RELATIVISMO ETICO, APPIATTIMENTO PRESSOCCHE’ TOTALE DEI VALORI DELLA VITA, RICERCA SPASMODICA DEL VANO E DEL’EFFIMERO. SOLO GESU’ CRISTO PUO’ SALVARCI.

 

di Daniele Palazzo

Al mondo d’oggi, non ci si scandalizza più di niente. Nemmeno davanti al corpicino di un bambino “migrante”(che brutta parola che abbiamo coniato nel vano tentativo di rimuovere dalle nostre coscienze, putride ed inaridite, i pesanti e mortificanti macigni di responsabilità e corresponsabilità che, invece, dovrebbero metterci con le spalle al muro ed inchiodarci ai nostri doveri di apertura e disponibilità verso quanti, per colpe sicuramente non loro, avrebbero e, di fatto, hanno bisogno di mani tese e concretezza di aiuto e sostegno)morto o, peggio, lasciato morire, su una sparuta ed arida di sentimenti spiaggia “occidentale”, tra l’indifferenza generale e le colpevoli “spallucce” di chi, facendo finta di non vedere e non sentire, ha sempre e sistematicamente abdicato al ruolo che gli compete e ai doveri per i quali, a questo punto, però, solo a parole, dobbiamo dire, dichiarava di voler impegnare tutta la sua vita. Non ci si scopone più di tanto nemmeno al cospetto delle vecchie ma anche nuove ed atroci violenze e vessazioni, che, ancora oggi, sono costretti a subire le donne, i deboli e, comunque, gli indifesi del brutto mondo che abbiamo creato onde coltivare e rendere bello e fruttuoso solo il nostro miserrimo orticello. E, ancor meno, ci sente imbarazzati quando si viene a sapere di sacerdoti pedofili che si macchiano di orribili nefandezze ai danni di candidi ed innocenti bambini, di angeli di purezza e gioioso stupore che, come anche il buon Gesù ci insegna, andrebbero trattati con tutti li onori e con il massimo rispetto. Oggi, ammantati di un alone di perbenismo fine a se stesso e continuamente bombardati dai vuoti moniti e dai beceri proclami dei tanti profeti del niente che infestano e rendono fetidi e moralmente impraticabili le vie e i sentieri del comune pensare ed agire collettivo, niente sembra poter minimamente scalfire il muro di interferenza granitica nel quale, un po’ di amaro veleno ieri, un po’ di finto miele oggi, immancabilmente conditi da una dose di minacce e violenze, artatamente spacciate per carezze e coccole benefiche, che hanno finito per trasformarci negli schiavi di noi stessi e dei nuovi padroni della terribile realtà nella quale, beati noi, gonzi e citrulli, sguazziamo. Insomma, ci hanno trasformato in un popolo di gente indifferente, di persone che non si indignano più davanti a niente. Meno che mai alla notizia di un Sacerdote che balla seminudo nel bel mezzo di un festino gay. Ci siamo cuciti addosso un abito fatto a misura della nostra strana ed ignobile monade, fatta di un relativismo etico e di una limitatezza di pensiero ed azione che la dicono tutta sui sempre più ristretti orizzonti che, predicati ed imposti per secoli da falsi profeti ed oscuri personaggi che hanno sempre attentato alla nostra integrità morale e ai nostri diritti di uomini liberi e degni di rispetto. Seppure costituiscano solo una piccola parte del totale(purtroppo, la mancanza di sazio è quella che è), tutti gli esempi di brutture e cattiva testimonianza circa i record in negativo che abbiamo finora toccato sono ben terribili. A nostro modesto avviso, però, altrettanto negativa ed anche allarmante è e deve essere considerata la nuova, consumatasi sull’asse Salerno-Napoli, del prete, “immortalato” su supporto fotografico e, quindi, finito in pasto ai media e ai social network di tutto il mondo, mentre danza seminudo durante una festa di omosessuali. Bene intesi, niente da eccepire sul mondo dei gay e delle singole