SANT’ARPINO. DOMENICA L’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA.
“Prigionieri di guerra italiani a Camp Letterkennyâ€
di Flavio Giovanni Conti
“Prigionieri di Guerra Italiani a Camp Letterkenny, Chambersburg, Pennsylvania, 1944-1945â€: è il titolo della mostra fotografica, curata dallo studioso di storia contemporanea Flavio Giovanni Conti, che sarà inaugurata a Sant’Arpino domenica 15 Ottobre – alle ore 10:30 – presso il Palazzo Ducale “Sanchez de Luna†in Piazza Umberto I.
L’iniziativa – che è promossa dalla Pro Loco di Sant’Arpino, con il patrocinio del Comune di Sant’Arpino e la collaborazione dell’Associazione Combattenti e Reduci cittadina e dell’AMPIL (Associazione per la Memoria dei Prigionieri Italiani di Letterkenny) – è organizzata in memoria di due santarpinesi – Alfonso Della Rossa ed Antonio Brasiello – che erano tra i milleduecento prigionieri del campo di Letterkenny negli USA.
Il taglio del nastro sarà preceduto da una conferenza nel corso della quale interverranno Antonio Brescianini, presidente dell’A.MP.I.L e figlio di uno dei prigionieri di Letterkenny che ha permesso di rintracciare moltissimi altri parenti dei prigionieri, e il curatore della mostra Flavio Giovanni Conti che si occupa da anni della prigionia nella seconda guerra mondiale, tema su cui ha scritto vari saggi e articoli tra cui “I prigionieri italiani negli Stati Uniti†(nel 2012).
La mattinata, che sarà moderata dal giornalista Francesco Paolo Legnante, sarà aperta dai saluti del sindaco Giuseppe Dell’Aversana, del presidente della Pro Loco Aldo Pezzella e del presidente dell’associazione Combattenti e reduci Domenico Iorio, e vedrà l’intervento musicale del coro dell’Istituto Comprensivo “Rocco-Cinquegrana di Sant’Arpino†e le testimonianze di Pietropaolo Della Rossa e Salvatore Brasiello che racconteranno l’esperienza dei rispettivi padri nel campo di prigionia della Pennsylvania.
Questo evento offre la possibilità di conoscere una pagina storica importante della seconda guerra quando circa seicentomila italiani furono fatti prigionieri dagli Alleati e di questi 51.000 furono inviati negli Stati Uniti. Per alcuni mesi i prigionieri italiani furono trattati alla stessa stregua di quelli tedeschi e giapponesi. A partire da marzo 1944 le autorità militari americane offrirono ai prigionieri italiani la possibilità di cooperare nella guerra contro la Germania, in attività anche connesse con lo sforzo bellico americano, escluso il combattimento. Molti aderirono alla cooperazione. I cooperatori erano pagati 24 dollari al mese, di cui un terzo in contanti e il resto in buoni per lo spaccio. Nei fine settimana potevano ricevere ospiti nel campo o recarsi in visita presso parenti italo-americani nelle città vicine. Potevano fraternizzare con i militari e i civili americani. In cambio di qualche maggiore libertà i cooperatori fornirono agli Stati Uniti un lavoro molto importante, in un periodo di forte carenza di manodopera civile.
Oltre 1.200 prigionieri, organizzati nel 321° battaglione italiano di cooperatori, comandato dal magg. Angelo Bassi, un bersagliere, come molti altri prigionieri del battaglione, furono inviati a Letterkenny, in Pennsylvania, in un vasto deposito militare, forse il più grande degli Stati Uniti, creato agli inizi del 1942.
La mostra, illustra la storia dei 1200 prigionieri italiani nel settantesimo anniversario del rimpatrio degli ultimi prigionieri italiani dagli Stati Uniti.
La detenzione dei prigionieri viene presentata nei vari aspetti: il trattamento, la vita nel campo, la musica e lo sport, il giornale del campo, la corrispondenza, la religione, i rapporti con gli italo-americani.
Il campo di Letterkenny, paradigmatico nel panorama dei campi di prigionia dei militari italiani che cooperarono con gli americani, presenta un particolare interesse in quanto i prigionieri vi hanno costruito una bella Chiesa, con relativo campanile in pietra, utilizzando esclusivamente materiali di recupero, diventata in seguito monumento storico.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni fino al 29 ottobre.