Ribelliamoci al gioco d’azzardo
In base ai dati di uno studio della Camera di Commercio di Milano sul gioco d’azzardo – riportati in una inchiesta di Umberto Riccio su Il Mattino del 20-10-2014 – Terra di Lavoro si fregia di un altro primato negativo. Infatti, con una percentuale del 35,5% rispetto all’anno precedente risulta essere in Italia il territorio con il più alto tasso di incremento delle aziende del settore con la diffusione delle slot mashines ed altri mezzi più o meno leciti.
E’ un dato che deve far riflettere sulla crescente incidenza di un fenomeno che va assumendo dimensioni ed effetti sempre più devastanti – sia economici che psicologici – nei confronti delle fasce più deboli della società (in particolare donne, anziani, immigrati e giovani). In molti casi produce una vera e propria dipendenza (gambning patologico) da cui risulta difficile anche liberarsi, se non attraverso costose cure per “ludopatia†– come risulta dai dati in aumento di pazienti nei centri attrezzati delle ASL. Ancora più allarmanti sono i risultati di una recente inchiesta del CNR di Pisa in merito al fenomeno del “baby azzardoâ€, secondo cui sono ormai oltre un milione i giovanissimi che hanno provato giochi vietati, per molti dei quali sono diventati un’ossessione da cui è difficile liberarsi.
Come hanno sottolineato alcuni esperti ed alcuni saggi di alcuni studiosi (alcuni scritti da autori casertani come Marilena Lucente, Daniele Manzo ed Antonio Moccia), sempre più il gioco d’azzardo sottrae ore di lavoro e di studio, alla vita affettiva ed al tempo libero, spesso produce dipendenza e sofferenza psicologica di relazione, educativa, materiale, di aspettativa per il futuro. Vengono anche alterati i presupposti morali e sociali dei cittadini che sono portati a sostituire con la fortuna e con l’azzardo i valori fondati sull’etica del lavoro e dell’impresa, sulla fatica e sui talenti. Tutto ciò sempre più mette a rischio la serenità , i legami e la sicurezza di tante famiglie.
Alla luce di questi dati è necessario rilanciare una campagna già promossa a livello nazionale per ribellarsi al gioco d’azzardo e alle slot mashines, per favorire il gioco sano che può aiutare la formazione dei giovani (e non solo) ad una sana competizione per la vita, a processi di socializzazione e ricreativi.
Un primo ambito di intervento riguarda il mondo della scuola dove è possibile aiutare e far capire ai ragazzi questo rischio della dipendenza psicologia ed economica va combattuto con una intelligente presa di coscienza, grazie anche a testimonianze e buone pratiche. In questo modo sarà possibile contrastare anche nuovi fenomeni di violenza e di bullismo (come è emerso negli incontri in alcuni istituti casertani) con la formazione di una visione più critica da parte dei giovani e della loro comunità su tematiche finora poco analizzate ed osservate, anche per far crescere una vigilanza critica ed una partecipazione consapevole di cittadini più attivi.
In un contesto poco attento e vigile, come quello casertano, fatto anche di connivenze, è urgente rilanciare una campagna di nobilitazione anche in riferimento alle ricadute negative sull’economia e sulla legalità , che vede alimentare canali di riciclaggio e di finanziamento illecito proprio attraverso questi canali – per lo più sotto l’influenza della criminalità organizzata. Bisogna stare attenti a non lanciare solo messaggi negativi, di denuncia e di contrasto, che vanno accompagnati da percorsi e progetti di carattere pedagogico ed educativo (a partire dalle scuole, ma non solo). In primo luogo occorre una forte campagna informativa a tutti i livelli.
L’altro campo di intervento riguarda il mondo dell’economia e delle imprese, in particolare di quelle del settore commerciale, che non possono continuare a subire inerti questi processi degenerativi. A tal fine sono utili alcune campagne emblematiche lanciate a livello nazionale, come quelle su “No slot†(lanciata da Vita) o “L’azzardo non è un giocoâ€(promossa dall’Auser e dalle Acli). In tal senso ci possono aiutare alcune narrazioni e buone pratiche, come quelle messe in atto da alcuni giovani gestori di bar che hanno dismesso le slot mashines nei loro locali rinnovati, per fare spazio a centri di attività culturale e musicale. Purtroppo sono solo pochi casi nella città di Caserta ed a Pinetamare. Ma possono lanciare dei segnali incoraggianti per tutto il settore, soprattutto per liberarsi dai condizionamenti di tipo camorristico.
Un discorso a parte meritano le forze politiche – del tutto distratte su questi fenomeni – gli enti e le istituzioni locali. Basti pensare che su 104 comuni in Terra di Lavo solo uno finora ha aderito con delibera consiliare al Manifesto promosso dall’Anci per la legalità e contro il gioco d’azzardo. E’ giunto il momento che anche i sindaci e la nuova leva di amministratori scendano in campo con azioni concrete per contrastare questi fenomeni, con iniziative che possono essere prese in collaborazione con il mondo della scuola e della conoscenza, con le forze sociali e con le associazioni del terzo settore (in particolare quelle giovanili ed impegnate a diffondere la cultura come fattore di coesione sociale).
Pasquale Iorio                                                                                               Caserta, 2 settembre 2014
Portavoce FTS Casertano