persone omosessuali, che, è bene ribadirlo, meritano il massimo rispetto ed anche, ma senza le esagerazioni che certe frange di stupidi e fuorvianti estremisti pretenderebbero, tutti i diritti che finora gli sono stati negati. Il fatto è che la Chiesa di cui, almeno fino a che non è venuto fuori questo bel po’ di casotto, anche il protagonista del caso di cronaca che ha fatto gridare all’anatema i tanti falsi moralisti che, praticamente da sempre, non fanno che sfruttare ed ingigantire ogni minimo particolare di miseria e debolezza umana per poi sfruttarlo contro l’Ecclesia di nostro Signore Gesù Cristo, si è data delle regole e che queste, come tali, vanno rispettate e poste in pratica. Specialmente da coloro che, a torto o a ragione, la rappresentano. Certe vesti talari, dalla disinvolta doppia vita, non devono credere o far credere che i canoni e le norme entro cui si muovono l’insieme dei Figli di Dio che si rivedono nella Chiesa di cui il Papa è la massima espressione siano alla stregua di regole-capestro che opprimono la loro libertà, minando alla base le loro coscienze e le loro vite. Il vero il contrario, semmai. Questo piccolo esercito di “furbetti” di stola vestiti la smettessero una volta e per tutte di fare i “santi” di giorno e i “non santi”(per non dire “diavoli”) di notte. Gli incoerenti, i blasfemi, i pesci fuor d’acqua, ecc. ecc. non sono un intero popolo di fedeli ma loro, che, con uno stile di vita che offende Dio e ne tradisce i comandamenti, tentando, vanamente, peraltro, di affossare perfino i valori e gli insegnamenti della tradizione biblica, unica e vera fonte di ispirazione della Chiesa di Gesù Cristo, non fanno altro che mettere a nudo la loro pochezza umana e cristiana. Sarà bene, infine, far capire a certa gente, specialmente a coloro che, per scelta o per vocazione, si ritrovano e si ritrovino a coprire ruoli di responsabilità, non solo in ambito civile ma anche per quanto attiene ai campi della fede e dello spirito, che, se davvero desideriamo invertire la rotta di perdizione su cui certi “stregoni” moderni ci hanno incanalato onde farci perdere di vista gli obiettivi veri e la meta finale della nostra vita, che e rimane quella di essere coerenti con le nostre scelte di uomini e di fedeli, dobbiamo riappropriarci della nostra identità, del nostro essere e saper essere di creature di Dio e ricominciare a distinguere il bene dal male, il buono dal marcio, il verde dal secco. Insomma, se vogliamo davvero liberarci dalle opprimenti e mortificanti pastoie che, fino al momento attuale, ci hanno tarpato le ali, trasformandoci in una sorta di insignificanti fantocci, piuttosto che in protagonisti veri e credibili del nostro vissuto quotidiano, sappiamo cosa fare. E c’è da essere sicuri che, se ci impegneremo sul serio nel raggiungimento di questo grande traguardo, lo raggiungeremo facilmente. Il successo pieno ci è garantito si dalla nostra capacità di discernimento, si dalla vostra forza di volontà, si dal coraggio che avremo nel dire no a chi ci ha ridotto nello stato in cui ci ritroviamo, ma, soprattutto, dall’amore che ha per noi, come singoli e come comunità, dal Maestro per eccellenza, vale dire, per chi ancora non lo avesse capito, nostro Signore Gesù Cristo. Schiavi di noi stessi, non riusciamo più a scandalizzarci, niente più scalfisce le nostre povere coscienze, nessuno scrupolo scalfisce minimamente il nostro misero mondo di false certezze ed idoli fasulli. Rimettiamoci alla sequela di Cristo Salvatore e, un giorno, anche i nostri discendenti ce ne renderanno grazie.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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