Ripartire con la cultura
Nel suo volume “Il bene nostro, un impegno per il patrimonio culturaleâ€, il prof. Giuliano Volpe si pone un interrogativo: “Che fare per i musei e le biblioteche ex Provinciali?â€. Oggi rimane di drammatica attualità anche alla luce di quello che è successo con il cosiddetto Polo Culturale della Provincia di Caserta in Villa Vitrone, che in questi giorni viene definitivamente smantellato per far posto ad uffici di servizi e di enti privati.
Nell’ultima parte del suo saggio, l’autore ricorda che in molti casi si è mossa la società civile con associazioni culturali, gruppi di cittadinanza attiva, citando il caso della rete a sostegno del Museo Campano di Capua, quello delle celebri Madri (una delle quali è stata adottata anche da lui).
A fronte di questo impegno che rimane vivo (come dimostrano le ultime 3 mostre di arte moderna e di ceramica, dedicate alle Matres), rimane ancora più attuale l’osservazione avanzata dal prof. Volpe, che va ricordato è stato autorevole presidente del Consiglio Superiore Beni Culturali. In merito riportiamo le sue considerazioni: “Sarebbe stato e resta indispensabile la realizzazione di un progetto condiviso tra lo Stato e le Regioni, capace di garantire a questi gloriosi presidi culturali non la mera sopravvivenza, ma un futuro certo, attivo e vitale nei vari territori, come componenti essenziali di un sistema museale e bibliotecario nazionale. Anche con innovative forme di gestione capaci di coinvolgere le tante energie e competenze presenti nei territori e le stesse università â€. Parole sante!
In coerenza con queste osservazioni, da tempo come rete delle Piazze del Sapere abbiamo avanzato e ribadiamo con forza la richiesta al nuovo CdA del Museo Campano e al Sindaco di Capua di avviare un confronto per la valorizzazione e promozione del prestigioso monumento con il varo di un accordo pubblico-privato per la sua governance, aperto alle forze del terzo settore, delle scuole e della stessa università . Si tratta di una buona pratica già attivata in tante realtà a livello nazionale ed europeo (si veda l’esempio del Museo Egizio di Torino). In questa fase sarebbe l’unica strada per poter ripartire con la cultura in modo efficace nei vari contesti. Manca solo un gesto di buona volontà per attivare le procedure necessarie da parte di chi gestisce questi beni comuni, basilari per il futuro delle nostre comunità , per la tutela piena e la salvaguardia della nostra memoria storica e della nostra identità civile.Pasquale Iorio – Le Piazze del Sapere