Santa Messa Domenica 6 Ottobre

gesu-7LA PAROLA
6 ottobre 2013
Domenica
S. Bruno (mf)
27.a Tempo Ordinario – III

PREGHIERA DEL MATTINO
Talvolta, Signore, mi sembra che non mi ascolti, che sia lontano da me, dai miei problemi, dalle mie sofferenze, dalle mie croci. Questo sentimento è forse dovuto al fatto che non sono ancora capace di vedere in queste croci quale sia la mia, di ogni giorno, quella che mi assimila a te. È, in fondo, un problema di fede, di una mancanza di una fede viva, la sola che possa salvarmi. Anch’io devo chiederti, come gli apostoli, di aumentare la mia fede. Ma devo cominciare da ciò che mi è più difficile: svuotarmi di me stesso, del mio egoismo, per sentirmi vicino a te, tuo servitore, tuo schiavo. Sarà il solo modo per riconoscere che sono veramente tuo amico.

ANTIFONA D’INGRESSO
Tutte le cose sono in tuo potere, Signore, e nessuno può resistere al tuo volere. Tu hai fatto tutte le cose, il cielo e la terra e tutte le meraviglie che vi sono racchiuse; tu sei il Signore di tutto l’universo. (Est 4,17b)

COLLETTA
O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (Ab 1,2-3; 2,2-4)
Il giusto vivrà per la sua fede.
Dal libro del profeta Abacuc
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti, a te alzerò il grido: “Violenza!” e non salvi? Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione? Ho davanti rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse: “Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette, perché la si legga speditamente. È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà“. Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede”.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 94)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
Venite, prostrati adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
E’ lui il nostro Dio,
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
“Non indurite il cuore come a Meriba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova,
pur avendo visto le mie opere”. R.

SECONDA LETTURA (2Tm 1,6-8.13-14)
Non vergognatevi di dare testimonianza al Signore nostro.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (1Pt 1,25)
R. Alleluia, alleluia.
La parola del Signore rimane in eterno:
e questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato.
R. Alleluia.

VANGELO (Lc 17,5-10)
Se aveste fede!
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Parola del Signore.

OMELIA
È un male molto diffuso tra i credenti quello di considerare la fede come un atteggiamento puramente intellettuale, come la semplice accettazione di alcune verità. Cioè una fede che si traduce in una presa di posizione teorica, senza una vera incidenza sulla vita. Questo squilibrio ha come conseguenza lo scandalo della croce: l’esitazione davanti alle difficoltà che incontriamo ogni giorno e che sono sovente insormontabili se noi non siamo abbastanza radicati in Dio. Allora ci rivoltiamo con la stessa reazione insolente e insultante che scopriamo nelle parole del libro di Abacuc.
Le due brevi parabole del testo evangelico ricordano due proprietà della fede: l’intensità e la gratuità. Per mettere in rilievo il valore di una fede minima, ma solida, Cristo insiste sugli effetti che può produrre: cambiare di posto anche all’albero più profondamente radicato. Per insistere sulla fede come dono di Dio, porta l’esempio del servitore che pone il servizio del suo amore prima di provvedere ai suoi propri bisogni. È l’esigenza del servizio del Vangelo che ci ricorda san Paolo (1Tm 1,1), ma questo stesso apostolo ci avverte che “i lavori penosi” trovano sempre l’appoggio della grazia di Dio.

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accogli, Signore, il sacrificio che tu stesso ci hai comandato d’offrirti e, mentre esercitiamo il nostro ufficio sacerdotale, compi in noi la tua opera di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Dissero gli apostoli a Gesù: “Signore, aumenta la nostra fede!”. (Lc 17,5)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
La comunione a questo sacramento sazi la nostra fame e sete di te, o Padre, e ci trasformi nel Cristo tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

MEDITAZIONE
“Chi salirà il monte del Signore?”. Chi si sforza di salire sulla vetta di questa montagna, alla perfezione della fede, saprà fino a che punto è dura l’ascensione, fino a che punto senza l’aiuto del Verbo il suo sforzo è vano. Beata l’anima di cui gli angeli hanno potuto dire, guardandola, con gioia e meraviglia: “Chi è colei che sale dal deserto, appoggiata al suo diletto?”. Senza questo appoggio sarebbero vani i suoi sforzi; ma, appoggiandosi a lui, ella rimane salda; divenuta più forte potrà sottomettere ogni cosa alla ragione: collera, paura, bramosia, gioia…
Cos’è impossibile a chi si appoggia a colui che può tutto? E quale fiducia si esprime in queste parole dell’apostolo: “Tutto posso in colui che mi dà la forza!”. Nulla afferma meglio e più chiaramente l’onnipotenza del Verbo della sua capacità di rendere onnipotenti coloro che sperano in lui. “Tutto è possibile a colui che crede”. Non è infatti onnipotente colui al quale ogni cosa diventa possibile?
Così l’anima, se riceve la sua forza dal Verbo, potrà divenire padrona di se stessa e sfuggire alla schiavitù di ogni ingiustizia.
Sì, lo ripeto, nessuna forza, nessuna scaltrezza, nessuna seduzione potrà più abbattere, né privare della padronanza di sé colui che si è appoggiato al Verbo, che è stato rivestito dall’alto di potenza.
Chi si regge in piedi, se non vuole cadere non deve affidarsi a se stesso, ma riporre tutta la sua fede nel Verbo. È Cristo che dice: “Senza di me non potete far nulla”. Così, senza il Verbo, noi non possiamo alzarci verso il bene né rimanere saldi in lui. Tu, dunque, che ti reggi in piedi, da’ gloria al Verbo e di’: “I miei piedi ha stabilito sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. Se la sua mano ti ha messo in piedi, bisogna che la sua potenza ti sostenga.
SAN BERNARDO

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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