SAN NICOLA LA STRADA-Il consigliere provinciale Sortino rinuncia a qualsiasi gettone o benefit, perché un eletto dal popolo non deve lucrare
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Nunzio De Pinto
SAN NICOLA LA STRADA – Chi conosce il dottor Domenico Sortino, già dell’Msi, poi di Alleanza Nazionale, sa che non c’è nulla di più serio che servire il Paese, lo ha sempre considerato un dovere e quando ieri mattina ha protocollato agli uffici dell’Amministrazione provinciale di Caserta più d’uno lo ha preso per matto, ma il dottor Sortino matto non è. Con la lettera inviata al Presidente della Provincia, Sortino ha ufficialmente “rinunciato a qualsiasi gettone di presenza od a qualsiasi altro benefit che spetta ai consiglieri provinciali. Un gesto che sa di “tempi andatiâ€, di quando essere eletto dal popolo a ricoprire qualsiasi carica veniva considerato un privilegio ed un onore che non doveva essere ricompensato. Alcide De Gasperi docet. Di seguito riportiamo il testo della lettera del dr. Sortino: “Al Sig. Presidente, On. Dr. Domenico Zinzi; Al Sig. Presidente del Consiglio Provinciale, lo scrivente Domenico Sortino, consigliere del gruppo Pdl, partecipa alle SS.LL. che da oggi 28 novembre 2012, pur partecipando alla vita amministrativa del consiglio provinciale, rinuncia ad ogni qualsivoglia gettone o benefit previsto. La motivazione è un sola, per un eletto dal popolo è poco edificante “lucrare†su qualcosa che è un dovere svolgere. Tra l’altro il periodo gramo che vede tanti tra il popolo soffrire mi porta a consigliare alle SS.LL e agli altri componenti la giunta ed il consiglio provinciale di fare in egual maniera. Cordialità , Domenico Sortinoâ€. Sortino è entrato nel consiglio provinciale lo scorso mese di ottobre a seguito della risoluzione della crisi amministrativa che ha portato l’On. Zinzi a nominare alcuni assessori del Pdl, favorendo, di fatto, l’ingresso di Sortino nel parlamentino di Corso Trieste. Nel suo primo intervento in consiglio provinciale, Sortino ha ricordato a tutti che “non bisogna portare la gente alla politica; bisogna portare la politica alla gente. Quella politica fatta da persone forse imperfette e che sanno di esserlo, ma che si confrontano con i problemi veri della gente e cercano†– ha aggiunto – “di dare risposte concrete in tempi certi. Più facile sarebbe considerarsi legati solo al vincolo delle proprie idee, dei propri progetti, dei propri schemi mentali, facilmente adattabili e modificabili secondo la convenienza. Invece accettare il confronto diretto con la gente significa sottoporsi al rischio di essere anche contestati e ciò significa essere responsabiliâ€. Insomma, un galantuomo d’altri tempi.