SI SCRIVE ACQUA SI LEGGE DEMOCRAZIA – RESTIAMO UMANI

 

 
SI SCRIVE VAL SUSA NON TAV SI LEGGE DEMOCRAZIA – RESTIAMO UMANI
Siamo a 6500 persone che hanno firmato l’appello del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua in poco più di 24 ore.
Riattiviamo i contatti con le persone. Facciamo firmare firmare firmare.
Dal mio punto di vista ad essere attaccati da un centralismo statale incredibile siamo in primo luogo noi cittadini, ma lo siamo a partire dallo svuotamento fino alla chiusura dei nostri Comuni.
Ho letto gli articoli 18, 19 e 20 della bozza di decreto che il Governo si appresterebbe ad approvare con decreto legge entro il prossimo 20 gennaio.
Sul piano giuridico ha già scritto ieri su Il Manifesto il Prof. Alberto Lucarelli. Confermando questo attacco alle Autonomie Locali, ai Comuni.
Se andate all’articolo 18 della bozza si scopre che lo Stato si arroga, cos’ sembra, il diritto di legiferare sui servizi pubblici locali in base all’articolo 117 comma 2 lettere e) e s). Queste lettere riguardano: 1) la concorrenza e 2) l’ambiente.
Come dire che in base a queste due lettere, alquanto lontane dai servizi pubblici locali conosciuti fin qui dai cittadini, non è solo l’acqua ma tutti i servizi pubblici locali rientrerebbero nella legislazione esclusiva dello Stato.

Non vi sembra che si stia esagerando? E forse peggio?
E non c’è contraddizione con l’articolo 117 comma 2 lettera g), sempre della Costituzione, che riserva alla legislazione esclusiva dello Stato solamente l‘”ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali” e non già ordinamento e organizzazione amministrativa di Comuni Città metropolitane Province Regioni. In questo senso anche l’articolo 21 della legge n. 42/2009 sul federalismo fiscale.
L’articolo 20, torniamo alla bozza dell’attuale Governo, modifica il comma 1 dell’articolo 114 del decreto legislativo n. 267/2000 come segue (in rosso la modifica): “L’azienda speciale è ente strumentale dell’ente locale per la gestione di servizi diversi dai servizi di interesse economico generale…..
 
Come se con queste parole i Comuni sono inibiti di gestire direttamente i servizi che hanno assicurato ai propri cittadini da circa 1000 (mille) anni!!!
L’attacco è meramente politico. Non altro. Perché sul piano giuridico, se i Comuni fanno valere la proprie competenze come da Costituzione, l’aggiunta di queste parole possono non cambiare nulla. Sempre se i Comuni siano disposti ad andare avanti e a impugnare eventuali interventi dello Stato davanti alla giustizia fino alla Corte Costituzionale. 
Basterebbe, ad esempio, sviluppare quanto il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua propone da alcuni anni, cioè, inserire negli Statuti Comunali che il servizio idrico e i servizi pubblici locali sono privi di rilevanza economica.
In altre parole, basterebbe modificare gli Statuti comunali e continuare a gestire il servizio idrico e i servizi pubblici locali con Aziende Speciali. 
Facendo un atto assolutamente legittimo e coerente, almeno fin qui, con il Trattato e la giurisprudenza della Corte di Giustizia Ue.
Se ne volete una conferma andate al Libro Verde sui Servizi di Interesse Generale del 2003 della Commissione delle Comunità Europee ai punti 31, 32, 79, 80 tra l’altro si legge:
31 Spetta prioritariamente alle autorità competenti a livello nazionale, regionale e locale definire, organizzare, finanziare e monitorare  i servizi di interesse generale….”
32 .… omissis
(2) Altri servizi di interesse economico generale (ndr. per l’Ue non interessa se si parla di servizi di interesse generale o di interesse economico generale, a conferma di noti sotto come la Commissione Ue intitola Libro Verde e Libro Bianco, ma se hanno o meno “vocazione commerciale“).
Altri servizi di interesse economico generale, quali la gestione dei rifiuti, l’approvvigionamento idrico o il servizio pubblico di radiodiffusione, non sono soggetti ad un regime regolamentare complessivo a livello Comunitario. In generale, la prestazione e l’organizzazione di questi servizi sono soggette alle norme che disciplinano il mercato interno, la concorrenza e gli aiuti di stato a condizione che interessino gli scambi commerciali fra gli Stati membri “.

“79 Per quanto riguarda l’organizzazione della fornitura di un servizio di interesse economico generale, gli Stati membri sono liberi di stabilire le modalità di gestione, sempre nel rispetto delle norme comunitarie. In ogni caso, il grado di apertura del mercato e la concorrenza in un determinato servizio di interesse economico generale è deciso dalle pertinenti norme comunitarie sul mercato interno e sulla concorrenza. Per quanto riguarda la partecipazione dello stato nella fornitura di servizi di interesse generale, spetta alle autorità pubbliche decidere se fornire questi servizi direttamente tramite la propria amministrazione oppure se affidarli a terzi (soggetti pubblici o privati)”.

