, nella
maggiore dei casi, uno stato di libertà vigilata sino al terzo grado o
viene arrestato al momento dell’accaduto per le aggravanti, per poi
essere destinato ai domiciliari. Le leggi in Italia non contano più.
Ricordiamo alcuni dei punti che noi riteniamo basilari per garantire
giustizia in questo paese: «Art. 589-bis. (Omicidio stradale) Chiunque
cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme
sulla disciplina della circolazione stradale è punito con la reclusione
da due a sette anni»; «Art. 589-ter. (Fuga del conducente in caso di
omicidio stradale). Nel caso di cui all’articolo 589-bis, se il
conducente si dà alla fuga, la pena è aumentata da un terzo a due terzi
e comunque non può essere inferiore a cinque anni». Un quadro chiaro
che
non viene attuato nei tribunali: bisogna fornire ai giudici i mezzi per
poter mettere al pari l’omicidio stradale con quello colposo. Chi
commette questo reato, deve essere trattato allo stesso modo di chi
uccide in altro modo. Chi guida ubriaco, sotto effetti di stupefacenti,
al telefono o attuando altre forme di mancanza di rispetto nei
confronti
dell’utente della strada, merita il carcere sin da subito. Attendiamo
di
conoscere l’esito dell’inchiesta, ma, se per nessuno degli indagati si
aprono le porte della galera, dobbiamo farci qualche domandaâ€.
—
A.I.F.V.S. ODV
Con Delega responsabile alla stampa e Vice Presidente e responsabile di
sede di Aversa e dell’agro aversano.
Biagio Ciaramella
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