SANTA MESSA DOMENICA 23 AGOSTO
LA PAROLA
23 agosto 2015
Domenica
S. Rosa da Lima (mf)
21.a tempo ordinario – I
Gustate e vedete com’è buono il Signore
Liturgia: Gs 24,1-2a.15-17.18b; Sal 33; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69
PREGHIERA DEL MATTINO
Padre nostro che sei nei cieli, dacci oggi il nostro pane quotidiano, il pane per i nostri corpi, il pane per le nostre anime. Dacci pane sufficiente al nostro fabbisogno quotidiano e fa’ che pensiamo a lasciarne un po’ per coloro che non hanno da mangiare. Dacci soprattutto il nutrimento della tua parola, perché la nostra fede cresca e prenda forza. Dacci oggi il nutrimento della carne di tuo Figlio nella santa Eucaristia, per la vita del mondo. Fa’ che pensiamo a coloro che muoiono di fame spirituale, concedici di credere anche per loro, per essere insieme, loro e noi, portati a condividere la vita eterna con la Vergine Maria, Madre di Dio.
ANTIFONA D’INGRESSO
Tendi l’orecchio, Signore, rispondimi: mio Dio, salva il tuo servo che confida in te: abbi pietà di me, Signore; tutto il giorno a te io levo il mio grido. (Sal 86,1-3)
COLLETTA
O Dio nostra salvezza, che in Cristo tua parola eterna ci dai la rivelazione piena del tuo amore, guida con la luce dello Spirito questa santa assemblea del tuo popolo, perché nessuna parola umana ci allontani da te unica fonte di verità e di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
PRIMA LETTURA (Gs 24,1-2a.15-17.18b)
Serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio.
Dal libro di Giosuè
In quei giorni, Giosuè radunò tutte le tribù d’Israele a Sichem e convocò gli anziani d’Israele, i capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentarono davanti a Dio.
Giosuè disse a tutto il popolo: «Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrèi, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore».
Il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati. Perciò anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio».
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 33)
R. Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo. R.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti. R.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.
Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato. R.
Il male fa morire il malvagio
e chi odia il giusto sarà condannato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia. R.
SECONDA LETTURA (Ef 5,21-32)
Questo mistero è grande: lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto.
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo.
Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne.
Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (Gv 6,63.68)
R. Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
R. Alleluia.
VANGELO (Gv 6,60-69)
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Parola del Signore.
OMELIA
Non è facile credere nel nostro mondo d’oggi. La verità che ci è rivelata da Dio in Gesù Cristo, agli uomini e alle donne del nostro tempo appare spesso un “discorso insostenibile”, a cui non si può chiedere a nessuno dei nostri sapienti contemporanei di credere. Così è, per esempio, per la dottrina della presenza reale del corpo e del sangue del Signore nella santa Eucaristia. Essa sembra essere una sfida al buon senso, alla ragione, alla scienza. Noi diciamo: “Vedere per credere”, esattamente quello che disse san Tommaso: “Se non vedo… e non metto la mia mano, non crederò”. Gesù ci ricorda che il corpo di cui parla è il suo corpo risorto e salito al cielo, liberatosi, nella risurrezione, dai limiti dello spazio e del tempo, riempito e trasformato dallo Spirito Santo. Questo corpo non è meno reale del suo corpo in carne ed ossa, anzi lo è di più. Questo corpo risorto può essere toccato e afferrato personalmente da ogni uomo e donna di ogni tempo e luogo, perché lo Spirito si estende, potente, da un’estremità all’altra. In Gesù Cristo e tramite Gesù Cristo, credere significa vedere e toccare: un modo di vedere più profondo, più vero e più sicuro di quello degli occhi; un modo di toccare più in profondità e un modo di afferrare con una stretta più salda di quanto si possa fare con le mani. Credere significa vedere la realtà al di là del visibile; significa toccare la verità eterna. In questa fede e grazie ad essa, possiamo dire con Pietro; “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”.
PREGHIERA SULLE OFFERTE
O Padre, che ti sei acquistato una moltitudine di figli con l’unico e perfetto sacrificio del Cristo, concedi sempre alla tua Chiesa il dono dell’unità e della pace. Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna. (Gv 6,68)
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Porta a compimento, Signore, l’opera redentrice della tua misericordia e perché possiamo conformarci in tutto alla tua volontà , rendici forti e generosi nel tuo amore. Per Cristo nostro Signore.
MEDITAZIONE
Se sentiamo la necessità e, nello stesso tempo, la difficoltà di avvicinarci a Cristo, ricordiamoci che l’avvicinarsi a Cristo è un dono di Dio; dunque noi dobbiamo pregare Dio perché ce lo conceda. Cristo non ci dice semplicemente che noi non possiamo avvicinarci contando solo su noi stessi (è questo il senso di quanto dice), ma ci dice anche chi ne ha il potere, cioè il Padre, affinché noi lo cerchiamo in Lui (Gv 6,65).
È vero che la religione sembra austera a coloro che non la vivono; le sue dottrine piene di misteri, i suoi precetti severi la rendono poco attraente e offendono, in modi diversi, i diversi uomini, arrivando anzi ad offenderli tutti, in una maniera o nell’altra.
Quando sentiamo crescere in noi una volontà di opposizione a Cristo, un’avversione orgogliosa nei confronti del suo Vangelo o, semplicemente, un desiderio per questo mondo, preghiamo Dio perché ci attiri a sé e, pur non potendo fare nemmeno un passo senza di lui, cerchiamo almeno di muoverci. Egli conosce i nostri cuori e vede i nostri sforzi prima ancora che li facciamo, e benedice anche la nostra debolezza e ci rende forti.
Nella cura dei nostri affari, quali essi siano, disfacciamoci dei pensieri dettati dalla curiosità e dalla presunzione; ridicolizziamo ed allontaniamo i dubbi che Satana mormora al nostro orecchio, facendo qualcosa contro di essi.
Che la nostra fede sia o no assalita da dubbi, che il nostro sapere sia o no chiaro, ciò importa poco se noi ci comportiamo secondo quanto crediamo. Il resto verrà col tempo, in parte in questo mondo, in parte in quello futuro. I dubbi possono far soffrire, ma non possono fare male, se noi non ci facciamo vincere da essi; la nostra coscienza ci dice che non dobbiamo lasciarci vincere, che dobbiamo seguire il nostro cammino. E, più desideriamo sinceramente operare per la nostra salvezza, meno ci preoccuperemo di sapere come sono davvero le cose che ci lasciano perplessi. Col passare del tempo, quando i nostri cuori opereranno completamente per noi, noi non saremo disposti a darci la pena di ascoltare verità curiose (se sono solo curiose), anche se possiamo farcele spiegare.
Infatti, che cosa dicono le Sacre Scritture?
Dicono che “i libri si moltiplicano senza fine ma il molto studio affatica il corpo” (Qo 12,12); allora: “Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l’uomo è tutto” (Qo 12,13).
Card. JOHN HENRY NEWMAN, 1801-1890, Parochial and Plain Sermons , I, Serm. 16.