Santa Messa 11 Marzo 2012
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 LA PAROLA DI OGGI
11 marzo 2012Â
Domenica
S. Costantino
III Quaresima (B) – III
PREGHIERA DEL MATTINO
Padre celeste, fa’ che prendiamo coscienza della gloria della tua presenza e colmaci di meraviglia e di rispetto quando prendiamo coscienza del tuo amore per noi. Tu ci chiami ad essere un popolo scelto per cantare le tue lodi.
Togli dai nostri cuori l’indifferenza e ogni attaccamento ai beni temporali, che ci impediscono di vedere la tua presenza nella creazione e nei nostri cuori. Aiutaci a cercare di conoscerti in Cristo e ad affidarci senza riserve al tuo amore, affinché la nostra vita sia in te, per Gesù Cristo nostro Signore.
ANTIFONA D’INGRESSO
I miei occhi sono sempre rivolti al Signore, perché libera dal laccio i miei piedi. Volgiti a me e abbi misericordia, Signore, perché sono povero e solo. (Sal 25,15-16)
COLLETTA
Dio misericordioso, fonte di ogni bene, tu ci hai proposto a rimedio del peccato il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna; guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
PRIMA LETTURA (Es 20,1-17)
La legge fu data per mezzo di Mosè.
Dal libro dell’Èsodo
[In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me.] Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
[Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo.] Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro;ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.
[Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà . Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».]
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 18)
R. Signore, tu hai parole di vita eterna.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante. R.
SECONDA LETTURA (1Cor 1,22-25)
Annunciate Cristo crocifisso, scandalo per gli uomini, ma, per coloro che sono chiamati, sapienza di Dio.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.
Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (cf. Gv 3,16)
R. Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chi crede in lui ha la vita eterna.
R. Lode e onore a te, Signore Gesù!
VANGELO (Gv 2,13-25)
Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà .
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Parola del Signore.
OMELIA
Una visita sul sito del Tempio nella Gerusalemme attuale dà un’idea della sacralità del luogo agli occhi del popolo ebreo. Ciò doveva essere ancora più sensibile quando il tempio era ancora intatto e vi si recavano, per le grandi feste, gli Ebrei della Palestina e del mondo intero.
L’uso delle offerte al tempio dava la garanzia che la gente acquistasse solo quanto era permesso dalla legge. L’incidente riferito nel Vangelo di oggi dà l’impressione che all’interno del tempio stesso si potevano acquistare le offerte e anche altre cose.
Come il salmista, Cristo è divorato dallo “zelo per la casa di Dio” (Sal 068,10). Quando gli Ebrei chiedono a Gesù in nome di quale autorità abbia agito, egli fa allusione alla risurrezione. All’epoca ciò dovette sembrare quasi blasfemo. Si trova in seguito questo commento: “Molti credettero nel suo nome. Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti”. Noi dobbiamo sempre provare il bisogno di fare penitenza, di conoscerci come Dio ci conosce.
Il messaggio che la Chiesa ha predicato fin dall’inizio è quello di Gesù Cristo crocifisso e risorto. Tutte le funzioni della Quaresima tendono alla celebrazione del mistero pasquale. Che visione straordinaria dell’umanità vi si trova! Dio ha mandato suo Figlio perché il mondo fosse riconciliato con lui, per farci rinascere ad una nuova vita in lui. Eppure, a volte, noi accogliamo tutto ciò con eccessiva disinvoltura. Proprio come per i mercati del tempio, a volte la religione ha per noi un valore che ha poco a vedere con la gloria di Dio o la santità alla quale siamo chiamati.
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Per questo sacrificio di riconciliazione perdona, o Padre, i nostri debiti e donaci la forza di perdonare ai nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Molti, vedendo i segni che Gesù faceva, credettero in lui. (Gv 2,23)
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
O Dio, che ci nutri in questa vita con il pane del cielo, pegno della tua gloria, fa’ che manifestiamo nelle nostre opere la realtà presente nel sacramento che celebriamo. Per Cristo nostro Signore.
MEDITAZIONE
Si è spesso sentito dire che Mosè, dopo aver fatto uscire Israele dall’Egitto, costruì una tenda nel deserto grazie ai doni dei figli di Giacobbe. Bisogna osservare, come dice l’apostolo Paolo, che tutto ciò avveniva in senso figurato. Siete voi adesso, fratelli miei, il tabernacolo di Dio, come spiega l’apostolo: “Voi siete il tempio di Dio!”. Tempio, in cui Dio regnerà in eterno, voi siete il suo tabernacolo, il suo nuovo riparo poiché egli è in cammino con voi; egli ha sete in voi, ha fame in voi. Siete voi questo riparo, fratelli miei, nel deserto della vita, fino a quando arriverete alla Terra Promessa. Allora avrà luogo la vera dedicazione, allora sarà edificata la vera Gerusalemme, non più in forma di una tenda, ma di una città . Ma se noi siamo dei veri figli d’Israele nello Spirito, se siamo usciti con lo Spirito dalla terra d’Egitto, offriamo tutti i nostri beni per la costruzione del tabernacolo: “Ognuno riceve da Dio il suo dono particolare, chi un dono, chi un altro”. Che tutto sia dunque comune a tutti! Che nessuno consideri suo il carisma ricevuto da Dio; che nessuno invidi il carisma che avrebbe ricevuto il proprio fratello; ma stimi che ciò che è suo è veramente il bene di tutti, non dubiti che il bene di suo fratello è anche il suo. Dio agisce in modo che ognuno abbia bisogno degli altri: ciò che uno non ha, può trovarlo nel proprio fratello.
Così sarà conservata l’umiltà , la carità crescerà , l’unità sarà manifesta nell’intero Corpo di Cristo.
SAN AELREDO DI RIELVAUX