SANTA MARIA LA FOSSA PROTEZIONE CIVILE DALLE STELLE ALLE STALLE
di Peppino PASQUALINO
Una bacheca che dovrebbe essere utilizzata per divulgare il <Piano di Protezione Civile> o avvisi di emergenza per la popolazione, invece espone avvisi del CAF e manifesti consunti dal tempo; una tabella con un ormai illeggibile logo ad indicare una lontana parvenza di sala operativa di protezione civile; quello che era un utilissimo carrello centinato adibito al trasporto del modulo abitativo di emergenza langue nel piazzale della scuola media con la <centina> completamente stracciata dalle intemperie (e dall’incuria, ndr); una <ex sala operativa> che divide gli spazi con il servizio di raccolta differenziata e con il CAF del sindacato CGIL.
Quella che fino a qualche tempo fa era considerata un’eccellenza in provincia di Caserta e un vanto a livello regionale per l’intera comunità fossatara adesso è soltanto un ricordo. Giuseppe Zamberletti, il padre della protezione civile nazionale, dopo l’esperienza del terremoto del Friuli, già nel lontano 1979 diede inizio all’iter amministrativo che portò la protezione civile italiana ad essere quella più invidiata al mondo. E nel medesimo anno a Santa Maria la Fossa, grazie a due cittadini tra l’altro non di origine locale, si diede corpo al primo <Nucleo di volontari> che neanche un anno dopo, in occasione del terribile terremoto del 1980, il 25 novembre vide i propri volontari partire con gli automezzi militari del vicino aeroporto di Grazzanise per portare acqua, coperte e stufe agli sfortunati di San Mango sul Calore in provincia di Avellino.
Il 20 novembre 1982, a coronamento di un breve periodo di addestramento e di interventi sul territorio casertano e napoletano, il Nucleo Comunale Volontari di Protezione Civile di Santa Maria la Fossa riceve il decreto prefettizio di riconoscimento, un documento ufficiale di iscrizione al volontariato della Prefettura di Caserta riportante il numero 1/313 di protocollo: il primo nucleo in provincia di Caserta.
Da quel momento il curriculum del gruppo operativo fossataro si è gonfiato sempre più fino a raggiungere addirittura l’encomio nazionale a firma dell’allora Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a seguito dell’operazione presso la scuola nazionale di protezione civile di Castelnuovo di Porto, vicino Roma, e l’intervento durante la <Prima celebrazione Eucaristica> di Papa Ratzinger.
Ma la vera e propria <incoronazione>, provinciale e regionale, è avvenuta quando la struttura operativa del Comune di Santa Maria la Fossa partecipa al bando regionale per l’assegnazione di automezzi speciali; un bando alquanto selettivo al quale si poteva partecipare soltanto avendo tutte le carte in regola e tutti i sistemi operativi ben collaudati. In quella occasione il Comune fossataro diventa <eccellenza> non in produzione di mozzarella bensì in tema di protezione civile; infatti si classifica seconda in provincia di Caserta e nona in tutta la Regione Campania su 550 comuni, grazie alla quale posizione riceve <gratuitamente> un automezzo speciale di soccorso munito di autoradio di emergenza sintonizzata sulle frequenze della sala operativa regionale di protezione civile.
Ed ora, invece, in quella che una volta era la sala operativa (è il caso di sottolineare <era>â€, ndr) ubicata presso la scuola media statale le divise si confondono con le buste per la raccolta differenziata, il centro operativo radio divide lo spazio con i documenti del CAF-CGIL, attrezzature costose litigano con suppellettili estranee al mondo dell’emergenza.
Sicuramente Giuseppe Zamberletti si starà rivoltando nella tomba.