Santa Messa Domenica 6 novenbre 2011

 

LA PAROLA DI OGGI

6 novembre 2011

Domenica

S. Leonardo, abate – XXXII tempo ordinario (A) – IV

PREGHIERA DEL MATTINO

Ti ringrazio, mio Dio e mio Creatore, per questo giorno. Precorro col pensiero il futuro fino al momento della mia morte e ancora più in là, fino all’ultimo giorno dell’umanità, che tu solo sai quando verrà. Per me, la mia morte sarà la fine del mondo, il giudizio ultimo e il ritorno di Cristo. Pongo la mia morte nelle tue mani. Con la Chiesa tutta, attendo il tuo ritorno, nella gloria, Signore! E lo attendo con amore. La fede, la speranza e la carità accendano in me un fuoco vivo, perché io mi opponga al peccato; possa io avere la coscienza tranquilla ed essere sempre pronto a morire. “Marana tha! Vieni, Signore Gesù!”.

ANTIFONA D’INGRESSO

La mia preghiera giunga fino a te; tendi, o Signore, l’orecchio alla mia preghiera. (Sal 88,3)

COLLETTA

O Dio, la tua sapienza va in cerca di quanti ne ascoltano la voce, rendici degni di partecipare al tuo banchetto e fa’ che alimentiamo l’olio delle nostre lampade, perché non si estinguano nell’attesa, ma quando tu verrai siamo pronti a correrti incontro, per entrare con te alla festa nuziale. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (Sap 6,12-16)

La sapienza si lascia trovare da quelli che la cercano.
Dal libro della Sapienza

La sapienza è splendida e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano.

Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano. Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta.

Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta, chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni; poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro incontro.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 62)
R. Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

O Dio, tu sei il mio Dio,

all’aurora ti cerco,

ha sete di te l’anima mia,

desidera te la mia carne,

in terra arida, assetata, senz’acqua. R.

Così nel santuario ti ho contemplato,

guardando la tua potenza e la tua gloria.

Così nel santuario ti ho cercato,

per contemplare la tua potenza e la tua gloria.

Poiché il tuo amore vale più della vita,

le mie labbra canteranno la tua lode. R.

Così ti benedirò per tutta la vita:

nel tuo nome alzerò le mie mani.

Come saziato dai cibi migliori,

con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. R.

Quando nel mio letto di te mi ricordo

e penso a te nelle veglie notturne,

a te che sei stato il mio aiuto,

esulto di gioia all’ombra delle tue ali. R.

SECONDA LETTURA (1Ts 4,13-18)

Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi

[Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.]

Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti.

Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.

Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (Mt 24,42a.44)
R. Alleluia, alleluia.

Vegliate e tenetevi pronti, perché,

nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
R. Alleluia.

VANGELO (Mt 25,1-13)

Ecco lo sposo! Andategli incontro!

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.

A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.

Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.

Parola del Signore.

OMELIA

Ai tempi di Gesù la sposa aspettava nella casa dei genitori l’arrivo dello sposo. Dopo il tramonto del sole, lo sposo arrivava con un corteo nuziale per portarla nella sua casa. Alcune damigelle seguivano la sposa. Diverse ragioni potevano causare il ritardo dello sposo come, per esempio, lunghi discorsi con i genitori della sposa sui doni e sulla dote. Il tirare in lungo le trattative era di buon auspicio. Ma non è lo stesso per le spose di cui si parla nel Vangelo di oggi. Qui si tratta infatti del ritorno di Cristo e tutto è riassunto nelle ultime parole: “Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”, cioè: “Siate pronte per l’arrivo di Cristo”. Così la parabola delle vergini poteva cominciare con questa frase: “Per il regno dei cieli accadrà come per le dieci vergini che uscirono, con le loro lampade, incontro allo sposo”. Agli occhi di Gesù, è saggio chi veglia, cioè chi pensa sempre, nel suo animo, al giorno del ritorno del Signore e all’ora della propria morte, chi vive ogni giorno nell’amicizia di Dio, nella grazia santificante, e chi si rialza subito se, per debolezza, cade. Allora “Vegliate”, perché nessuno, all’infuori di Dio, conosce il giorno e l’ora.

PREGHIERA SULLE OFFERTE

Volgi il tuo sguardo, o Padre, alle offerte della tua Chiesa, e fa’ che partecipiamo con fede alla passione gloriosa del tuo Figlio, che ora celebriamo nel mistero. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

“Vegliate, perché non sapete né il giorno né l’ora in cui verrà il Signore”. (cf. Mt 25,13)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE

Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre; la forza dello Spirito Santo, che ci hai comunicato in questi sacramenti, rimanga in noi e trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE

È la voce del diletto che bussa: “Aprimi!”. Restare svegli ed attendere il Signore! Ecco uno dei grandi comandamenti che strappa i discepoli del Verbo alla nube oscura che li circonda, per portarli in un grande slancio di luce verso il cielo. Siamo esortati a vincere il sonno, a cercare le realtà dell’alto, a mantenere senza sosta il nostro spirito vigile, a cacciare dai nostri occhi l’ingannevole torpore. Voglio parlare del torpore e della sonnolenza che inchiodano l’uomo all’errore, e forgiano immagini di sogno: onore, ricchezza, potenza, grandezza, piacere, successo, profitto o prestigio…

Per dimenticare tali sogni il Signore ci chiede di vincere questo sonno pesante: non lasciamo sfuggire il reale in un inseguimento sfrenato del nulla. Egli ci chiama dunque a vegliare: “Siate pronti con la cintura ai fianchi e le lucerne accese!”. La luce che abbaglia i nostri occhi caccia il sonno; la cintura che stringe le nostre reni tiene il nostro corpo all’erta; essa esprime uno sforzo che non tollera nessun torpore.

Il significato di questa immagine è chiaro. Cingere i propri reni di temperanza è vivere nella luce di una coscienza pura! La lampada accesa della franchezza illumina il volto, fa risplendere la verità, tiene l’anima sveglia, la rende impermeabile alla falsità e straniera alla futilità dei nostri poveri pensieri.

Viviamo secondo l’esigenza di Cristo, e condivideremo la vita con gli angeli, assomigliando ai “servi che aspettano il padrone di ritorno dalle nozze, per aprirgli subito appena arriva e bussa”.

SAN GREGORIO DI NISSA

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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