SANTA MESSA DOMENICA 19 NOVEMBRE

Domenica 19 Novembre 2017
S. Fausto martire
33.a Tempo Ordinario
Beato chi teme il Signore
Liturgia: Pr 31,10-13.19-20.30-31; Sal 127; 1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30
PREGHIERA DEL MATTINO
Signore Dio, ciò che io sono, ciò che io possiedo, l’ho ricevuto da te. Tu mi hai trasmesso doni, qualità e carismi diversi, perché io me ne serva e mi realizzi in questa vita. Desidero sviluppare le mie qualità di cuore e di spirito perché esse non siano in me sterili come il talento sotterrato. Quando Cristo tornerà, dovrò rendere conto di tutto. Cristo non mi giudicherà sulla quantità e sulla grandezza dei talenti ricevuti, ma sulla mia fedeltà e sui miei sforzi. Per amore verso te e verso gli uomini, desidero compiere le opere che tu hai predisposto per me (Ef 2,10).

ANTIFONA D’INGRESSO 
Dice il Signore: “Io ho progetti di pace e non di sventura; voi mi invocherete e io vi esaudirò, e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi”.(Ger 29,11.12.14)
COLLETTA
O Padre, che affidi alle mani dell’uomo tutti i beni della creazione e della grazia, fa’ che la nostra buona volontà moltiplichi i frutti della tua provvidenza; rendici sempre operosi e vigilanti in attesa del tuo giorno, nella speranza di sentirci chiamare servi buoni e fedeli, e così entrare nella gioia del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA  
La donna perfetta lavora volentieri con le sue mani. 
Dal libro dei Proverbi 31,10-13.19-20.30-31
Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. Stende la sua mano alla conocchia e le sue dita tengono il fuso.  Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero. Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città.
Parola di Dio. 

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 127)

R. Beato chi teme il Signore.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. R.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. R.
Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! R.

SECONDA LETTURA 
Non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 1Ts 5,1-6
Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.
Parola di Dio. 

CANTO AL VANGELO (Gv 15,4a.5b)
R. Alleluia, alleluia.
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto.
R. Alleluia.

VANGELO 
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 25,14-30
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.] Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.] Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Parola del Signore. 

OMELIA 
La parabola dei talenti parla della venuta di Gesù per il giudizio universale. Quando ritornerà, egli esigerà di sapere da noi come abbiamo usato il nostro tempo, cosa abbiamo fatto della nostra vita e dei talenti che abbiamo ricevuto, cioè delle nostre capacità. Il premio per il buon uso sarà la partecipazione alla gioia del Signore, cioè al banchetto eterno. La parabola racchiude un insegnamento fondamentale: Dio non misurerà né conterà i nostri acquisti, le nostre realizzazioni. Non ci chiederà se abbiamo compiuto delle prodezze ammirate dal mondo, perché ciò non dipende da noi, ma è in parte condizionato dai talenti che abbiamo ricevuto. Vengono tenute in conto soltanto la fedeltà, l’assiduità e la carità con le quali noi avremo fatto fronte ai nostri doveri, anche se i più umili e i più ordinari. Il terzo servitore, “malvagio e infingardo” ha una falsa immagine del padrone (di Dio). Il peggio è che non lo ama. La paura nei confronti del padrone l’ha paralizzato ed ha agito in modo maldestro, senza assumersi nessun rischio. Così ha sotterrato il suo talento. Dio si aspetta da noi una risposta gioiosa, un impegno che proviene dall’amore e dalla nostra prontezza ad assumere rischi e ad affrontare difficoltà. I talenti possono significare le capacità naturali, i doni e i carismi ricevuti dallo Spirito Santo, ma anche il Vangelo, la rivelazione, e la salvezza che Cristo ha trasmesso alla Chiesa. Tutti i credenti hanno il dovere di ritrasmettere questi doni, a parole e a fatti.

PREGHIERA SULLE OFFERTE 
Quest’offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente, ci ottenga la grazia di servirti fedelmente e ci prepari il frutto di un’eternità beata. Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE 
“Servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo Signore”. (Mt 25,21)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
O Padre, che ci hai nutriti con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE 
Il Verbo di Dio, figlio unigenito del Padre, questo grande negoziante ci ha offerto il prezzo della nostra redenzione. È un commercio assai prezioso, che non si stimerà mai abbastanza, quello per cui il Figlio del re è divenuto merce di scambio, il giusto è stato venduto per il peccatore. Misericordia veramente gratuita, amore perfettamente disinteressato, bontà sorprendente, commercio
assolutamente sproporzionato in cui il Figlio di Dio è offerto come servo, il Creatore è ucciso per la creatura, il Signore è condannato per il suo schiavo. O mio Signore Gesù! Tale è la tua opera, tu sei sceso dalla luminosità del cielo nelle nostre tenebre d’inferno, per illuminare la nostra oscura prigione. Tu sei sceso dalla destra della divina maestà nella nostra miseria terrena per riscattare il genere umano; tu sei sceso dalla gloria del Padre fino alla morte sulla croce, per trionfare della nostra morte e del suo autore. Tu sei il solo, e non vi è nessun altro, se non te, che sia stato condotto dalla propria bontà a riscattarci, che sia stato coinvolto dalla fedeltà alla sua promessa, che sia stato ricevuto nel casto seno di una vergine, che sia nato senza portare, per la sua onnipotenza, oltraggio alla verginità di sua madre, che sia stato guidato in ogni cosa dall’obbedienza, fortificato dalla pazienza, e manifestato dall’amore in tutte le sue parole e i suoi miracoli. Tutti i negozianti di Teman si ritirino! È Israele che tu hai scelto, tu che nascondi questi misteri ai sapienti e ai prudenti, e li riveli ai tuoi umili servitori. Signore, che io possa abbracciare volentieri questo commercio, poiché è là il mio posto! Metterò così a profitto il talento che mi ha dato, fino al tuo ritorno, e correrò con grande gioia innanzi a te. “Signore, fa’ che io possa ascoltare, allora, queste dolci parole: “Bene, servo fedele. Prendi parte alla gioia del tuo padrone!”.
SAN BERNARDO


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Gibran
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Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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