Si allarga la rete dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada ODV.

                  Pallotti, Ronzullo e Ciaramella: «Altre due mamme aiuteranno i familiari delle vittime in Sicilia». Le drammatiche testimonianze di Sara Anicito e Rossana Lo Re

Si allarga ancora la rete territoriale dell’Associazione Unitaria Familiari e Vittime della Strada ODV, che riunisce sotto lo stesso cappello l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ODV e l’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada ODV.

Dopo Lucilla Barbassini, presidente dell’Associazione Vittime della Strada “Angeli sull’Asfalto” di Terme Vigliatore, diventata responsabile per la provincia di Messina dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada ODV, e dopo Patrizia Pisi, vicepresidente nazionale dell’Associazione AVISL Onlus vittime incidenti sulla strada e del lavoro e rappresentante delle tre associazioni a Verona, altre due mamme assumono il ruolo di rappresentanti per la Sicilia dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada. Si tratta di Sara Anicito, il cui figlio, Roberto Battaglia, 17 anni, ha perso la vita in un incidente stradale il 17 novembre 2018, e Rossana Lo Re, madre di Marco Scuto, travolto da un’auto e ucciso il 30 settembre 2021.

«D’ora in poi l’azione sul territorio della Sicilia del nostro responsabile locale, Pietro Crisafulli, sarà rafforzata dall’aiuto di queste altre due mamme», dicono Alberto Pallotti e Biagio Ciaramella, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione Unitaria Familiari e Vittime della Strada Odv e dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Odv, ed Elena Ronzullo, presidente dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada Odv.

Aggiungono: «Dopo la morte a Catania di suo figlio Mimmo, Pietro Crisafulli ha iniziato una grande battaglia per la sicurezza stradale sul territorio della Sicilia ed è sempre stato vicino ai familiari delle vittime. Ora sul territorio avremo anche l’impegno di Sara Anicito e Rossana Lo Re, due mamme che, come tali, potranno stare vicine e supportare le altre madri e i familiari che purtroppo vivono la loro stessa tragedia».

«Mio figlio Roberto», racconta Sara Anicito, «è morto nello scontro tra il suo scooter e un’auto dopo essere uscito di casa una mattina, a mia insaputa, con un suo amico. L’incidente è avvenuto a qualche centinaio di metri da casa nostra. Una scena che nessun genitore vorrebbe mai vedere. Nell’immediato i soccorritori ci dissero: “Suo figlio correva, sono ragazzi”, ma dopo mesi arrivò il verbale del gps installato sullo scooter, dal quale si evince chiaramente che non andavano ad alta velocità. Vigili e carabinieri ci invitarono a rottamare lo scooter il prima possibile, invece di procedere con il sequestro dei mezzi per le verifiche del caso. All’autista della macchina non è stato fatto l’alcool test, e neanche un droga test. Eppure, l’amico che era sulla moto con mio figlio, e che è rimasto ferito, ha sempre sostenuto che il conducente dell’auto viaggiava ad alta velocità, che se lo sono ritrovati in mezzo alla carreggiata e questo ha provocato lo schianto».

Mamma Sara continua: «In primo grado la colpa dell’incidente è stata attribuita a mio figlio e siamo stati condannati a un risarcimento di 140mila euro. Dopo il ricorso del nostro avvocato, il giudice ha poi decretato l’archiviazione del caso credendo “sulla parola” al conducente dell’auto e a un “testimone” che nessuno di noi ha mai visto sul luogo dell’incidente, nonostante noi familiari fossimo arrivati in concomitanza con i soccorsi. Questo testimone, residente in un comune diverso dal nostro, si è poi presentato il pomeriggio dai carabinieri per rendere la sua testimonianza. Oltre a questo, il caso è costellato da tanti altri punti oscuri. La nostra battaglia per la verità e per ottenere giustizia non si fermerà mai. Adesso, come mamma, potrò aiutare altre madri ad affrontare il loro dolore e la loro battaglia per la giustizia».

«Io e la mia famiglia siamo condannati all’ergastolo del dolore», racconta invece Rossana Lo Re, il cui figlio, Marco Scuto, aveva solo 18 anni quel 19 ottobre 2020, quando fu travolto da un auto a Catania. Dopo undici mesi di coma, il ragazzo è morto il 30 settembre 2021.

«Marco non ce lo restituisce nessuno, ma faremo di tutto pur di ottenere giustizia”, dice mamma Rossana, che ha chiesto la costituzione come parti civili al processo delle tre associazioni di vittime delle strada. «Dopo l’incidente, il conducente, che quel giorno procedeva a gran velocità, ha fatto ricadere la responsabilità sulla sorella, dichiarando che fosse quest’ultima alla guida dell’auto ed evitando di sottoporsi all’alcol test. Solo a gennaio 2021 i fratelli hanno corretto la loro versione dei fatti, dopo che altri passeggeri dell’auto non avevano confermato la loro prima versione. Io credo nella giustizia», dice la madre di Marco, «d’ora in poi combatterò non solo per mio figlio, ma anche per tutelare il futuro di tanti, troppi ragazzi che con una spaventosa leggerezza sfrecciano in strada o si mettono alla guida magari dopo avere bevuto».

«Rossana Lo Re e Sara Anicito hanno unito le forze per lottare per la sicurezza stradale e per aiutare i familiari delle vittime», dice Elena Ronzullo, presidente dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada, «chi più di una mamma può capire il dolore di un’altra madre? Rossana e Sara stanno anche cercando di coinvolgere tante famiglie sul territorio della Sicilia in vista della Giornata Mondiale della Vittime della Strada, che si terrà il 20 novembre. Quel giorno, noi familiari saremo tutti a Roma con un fiore e le foto dei nostri angeli. Dopo la Messa, ci recheremo ad assistere all’Angelus del Papa, che ringraziamo insieme al Vescovado e alla Santa Sede per averci concesso questa occasione di ricordare i nostri angeli».

Chiunque sul territorio siciliano voglia contattare l’associazione sia per l’evento a Roma e sia per un sostegno e un aiuto in quanto vittima o familiare di una vittima sulla strada, può contattare le referenti dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada al numero 3408867087.

 Per info:

www.vittimestrada.eu

aifvsufficiostampa@vittimestrada.eu

Biagio Ciaramella, cell. 330 443 441

giustiziaperluigi  Biagio Ciaramella (Omicidio Stradale)  https://www.ciaramellaluigi.com

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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