RSU: nessuna decadenza al 30 novembre 2010.
Nei giorni scorsi, si è svolta presso l’ARaN una seduta negoziale concernente le RSU. Nel corso della riunione, la delegazione C.S.A. (Coordinamento Sindacale Autonomo ), in accordo con la maggioranza delle OO.SS. ha ribadito che: o in mancanza del rinnovo entro la data del 30 novembre 2010, le RSU restano comunque in carica, non essendo ravvisabili gli estremi normativi per una loro decadenza; coerentemente con tale indirizzo non è necessario alcun atto normativo che, esplicitamente, proroghi la vigenza delle RSU attualmente in carica; o è, anzi, auspicabile che il legislatore si astenga in materia: le RSU, infatti, pur essendo state istituite dalla Legge, sono sempre state regolamentate, in tutti i loro aspetti fondamentali, attraverso la contrattazione sindacale ed è nell’interesse dei
lavoratori che tale impianto non venga smantellato; o la data del prossimo rinnovo delle RSU venga stabilita di comune accordo tra ARAN e OO.SS. ma solo dopo che saranno stati individuati i nuovi comparti (e, per quanto riguarda il personale di qualifica dirigenziale, le nuove aree) di contrattazione collettiva; occorre infatti ricordare che il D. Lgs. 165/01 prevede che i voti conseguiti dalle OO.SS. nelle competizioni elettorali per il rinnovo delle RSU siano uno dei dati fondamentali per la misurazione della rappresentatività sindacale: non è possibile, pertanto, disgiungere le elezioni delle RSU dalla preventiva definizione dei comparti di contrattazione. Il CSA, con l’occasione, denuncia il tentativo posto in essere da alcune sigle sindacali e da alcuni parlamentari di chiedere un pronunciamento del Ministro della Funzione Pubblica circa l’ipotesi di decadenza dei lavoratori eletti nelle RSU a partire dal 1 dicembre 2010: è evidente che in questo modo si rischia, con un atteggiamento che è poco definire irresponsabile, di compromettere un diritto sindacale fondamentale dei lavoratori, riconoscendo alla parte pubblica un potere (che non ha mai avuto) su aspetti dell’istituto delle RSU attualmente disciplinati in via contrattuale. A nostro giudizio, invece, il modo migliore per difendere le RSU è proprio quello di non mettere in discussione la loro legittimazione a trattare in un momento così
delicato per i lavoratori del pubblico impiego! L’opposizione alla linea politica del Governo deve essere fatta, a nostro giudizio, in modo diverso e realmente aderente agli interessi dei lavoratori: chiedendo, ad esempio, la rimozione del blocco dei rinnovi contrattuali e l’abrogazione delle norme introdotte dal D. Lgs. 150/09 riguardo alle materie oggetto di contrattazione e al sistema premiante.