Ad oggi, vedi la sentenza della Corte Costituzionale n. 24/2011 che ha ammesso i Referendum contro la privatizzazione dei servizi pubblici e dell’acqua, la Comunità Ue su servizi pubblici locali tra cui acqua e rifiuti non ha imposto nulla su liberalizzazione, o privatizzazione.

Mi limito a riportare solo questi passaggi, ma, nel “libro Verde – Servizi di interesse generale“, 2003, e “libro Bianco – Servizi d’interesse economico generale”, 2004, ce ne sono altri che confermano quanto scrive il Prof. Lucarelli, cioè che si sta facendo un decreto legge che esula sia dal Trattato Ue e dalla sua giurisprudenza che da più articoli della nostra Costituzione a difesa delle Autonomie Locali.
Come dire che, almeno a mio giudizio e non solo, si conferma che si sta facendo una operazione, per vero già tentata da altri governi e battuta da 26 milioni e oltre di cittadini Italiani con i Referendum del 12 e 13 giugno, che è un mero attacco alla nostra Costituzione e alle Autonomie Locali, non meno, almeno fin qui, al Trattato e alla giurisprudenza della Corte di giustizia Ue e, soprattutto, almeno a mio giudizio, ai diritti fondamentali e alla coscienza democratica di oltre il 94% di cittadini Italiani che hanno votato ai Referendum del 12 e 13 giugno.
Né si riesce a capire come dando ai privati i servizi pubblici locali si avranno servizi maggiori a costi inferiori. Con incremento, in più, scrivono, di occupazione. Come se i cittadini non conoscessero i maggiori costi dei servizi di interesse generale già passati ai privati.
Vero che le partecipate Spa e Srl create in questi ultimi 10-15 anni hanno creato sprechi e peggio, ma a me sembra non onesto dire che questo è dovuto non già a una politica di centro destra e di centro sinistra che ha introdotto, trasformando le Municipalizzate in Spa e Srl, logiche di competitività e di concorrenza nei servizi pubblici locali, ma a noi cittadini distratti e a lavoratori pubblici fannulloni.
In altre parole i cittadini e i lavoratori pubblici non possono pagare per una classe politica che ha sposato, con Spa e Srl, il mercato il liberismo economico, come migliori regolatori della nostra società.
Il Forum dei movimenti per l’acqua e 26 milioni di elettori chiedono la ripubblicizzazione dei servizi pubblici locali attraverso enti di diritto non privato ma pubblico. 
A differenza di prima, il Forum chiede che i cittadini, non con astratte Carte dei servizi, ma con forme di partecipazione diretta con Bilanci Partecipati.
E’ quanto dicono più studiosi, cioè che la democrazia rappresentativa ha manifestato evidenti carenze e che o si passa alla democrazia partecipativa o passare alle regole del mercato o alla competitività e concorrenza anche per i beni primari non si riesce a pensare a nessun superamento delle criticità che stanno esplodendo.
Inoltre, se passano i propositi di questa bozza governativa non è difficile vedere subito dopo la liberalizzazione, alias, la privatizzazione anche della sanità pubblica e della scuola pubblica. 
Non so che concludere se non invitando a confrontarsi e confrontarsi. Non cedendo a quanti sembrano più schiavi di logiche lontane dai cittadini che loro vicini e loro, almeno secondo quanto ho cercato di dimostrare sopra, sinceri rappresentanti.
Un saluto
13 gennaio 2012 Luigi Meconi

 SI SCRIVE ACQUA SI LEGGE DEMOCRAZIA – RESTIAMO UMANI
       SI SCRIVE VAL SUSA NON TAV SI LEGGE DEMOCRAZIA – RESTIAMO UMANI
Il giorno 13/gen/2012, alle ore 17.47, Ufficio Stampa Acqua Bene Comune ha scritto:
Care e cari,

in poco più di 24 ore oltre 6500 persone hanno firmato l’appello del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua in difesa dei referendum. Dobbiamo continuare a diffondere l’appello e moltiplicare le firme. Utilizziamo le nostre mailing list, il passaparola, i social network. Facciamo di tutto per far circolare questa mail e far firmare quanti più italiani possibile. 

E’ molto importante arrivare alla mobilitazione della prossima settimana con un appello firmato da molte migliaia di persone. 

Un abbraccio,

Luca


<logo-Obbedienza-civile.jpg>

APPELLO

“GIU’ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA!”

Firma e fai firmare

 

Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto.
Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica.
Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti.
A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente Governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato.
Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del debito, il Governo guidato da Mario Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di quanto venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In questo modo si vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della maggioranza assoluta del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto alla egemonia delle leggi di mercato ed evitare che il “contagio” si estenda fuori Italia.

Noi non ci stiamo.

L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.
I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non merci per la speculazione finanziaria.
Ma sorge, a questo punto, una enorme e fondamentale questione che riguarda la democrazia: nessuna “esigenza” di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.

Chiediamo con determinazione al Governo Monti di interrompere da subito la strada intrapresa.
Chiediamo a tutti i partiti, a tutte le forze sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.
Chiediamo alle donne e agli uomini di questo paese di sottoscrivere questo appello e di prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario.

Oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia.

<image001.jpg>


Informazioni su iniziative e mobilitazioni: www.acquabenecomune.org

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *