Santa Messa Domenica 23ottobre 2011
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LA PAROLA DI OGGI
23 ottobre 2011Â
Domenica
S. Giovanni da Capestrano – XXX tempo ordinario – (A) – II
PREGHIERA DEL MATTINO
Grazie, Signore. La luce ha di nuovo abbattuto il muro della notte. I colori ocra dell’autunno si schiariscono, la sinfonia della vita quotidiana incomincia il suo primo movimento. Per tutto ciò che rende il mattino chiaro e gioioso, grazie, Signore… Dalla finestra del Vangelo che si apre sulla liturgia io contemplo i tuoi gesti, ascolto le tue parole. I farisei ti circondano, vogliono tenderti una trappola, comprometterti. Ed io penso che anche oggi essi braccano noi che ti seguiamo, e cercano di confonderci, di deformare quello che tu hai detto… Ma tu li hai battuti, Gesù. Concedici la tua forza e la tua luce affinché anche noi li affrontiamo con serenità e fermezza.
ANTIFONA D’INGRESSO
Gioisca il cuore di chi cerca il Signore. Cercate il Signore e la sua potenza, cercate sempre il suo volto. (Sal 105,3-4)
COLLETTA
O Padre, che fai ogni cosa per amore e sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri, donaci un cuore libero da tutti gli idoli, per servire te solo e amare i fratelli secondo lo Spirito del tuo Figlio, facendo del suo comandamento nuovo l’unica legge della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
PRIMA LETTURA (Es 22,20-26)
Se maltratterete la vedova e l’orfano, la mia ira si accenderà contro di voi.
Dal libro dell’Esodo
Così dice il Signore: “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto.
Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido, la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani.
Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse.
Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l’ascolterò, perché io sono pietoso”.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 17)
R. Ti amo, Signore, mia forza.
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore. R.
Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici. R.
Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato. R.
SECONDA LETTURA (1Ts 1,5c-10)
Vi siete convertiti dagli idoli, per servire Dio e attendere il suo Figlio.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi
Fratelli, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.
E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia.
Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne.
Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (cf. Gv 14,23)
R. Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
R. Alleluia.
VANGELO (Mt 22,34-40)
Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Parola del Signore.
OMELIA
I farisei vivevano per meditare la legge, per capirla, per interpretarla. Alcuni sono riusciti a capire Gesù Cristo che ha detto a uno di loro che non era lontano dal regno dei cieli (Mc 12,34). E un altro fariseo, Paolo di Tarso, riuscì ad essere l’apostolo dei gentili. Ma tanti tra di loro, al contrario, rifiutavano il giovane Rabbi di Nazaret, e lo hanno messo a morte sulla croce… Interpretando la legge, i farisei ottenevano una casistica minuziosa che rendeva il giogo della legge insopportabile. Ed è per questo che non potevano capire Gesù che, secondo loro, infrangeva il riposo del sabato guarendo i malati il sabato, e anche dicendo che il Figlio dell’uomo era padrone del sabato e che questo giorno, così importante, era stato fatto per l’uomo, e non il contrario… (Mt 12,8; Mc 2,27). Gesù disfa il repertorio molto complicato dei precetti, e lo riassume nell’amore di Dio e del prossimo sopra tutto. Egli considera che questo è il primo comandamento, da cui tutti gli altri derivano… Di fronte a queste parole non possiamo fare altro che rivedere la nostra condotta, riconoscere i nostri errori e proporci in modo concreto di vivere per amore, di morire per amore.
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Guarda, Signore, i doni che ti presentiamo: quest’offerta, espressione del nostro servizio sacerdotale, salga fino a te e renda gloria al tuo nome. Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. (Mt 22,37)
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Signore, questo sacramento della nostra fede compia in noi ciò che esprime e ci ottenga il possesso delle realtà eterne, che ora celebriamo nel mistero. Per Cristo nostro Signore.
MEDITAZIONE
Gli Ebrei conoscevano a memoria le parole della tua risposta, anche quelli che erano poco praticanti e poco misericordiosi. Era l’inizio della preghiera chiamata Shema che dice così: “Ascolta (shema), Israele: il Signore nostro Dio è l’Unico. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e tutta la forza” (Dt 6,4-5). Il sacro testo esorta i genitori a insegnare questa parola ai loro figli, affinché sia sempre presente al loro spirito, legandosela alle mani, posandosela sulla fronte, o in custodie sullo stipite delle porte, all’altezza degli occhi, affinché sia vista e toccata entrando.
Ancora oggi vivono questo pio costume…
Sì, le tue parole erano conosciute. Ma sulle tue labbra, Signore, prendevano un sapore nuovo, come se fossero pronunciate per la prima volta. Innanzi tutto perché questo comandamento di amore, che tu chiamerai il “comandamento nuovo”, non viene imposto dall’esterno, scritto su tavole di pietra, ma inciso nel cuore degli uomini (2Cor 3,3). La tua legge non è un fardello insopportabile come era quella di Mosè, ma un giogo dolce e leggero da portare. E certamente i tuoi precetti non sono catene, ma ali per volare molto alto… Sant’Agostino ha ragione nel dire: “Ama e fai quello che vuoi”, mentre Giacomo parla della legge perfetta della libertà (Gc 1,25). In definitiva, tu ci hai detto che la verità ci renderà liberi. La tua verità , quella che ci rivela la grandezza del tuo amore, al punto che è impossibile conoscerti e non amarti… Ma se ti si ama, è indispensabile amare gli altri. E amarli come tu li hai amati, sino alla fine, fino ad offrire la tua vita. Senza ciò noi mentiremmo, perché è impossibile amare Dio che noi non vediamo e non amare il fratello che vediamo. Sono le parole di Giovanni, il discepolo prediletto, che sapeva tante cose sull’amore di Cristo. Con un’audacia incredibile, e per due volte, ci dice che “Dio è amore” (1Gv 4,8-16). Cosa si può dire di più?
ANTONIO GARCÃA MORENO