SIGNORAGGIO BANCARIO E DEMOCRAZIA A SOVRANITA’ LIMITATA
di Raffaele Cardillo
La dottrina Brezhnev nota come teoria della “sovranità limitataâ€, fu una linea di politica estera introdotta dal gerarca sovietico al quinto congresso del partito comunista polacco, che ebbe a tutelare il monopolio del potere da parte dell’Unione Sovietica sui paesi del Patto di Varsavia.
Di conseguenza non si accettavano scelte contrarie ai dogmi del comunismo internazionale, pena pesanti scomuniche, con conseguenti internamenti in luoghi di detenzione, descritti in maniera cruda, nell’Arcipelago Gulag, romanzo tristamente famoso dello scrittore dissenziente Solgenitsin.
La dottrina in parola fu usata per giustificare l’invasione della Cecoslovacchia, ponendo fine alla primavera di Praga, e quella dell’Afghanistan.
Questo lungo incipit è teso a dimostrare l’inquietante analogia, tra quanto avvenne circa cinquant’anni addietro e, l’attuale Signoraggio Bancario che, rende monca la democrazia.
Il tutto grazie alla comoda acquiescenza, alla sottile compiacenza del mondo politico, tutto dedito alla strenua ricerca del proprio “particulareâ€, perdendo di vista il bene comune e crogiolandosi al sole dei benefit, delle laute prebende, dei vitalizi e tante altre provvidenze che diventano obbrobriose e insopportabili.
Per poterci inoltrare nella strada perigliosa del concetto di Signoraggio Bancario, bisogna che si facciano dei preamboli atti a rendere la trattazione più fruibile e godibile.
Per definizione l’argomento di cui trattasi si configura come il reddito percepito da chi emetta moneta, che si commisura alla differenza tra il suo valore nominale (facciale) e il costo di produzione altrimenti detto valore intrinseco.
Con l’abolizione degli accordi di Bretton Woods l’emissione di carta moneta fu sganciata dalla riserva aurea posta a garanzia della stessa, di conseguenza venne meno la convertibilità .
Da ciò ci verrebbe da dire che, essa sia creata dal nulla e, sia perfezionata solo con l’atto della stampa.
Il suo valore, quindi è dettato da coloro che l’accettano in pagamento e al suo utilizzo.
Siccome noi facciamo parte di un organismo sovranazionale, l’emissione del denaro è esclusiva della Banca Centrale Europea, che rilascia delega, nel nostro caso, alla Banca d’Italia che soddisfa le potenziali richieste di penuria di liquidità dello Stato italiano che, come contropartita rilascia titoli di stato.
Questi titoli ora di proprietà della BCE sono ceduti alle banche per la negoziazione e alla loro naturale scadenza, saranno estinti con la maggiorazione degli interessi.
Da quanto evidenziato potrebbe discendere che, la Banca Centrale si appropri del reddito da signoraggio di tutta la moneta emessa, un comportamento innaturale poiché essa non è di sua proprietà , perché non più supportata da una riserva aurea a garanzia dell’emissione.
Essendo disancorata, poi, dagli accordi di Bretton Woods, viene meno anche il suo valore creditizio, perdendo in tal modo la sua funzione debitoria verso la banca emittente.
Considerate queste riflessioni, si potrebbe arguire, in ultima analisi, che la proprietà della moneta appartenga alla collettività .
Di converso anche il debito pubblico, che rappresenta l’obbligazione che lo Stato ha nei confronti dell’Istituto d’Emissione, è da considerarsi frutto del Signoraggio, un marchingegno contorto, dagli effetti perniciosi per la comunità .
Intanto una parte della politica assiste compiaciuta a questo scempio, assumendo posizioni di compromesso.
Questi arricchimenti che, oseremo definire indebiti delle Banche, hanno anche lo scopo precipuo di controllo delle masse, un asservimento globale da parte degli “Illuminatiâ€, teso alla costruzione di un “Nuovo Ordine Mondialeâ€.
Per contrastare questi insani progetti, l’unica arma efficace è quella di restituire la “Sovranità Monetaria†al popolo, l’unico vero depositario dei flussi finanziari che regoli una nazione.