SANTA MARIA LA FOSSA GIARDINO DELLA VITA DA RECUPERARE
di Giuseppe PASQUALINO
Come già fatto in altre occasioni a proposito della conservazione dell’ambiente e del rispetto della natura, ancora una volta è bene concentrare ogni attenzione possibile a quelle strutture e beni che, per una ragione o un’altra, spesso scivolano nel cosiddetto <dimenticatoio>. E’ il caso, quindi, di richiamare la vista su un luogo ameno che, invece di essere luogo di attrattiva turistica, sta sempre più precipitando verso l’abbandono totale: il <Giardino della Vita>.
Il nome che gli fu assegnato risulta essere tutto un programma, un giardino nato grazie a tanti bambini messi al mondo negli anni successivi all’entrata in vigore della legge n. 113 del 1992. La norma obbligava (e obbliga ancora oggi perché la legge non risulta abolita, ndr) i Comuni con più di 15.000 abitanti a mettere a dimora una pianta, per ogni bambino nato, in un’area demaniale individuata sul proprio territorio demaniale.
Dal 1994 anche il Comune di Santa Maria la Fossa, nonostante non rientrasse nei parametri d’obbligo, intese approfittare di questa <nobile> normativa per trovare un’area demaniale idonea e iniziare a monitorare le nascite grazie al supporto dell’ufficio anagrafe dell’Ente. La Regione Campania, attraverso i vivai forestali di Cellole, Piedimonte Matese e Tora e Piccilli, mise a disposizione i neonati alberelli per la successiva messa a dimora.
Con una grande partecipazione degli alunni delle classi elementari e medie delle locali scuole <Giovanni Falcone> e <Mons. Ernesto Mirra>, accompagnati da insegnanti, personale ATA e direttrice didattica, nell’area destinata in località <San Vincenzo>, furono piantate centinaia di alberelli, di diversa natura (aceri, lecci, pini marittimi, abeti comuni, ecc.), con una targhetta legata al fusto riportante il nome del bambino (o bambina) e sua relativa data di nascita; da quel momento il bambino, con l’aiuto dei propri genitori, si “sarebbe†preso cura del <proprio> alberello. Abbiamo utilizzato il verbo al condizionale, in quanto da quel momento è stato registrato soltanto un <generale disinteresse>.
Da parte comunale non si è avuto più il prosieguo della piantumazione e dai cittadini interessati all’albero del proprio figlio non è proseguito il desiderio di continuare nella <nobile> attività .
Non tutto è perduto, però, perché il Comune, con i suoi organi esecutivi, e la discesa in campo della <ProLoco> potrebbero riprendere l’attività manutentiva agli stupendi alberi attualmente rigogliosi nel <Giardino della vita>, procedere a piantarne di nuovi in virtù dei bambini nati dal 1997 in poi e rimodulare il progetto. La zona, facilmente raggiungibile dalla strada provinciale percorrendo la Via Volturno, potrebbe essere organizzata come area <pic-nic>, dotata di panche, tavoli e barbecue, percorsi per raggiungere facilmente la sponda sinistra del fiume Volturno che nel secolo scorso, a sentire i più anziani, si presentava come una vera e propria spiaggia sulla quale si riversavano addirittura i bagnanti nei periodi estivi.
E sempre grazie all’impegno della <Pro Loco> potrebbe sorgere a Santa Maria la Fossa un circolo di canoe e kajak per alimentare l’interesse a visitare il Volturno dal punto di vista ambientale e riprendere l’antica pesca delle ricercatissime anguille di fiume, delizia gastronomica di tanti appassionati che potrebbe spingere (e perché no, ndr) qualche imprenditore alla nascita di un punto di ristorazione specifico.