SANTA MESSA DOMENICA 19 AGOSTO
Domenica 19 Agosto 2018Â Â Â Â Â Â Â
S. Giovanni Eudes; S. Sisto III IV sett.
20.a di Tempo Ordinario
Pr 9,1-6; Sal 33; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58
Gustate e vedete com’è buono il Signore.
PREGHIERA DEL MATTINOÂ
Solo mangiando e bevendo al tuo santo altare, Signore, abbiamo la vita in tutta la sua ricchezza e pienezza. Pur essendo ancora sulla terra, apprendiamo infatti a gustare la dolcezza e la bontà celesti, la gioia del banchetto nel regno nel quale a nessuno mancherà nulla. Fa’ che crediamo in modo più profondo che, grazie al nutrimento eucaristico, diventeremo membra del corpo di Cristo, della Chiesa colma dello Spirito Santo..
ANTIFONA D’INGRESSOÂ
O Dio, nostra difesa, contempla il volto del tuo Cristo. Per me un giorno nel tuo tempio, è più che mille altrove. (Sal 84,10,11)
COLLETTA
O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore…
PRIMA LETTURAÂ Â
Mangiate il mio pane, bevete il vino che vi ho preparato.Â
Dal libro dei Proverbi 9,1-6
La Sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città : “Chi è inesperto venga qui!”. A chi è privo di senno ella dice: “Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza”.
Parola di Dio.Â
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 33)Â
R. Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
Temete il Signore, suoi santi,
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. R.
Venite, figli, ascoltatemi;
vi insegnerò il timore del Signore.
Chi è l’uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene? R.
Custodisci la lingua dal male,
le labbra da parole di menzogna.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene,
cerca e persegui la pace. R.
SECONDA LETTURAÂ Â
Sappiate comprendere qual è la volontà del Signore.Â
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 5,15-20
Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual ‘ la volontà del Signore. E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, cantici ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.
Parola di Dio.Â
CANTO AL VANGELO (Gv 6,56)Â
R. Alleluia, alleluia.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dice il Signore,
rimane in me e io in lui.
R. Alleluia.
VANGELOÂ Â
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.Â
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 6,51-58
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità , in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Parola del Signore.Â
OMELIAÂ
Oggi Gesù giunge al cuore della sua catechesi, sul pane di vita. Giunge al massimo e fa una grande rivelazione: chi ha fede in lui, in Gesù, come inviato dal Padre, come messia, non solo crederà in lui, non solo professerà la fede in lui, ma si nutrirà di lui, mangerà il suo corpo, berrà il suo sangue. E nell’antichità più o meno lontana, ci sono stati dei personaggi che insegnarono che Gesù pensava solo in termini simbolici, che non si trattava del vero suo corpo ma solo del pane che simboleggiava il corpo… del vino che “non è” suo sangue ma che “significa” suo sangue… Tutte queste teorie sono state sempre condannate dalla chiesa perché Gesù parla molto chiaramente, usa i verbi “mangiare”, “bere”, gli stessi che venivano usati per mangiare, bere un pranzo o una cena. E i discepoli, sentendolo parlare così, sentendo che dovranno mangiare il corpo del Maestro, bere il sangue di Gesù, sicuramente sono rimasti perplessi, e non solo loro… Si sono quasi scandalizzati. Dicono: «come lui può darci il suo corpo (la sua carne) da mangiare? Probabilmente anche noi ci saremmo scandalizzati, se non avessimo l’esperienza di Cristo risorto, con il suo vero corpo, risorto. Ecco, ciò che il Signore vuole dirci oggi è quel suo antico ma mai spento desiderio, abitare in mezzo agli uomini che egli ama, di farsi, diventare, egli stesso cibo, non come la manna del deserto, il cibo per il cammino verso la pienezza della vita, che uomo può trovare solo in lui. Già nella prima lettura, dal Libro dei Proverbi leggiamo dei preparativi. La sapienza che costruisce la casa, che imbandisce la tavola, che invita i commensali: «venite e mangiate il mio pane, venite