SANTA MARIA LA FOSSA CAMPO SPORTIVO, TOSATURA MANTO ERBOSO AFFIDATO AGLI “OVINI”

 

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di Peppino Pasqualino 

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” – sosteneva Lavoisier – ed è proprio quello che accade nel settore ludico-sportivo a Santa Maria la Fossa.

Sembra ieri, 1990, anno in cui iniziavo la mia esperienza giornalistica con il settimanale “L’Opinione”, periodo in cui il Comune “fossataro” dava inizio a tutta una serie di progettazioni per dare ai giovani la possibilità di praticare il calcio. In quell’anno esordivo con un “pezzo” che annunciava milioni (delle vecchie lire) finanziati dallo Stato per creare lo stadio locale, puntualmente iniziato e completato soltanto quando i ragazzi, ormai cresciuti, erano partiti per il servizio militare.

Intanto, con il trascorrere del tempo,  le opere fatte e lasciate in balìa dell’ignoto puntualmente venivano riprogettate, ricostruite, ridisegnate e nuovamente vandalizzate, divelte, distrutte nel silenzio della “mancata pena certa” per gli ignoti responsabili. Nessuno ha mai pagato per quelle progettazioni messe in cantiere senza criteri di gestione futura; è semplice compiere opere quando poi non si gestiscono, non si manutengono, non si affidano, non si proteggono con personale dedicato alla conservazione del bene pubblico. E tutto si è ripetuto ciclicamente fino al “ridicolo”, ovvero finché non giunse la normativa sportiva che “impose” all’Ente, dopo anni di inutilizzo (chissà!) del bene, di rimodulare l’esposizione del terreno di gioco; un’altra infinità di tempo (e spreco di denaro pubblico) per direzionare il terreno di gioco da est ad ovest anziché da nord a sud.

Nel frattempo, per qualche “voto” in più (…e forse per “Qualche dollaro in più”), si dava il permesso a qualcuno di pascolare le mandrie bufaline sul terreno di gioco. Dopo trent’anni nulla è cambiato (tranne un breve periodo di lustro calcistico della squadra locale durante l’amministrazione “Papa” nel recente passato). Il muro di cinta, lungo il quale in Via Cancellone correva la lingua d’asfalto dedicata al parcheggio delle auto degli spettatori, adesso si presenta (sigh!) penosamente carezzato da alte erbacce (vedi foto) infiltrate (e cresciute nel silenzio amministrativo più totale) in quella “millimetrica pennellata bituminosa” oramai lontana dalla iniziale destinazione d’uso.

E nulla è cambiato neanche nell’utilizzo della struttura costata milioni di euro della comunità; tutto si fa tranne lo sport. Senza alcun controllo, tutto allo sbando, tutto aperto, tutto destinato al perenne vandalismo sempre in agguato, struttura ospitante (…che fine!) i camion della raccolta differenziata, terreno di gioco a disposizione delle mandrie, questa volta di pecore (vedi foto); eh sì perché adesso sono gli ovini a prendersi cura della tosatura del manto erboso…. ”…e tutto si trasforma!”

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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