Randagismo
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Ercole Del Gaudio : responsabile ‘’ASI’’ regione Campania settore cinofilo agility e ubbidienza.
E’ di alcuni giorni fà , la notizia del ritrovamento ,di un boccone avvelenato, nella periferia del paese, probabilmente esca per cani randagi. Mi è stato chiesto,di esprimere un giudizio sull’accaduto. Mi vengono  allora alla mente le storie di Stellina, e Nerina, i “cani di quartiere†del Comune di Eboli, che un sindaco aveva trasformato da randagi a “cittadini†rispettati, semplicemente applicando la Legge regionale n. 16 del 24/11/2001 e senza toglierli dalla strada, ma sensibilizzando l’opinione pubblica al problema del randagismo: “Quei cani – diceva –  non è vero che non sono di nessuno, sono del quartiereâ€
 Io credo che il randagismo canino sia un serio problema scaturito dalla cultura dell’uomo.  Nonostante i quasi 40.000 anni di stretta convivenza l’uomo stenta ancora a considerare il cane un suo vicinissimo parente, con sensazioni e sentimenti a lui molto simili e con un sistema cognitivo che nulla ha da invidiare a quello di un bambino . Un cane prova dolore, gioia,  paura,  solitudine, nostalgia, tenerezza.
 Credo che il problema del randagismo andrebbe affrontato primariamente in senso culturale: cosa potrebbe costare ad un Comune professionalizzare tecnicamente e psicologicamente dieci operatori in grado di prendersi cura di un branco di cani randagi? Perché non favorire la creazione di forme associative, di cooperative di giovani, di associazioni di volontariato finanziato ad alto livello di competenza etologica, capaci di gestire i cani senza padrone nel loro territorio, senza necessariamente doverli rinchiudere in quei campi di concentramento che chiamano canili?
Ritengo che il problema vada affrontato su questa linea e penso che l’approccio “culturale†sia il solo che possa risultare vincente anche nel rapporto costi/qualità del servizio.
Ercole Del Gaudio : responsabile ‘’ASI’’ regione Campania settore cinofilo agility e ubbidienza.
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