Si è svolto con successo il Premio di Poesia “Città di Sant’Elia Fiumerapidoâ€
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COMUNICATO STAMPA
 L’estate di San Martino ha regalato una bella giornata, calda quanto basta, per la cerimonia conclusiva della 13ª edizione del Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Elia Fiumerapidoâ€, svoltasi sabato 13 nella sala convegni del comune di Sant’Elia.
Il primo premio è stato assegnato a Giancarlo Interlandi, di Acitrezza, nome ben noto negli ambienti letterari, che ha dato finora alle stampe quattordici raccolte di poesie, oltre che una di racconti, e ha ricevuto moltissimi premi. Il suo primo libro, Sul filo della memoria è del 1979, l’ultimo Il pane dei ricordi del 2006.
Al secondo posto si classifica la giovane Ambra Simeone, di Gaeta, che è autrice di due raccolte di poesie, StraneStrade, del 2007, e Lingue cattive, uscita nel maggio di quest’anno, e che si già si è imposta all’attenzione del mondo letterario. È anche redattrice insieme a Max Condreas e Simone Lucciola del periodico letterario de-Comporre.
Il terzo premio è andato a Carla Baroni, di Ferrara. La poetessa ha pubblicato finora quattro libri di poesia: Lo zufolo del Dio silvano, 2002, Mi giudichi sol Dio e mi perdoni, 2003, Variate iterazioni, 2006, e Origami di stoffa, 2007. È presente in diverse antologie e collabora a varie riviste.
Una sala affollata. Tra i poeti segnalati, erano presenti e hanno letto le loro poesie, Claudio Carbone, di Formia (Latina), Leonardo Facchini, di Torino, Antonietta Perrone – S. Pietro Infine (Caserta), Ermelinda Santojanni – Napoli, e Angelo Veltre – Sparanise (Caserta).
Dopo i saluti dell’Assessore alla Cultura Antonio Trelle, ha fatto un intervento il presidente della Giuria Amerigo Iannacone, «Viviamo in tempi – ha detto, tra l’altro – di decadenza culturale, sociale, morale, antropologica addirittura. Se vi fermate a guardare le riviste esposte in un’edicola, potete leggere tante cose che riguardano le diete, come eliminare le rughe, come restare giovani, come scolpire il proprio corpo, eccetera eccetera. Si parla sempre e soltanto del corpo, mai di quello che c’è dentro di noi. Ma proprio perché c’è decadenza, è maggiormente ammirevole chi si dedica all’arte, in generale, e alla poesia, in particolare. Perché la poesia è un contraltare al degrado morale. È un qualcosa che sensibilizza le persone perché la poesia parla all’animo, lo addolcisce e fa anche prendere coscienza della realtà . E poesia non è solo quella lirica, ma, lasciando da parte gli altri generi, c’è anche la poesia satirica, che stuzzica il potere e c’è quella civile. Poesia questa magari difficile, dove pochi riescono, ma potente, tanto che i regimi dittatoriali hanno sempre perseguito e anche soppresso i poeti che davano fastidio al potere. Da Ovidio a Neruda, a Achmatova, a Hikmet».
Ha preso poi la parola Giuseppe Napolitano, già vincitore di una precedente edizione del Premio, per tracciare un ricordo di Giuliano Manacorda, da poco scomparso.
Molti i poeti e scrittori presenti in sala. Tra gli altri Max Condreas, Irene Vallore, Domenico Tata, Gerardo Vacana che ha anche fatto un appassionato intervento.