e bevete il mio vino». Ciò che leggiamo qualche secolo prima di Gesù viene applicato proprio a lui, a Cristo. È lui la sapienza eterna del Padre… Sappiamo allora chi è che invita… Ma potremo chiederci: chi sono gli invitati?, chi sono i commensali della sapienza? Per essere invitato, per essere idoneo a ricevere il suo invito alla festa, sono indispensabili, sono necessarie alcune condizioni: la consapevolezza di non possedere la sapienza… di non avere il discernimento…, di non avere l’intelligenza per percorrere la via della vita con le proprie forze… Il cuore dell’uomo deve essere aperto a Dio, al desiderio di Dio e non presuntuoso di sapere tutto e di saper fare tutto da solo. Solo colui che sente dentro di sé la fame di Dio, il desiderio di Dio, può essere invitato, può essere sfamato da lui. Domandiamoci: quante volte abbiamo cercato di costruire sulla nostra sapienza, come sono finite queste prove, questi tentativi? Che cosa abbiamo costruito? La Scrittura dice: «se il Signore non costruisce la casa invano vi faticano i costruttori»… E Gesù ci ripete ancora: «chi mangia la mia carne, chi beve il mio sangue, dimora il me e in lui. Colui che mangia di me, vivrà per me…». Chiediamo ora al Signore, perché la nostra vita testimoni sempre la verità di queste parole, che noi viviamo per lui, a causa di lui, e che insieme a tutti i cristiani sappiamo ricevere Gesù. E non solo nel pane eucaristico, ma riceverlo anche nel malato, nel bisognoso, nel povero, nel sofferente… (Padri Silvestrini)
PREGHIERA SULLE OFFERTEÂ
Accogli i nostri doni, Signore, in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua
grandezza: noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu donaci in cambio te stesso. Per Cristo
nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONEÂ
Presso il Signore è la misericordia, e grande presso di lui la tua redenzione.
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONEÂ
O Dio, che in questo sacramento ci hai fatti partecipi della vita di Cristo, trasformaci a immagine del tuo Figlio, perché diventiamo coeredi della sua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore.
MEDITAZIONEÂ
È difficile esprimersi in maniera semplice e chiara a proposito della santa Eucaristia. Forse la migliore soluzione è quella di citare il Concilio di Trento: “Il nostro Salvatore, nell’imminenza di tornare da questo mondo al Padre, istituì questo sacramento. In esso ha effuso le ricchezze del suo amore verso gli uomini, lasciando un ricordo dei suoi prodigi (Sal 111,4), e ci ha comandato
di onorare, nel riceverlo, la sua memoria e di annunziare la sua morte fino al giorno in cui verrà a giudicare il mondo. Egli volle che questo sacramento fosse ricevuto come cibo spirituale delle anime, per mezzo del quale possano essere nutriti e rafforzati coloro che vivono della vita di Cristo, il quale ha detto: ‘‘Colui che mangia di me vivrà per me” (Gv 6,57), e che fosse ricevuto come antidoto, per mezzo del quale possiamo essere liberati dalle nostre colpe quotidiane e preservati dai peccati mortali. Egli volle inoltre che questo sacramento fosse pegno della nostra gloria futura e della beatitudine eterna e che fosse quindi simbolo del corpo, di cui egli è il capo e a cui volle che fossimo uniti, in quanto membra, per mezzo del vincolo strettissimo della fede, della speranza e della carità , perché professiamo la stessa verità e non ci siano divisioni fra noi” (Sessione 13, cap. II). In questo sacramento, dunque, sotto forma di pane e di vino, il nostro Signore e Salvatore ci fa dono della sua carne e del suo sangue, perché siano nutrimento delle nostre anime. Non gli è bastato diventare uno di noi, assumendo una natura umana come la nostra. Non gli è bastato assumersi le prove di una vita come la nostra, non gli è bastato soffrire e morire per espiare i nostri peccati al nostro posto. Egli ci amava e non poteva fermarsi se non dopo essere completamente unito a noi. E, nel suo amore, egli ha escogitato il modo più straordinario di unione, per mezzo del quale lui stesso diventa nostro nutrimento! Che amante davvero straordinario!
P. M. EUGENE BOYLAN OCR, da This Wonderful lover , Mercie