SANTA MESSA DOMENICA 20 LUGLIO
LA PAROLA
20 luglio 2014
Domenica
S. Apollinare (mf)
16.a tempo ordinario – IV
PREGHIERA DEL MATTINO
Signore, mio Dio, vedo davanti a me il campo, e il grano, e la zizzania. Credo di appartenere all’uomo che ha seminato il buon grano nel suo campo. Voglio far parte del grano, ma sono realista quanto basta per vedere anche la zizzania, quella che è nel campo e quella che è in me. Ho spesso notato che la vicinanza del male è contagiosa e non sono sicuro che le rudi mani dei servitori mi risparmieranno nel loro eccesso di zelo.
Signore, io ti ringrazio questa mattina di avere la pazienza di attendere la messe. Oggi mi sforzerò ancora di pensare all’origine, alle sementi che la tua bontà sparge. Ma sono anche debole. Ecco perché ti ringrazio della tua pazienza e della tua generosità . Aiutami a cogliere l’opportunità che tu mi offri con questo nuovo giorno. Amen.
ANTIFONA D’INGRESSO
Ecco, Dio viene in mio aiuto, il Signore sostiene l’anima mia. A te con gioia offrirò sacrifici e loderò il tuo nome, Signore, perché sei buono. (Sal 54,6.8)
COLLETTA
Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore, e donaci i tesori della tua grazia, perché, ardenti di speranza, fede e carità , restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
PRIMA LETTURA (Sap 12,13.16-19)
Dopo i peccati, tu concedi il pentimento.
Dal libro della Sapienza
Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto.
La tua forza infatti è il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti. Mostri la tua forza quando non si crede nella pienezza del tuo potere, e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 85)
R. Tu sei buono, Signore, e ci perdoni.
Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche. R.
Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, o Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio. R.
Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di felicità ,
volgiti a me e abbi pietà . R.
SECONDA LETTURA (Rm 8,26-27)
Lo Spirito intercede con con gemiti inesprimibili.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (cf. Mt 11,25)
R. Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
R. Alleluia.
VANGELO (Mt 13,24-43)
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!.
Parola del Signore.
OMELIA
Seguitemi, andiamo su una collina per osservare dall’alto il campo di cui si parla nel Vangelo. Guardiamo cosa succede.
Noi non vediamo più il nemico, è molto tempo che è scomparso. Ciò che vediamo sono delle comunità . Vi sono i buoni cristiani, le persone tiepide, critiche, o complicate in seno alla Chiesa, i peccatori, gli indifferenti. Si fa fatica a distinguere chi fa parte del grano, chi della zizzania. Se continuiamo a guardare, notiamo delle piante che contengono sia del grano, sia della zizzania. Infine delle piante che cambiano. Il grano diventa zizzania e la zizzania grano. Nel campo regna la confusione. Vedo me stesso da qualche parte, sono tra il grano? O tra la zizzania?
Vedo anche i miei colleghi: come mai quello lì è laggiù? È incredibile, si trova dove c’è un sacco di grano. Nel campo tutto ha il diritto di crescere, tutti hanno una possibilità .
Poi vediamo, dalla nostra collina, i lavoratori. Tra di loro vi sono dei fanatici dell’ordine, dei giardinieri modello, degli artisti del paesaggio come al tempo rococò. Sognano giardini alla francese, in cui tutto è tagliato secondo le regole. Non vorrei cadere nelle loro mani. Sono pastori, o sceriffi che sorvegliano da vicino il loro settore?
Ed ecco il contadino. Noi lo indoviniamo, più che vederlo veramente. È là ad aspettare, al fondo della sua casa. Aspetta, paziente, esultando già per la messe. Chiama con tutte le sue promesse colui – che dico? – coloro che vogliono venire a lui. Ripone la sua speranza in molti, in tutti, in tutto questo campo singolare.
PREGHIERA SULLE OFFERTE
O Dio, che nell’unico e perfetto sacrificio del Cristo hai dato valore e compimento alle tante vittime della legge antica, accogli e santifica questa nostra offerta come un giorno benedicesti i doni di Abele, e ciò che ognuno di noi presenta in tuo onore giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Il buon seme sono i figli del regno, che alla fine splenderanno come il sole. (cf. Mt 13,38.43)
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Assisti, Signore, il tuo popolo, che hai colmato della grazia di questi santi misteri, e fa’ che passiamo dalla decadenza del peccato alla pienezza della vita nuova. Per Cristo nostro Signore.
MEDITAZIONE
Possiamo esaminare la nostra pericope sotto tre aspetti:
1. Pensare grandi cose di Dio.
Dio è un vero Signore che offre all’uomo la libertà e gliela lascia. Dio non conosce la paura e non chiede: “Che cosa accadrà adesso, cosa faranno i miei soggetti?”. Non vive in stato di allerta permanente, ma si mostra sovrano.
Dio regna in tutta libertà e lascia crescere il bene come il male.
Questo dono della libertà non è né un’aspettativa né un’attesa rassegnata, né un lasciar fare impotente per mancanza del coraggio di intraprendere qualcosa. Dio ha le cose in mano. L’esistenza è il tempo della crescita, ma anche quello del raccolto. Il giorno di Dio esiste. Dio può aspettare, ma è lui che decide senza appello quando è giunta l’ora.
2. Interesse per Dio e il suo regno.
I servitori chiedono: “Signore, non vuoi che andiamo a raccogliere la zizzania?”. Essi manifestano il loro interesse. Sono pronti a sporcarsi le mani per il regno di Dio. Non è perché si interessano alla causa di Dio che il Signore manda via i suoi servitori, ma perché vogliono fare la cernita prima dell’ora. Essi desiderano intervenire di testa loro in un processo che non è ancora compiuto. I pensieri di Dio sono diversi da quelli degli uomini. Che Dio ci preservi dall’eccesso di zelo come dalla pigrizia.
3. L’attesa è una fortuna.
Per la maggior parte del tempo noi ci identifichiamo con il grano: la zizzania sono sempre gli altri. Abbiamo il diritto di essere così parziali? Non tocca a noi giudicare cos’è buono o cattivo. Noi sappiamo che Dio ci accetta non perché siamo buoni, ma perché lui è buono. La nostra fortuna è che Dio aspetta, che Dio è un padrone sovrano e paziente. È di questa pazienza divina che viviamo.
FRANZ GEORG FRIEMEL