SANTA MESSA DOMENICA 17 LUGLIO
LA PAROLA
17 luglio 2016
Domenica
San Alessio di Roma
16.a Tempo Ordinario – IV
Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda
Liturgia: Gen 18,1-10a; Sal 14; Col 1,24-28; Lc 10,38-42
PREGHIERA DEL MATTINO
Signore Gesù Cristo, mi commuove e mi fa gioire il fatto che tu ami gli uomini e le donne e che sei stato loro amico. Per esempio, sei stato amico delle due sorelle, Marta e Maria. Tu hai accolto anche me nella cerchia dei tuoi amici. Quando leggo o ascolto la tua parola, tu mi sei presente e mi parli. Oggi vuoi accompagnarmi durante la mia giornata e sul mio cammino. Ti ringrazio. Voglio orientare la mia vita secondo te e la tua parola. Sii vicino a tutti coloro che non ti conoscono, che non si sono uniti a te, e che oggi hanno particolarmente bisogno del tuo sostegno. Poiché tu sei nostro amico, tu il Figlio di Dio che offri il tuo amore agli uomini, io sono colmo di speranza per tutti loro. Voglio lodarti e glorificarti.
ANTIFONA D’INGRESSO
Ecco, Dio viene in mio aiuto, il Signore sostiene l’anima mia. A te con gioia offrirò sacrifici e loderò il tuo nome, Signore, perché sei buono.
COLLETTA
Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore, e donaci i tesori della tua grazia, perché, ardenti di speranza, fede e carità , restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
PRIMA LETTURA (Gen 18,1-10a)
Signore, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo.
Dal libro della Genesi
In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 14)
Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda.
Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua.
Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda.
Non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda.
Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.
Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda.
SECONDA LETTURA (Col 1,24-28)
Il mistero nascosto da secoli, ora è manifestato ai santi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Fratelli, sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (cf. Lc 8,15)
Alleluia, alleluia.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono,
e producono frutto con perseveranza.
Alleluia.
VANGELO (Lc 10,38-42)
Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Parola del Signore.
OMELIA
Il valore di una persona ai nostri giorni la si misura dalle capacità di cui è dotata e soprattutto dall’efficienza. Su questa scia è maturata una nuova eresia moderna quella che chiamiamo efficientismo. È stata violentemente contestata dallo stesso Signore: egli ha dato il massimo del suo amore nell’immolazione e nell’immobilità totale della croce. Ciò nonostante noi continuiamo a pensare che anche nei confronti del Signore possiamo esprimerci al massimo quando il nostro agire per lui può esprimersi al meglio. Siamo quasi istintivamente tifosi di Marta che si occupa e si preoccupa per molte cose, che vuole con zelo dare la migliore accoglienza al Signore e ai suoi discepoli. Saremmo tentati anche noi di rimproverare Maria che, prostrata ai piedi di Gesù, si bea delle sue parole e della sua presenza. Spesso i devoti, gli asceti, i mistici sono ritenuti dei fannulloni. Anche nei confronti di noi monaci, chiusi nei nostri monasteri, spesso isolati dal mondo, molti ci chiedono che cosa facciamo lì, dentro. Simpatica la risposta di un giovane monaco che rimbalzò la domanda, chiedendo ad un visitatore: «Ma voi che fate fuori?». È difficile effettivamente per le persone del nostro secolo capire ed approvare un mondo che non conoscono, il mondo dello spirito, lo spendere la vita per Cristo, mettersi in un atteggiamento di continuo e docile ascolto del Signore per cercare di conoscere e compiere la sua volontà . Il Signore Gesù ha posto con chiarezza cosa significhi guadagnare o perdere la propria vita: i consacrati, i religiosi, le religiose, i più ferventi cristiani danno l’impressione di perdere la propria vita per donarla senza riserve a Dio, ma poi il mondo ne resta affascinato quando scorge la santità autentica, anche se non sempre sa trarne le dovute conseguenze. Per fortuna abbiamo molti testimoni e santi al di fuori del mondo cosiddetto “religioso” e Giovanni Paolo II, durante il suo pontificato, con tante beatificazioni e canonizzazioni dei laici ha dimostrato che la santità non è più confinata nei conventi o riservata a particolari categorie, ma può essere raggiunta da chiunque cera davvero Dio, anche da una semplice mamma o da due coniugi. Ecco allora che le due sorelle, protagoniste del vangelo di oggi, più che vederle in contrapposizione o competizione tra loro, le dobbiamo vedere come due modi diversi di dare la migliore accoglienza a Cristo o servendolo a tavola o ascoltando la sua Parola. Resta comunque inconfutabile che Maria si è scelta la parte migliore, in lei predomina il bisogno di un nutrimento che alimenta la sua anima. (Padri Silvestrini)
PREGHIERA SULLE OFFERTE
O Dio, che nell’unico e perfetto sacrificio del Cristo hai dato valore e compimento alle tante vittime della legge antica, accogli e santifica questa nostra offerta come un giorno benedicesti i doni di Abele, e ciò che ognuno di noi presenta in tuo onore giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
“Una sola cosa è necessaria; Maria si è scelta la parte migliore”.
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Assisti, Signore, il tuo popolo, che hai colmato della grazia di questi santi misteri, e fa’ che passiamo dalla decadenza del peccato alla pienezza della vita nuova. Per Cristo nostro Signore.
MEDITAZIONE
Solo coloro che ne hanno fatto personalmente l’esperienza conoscono l’utilità e la gioia divina che la solitudine e il silenzio del deserto portano a coloro che li amano.
Là infatti gli uomini forti possono raccogliersi come desiderano, rimanere con se stessi, coltivare assiduamente i germi della virtù, nutrirsi con gioia dei frutti del paradiso. Là ci si sforza di acquisire l’occhio il cui sguardo trafigge d’amore lo Sposo divino, e la purezza del quale concede di vedere Dio. Là , dove ci si consacra ad un piacere pieno, e dove ci si ferma in un’azione tranquilla. Là Dio concede ai suoi atleti, per la fatica della lotta, la ricompensa desiderata: una pace che il mondo ignora, e la gioia nello Spirito Santo.
Questa è la parte migliore, che Maria ha scelto e che non le sarà tolta. Come vorrei, fratello carissimo, che tu ardessi di amore divino. Che questa carità venisse ad abitare il tuo cuore, e che ben presto la gloria del mondo, seduttrice ingannevole, ti apparisse miserabile. Tu rifiuteresti allora con facilità le ricchezze, la preoccupazione delle quali ti appesantisce l’anima. Che cosa vi è infatti di più contrario alla ragione, alla giustizia, alla natura stessa che preferire la creatura al Creatore e perseguire valori deperibili piuttosto che beni eterni?
L’amore di Dio è tanto più utile quanto più giusto. Che cosa vi è di più giusto e di più utile, di più innato, di più conveniente per l’uomo che amare ciò che è bene? E che cosa vi è di più buono di Dio stesso? Più ancora, vi è un altro bene, se non Dio? Così l’anima santa che ha qualche sentimento di questo bene, del suo splendore, della sua lucentezza senza paragoni, arde di amore celeste e grida: “L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?”.
SAN BRUNO