Quinta domenica di Pasqua (A)
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Il timore della partenza imminente e dolorosa di Gesù domina tutto il c. 14 del Vangelo di Giovanni. Gli apostoli provano una grande paura, quella di sentirsi abbandonati a se stessi: “Vado a prepararvi un posto … Del luogo dove io vado voi conoscete la viaâ€. I discepoli si saranno guardati perplessi. Interviene il polemista solito di Tommaso, che vuole tutto toccare e vedere prima di credere: “Signore, ma se non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?â€. E allora Gesù fa una delle autorivelazioni più ricche di tutto il quarto Vangelo; la sua risposta è tra le più lapidarie: “Io sono la via, la verità , la vitaâ€. I discepoli continuano a non capire. Come poteva essere “via, verità , vita†Lui che, angosciato, avrebbe nel Getsemani sudato sangue, e li avrebbe supplicati di consolarlo? Gesù si racconta loro e descrive il suo misterioso rapporto che passa tra il Padre e il Figlio, in termini tanto appassionati che Filippo esplode in quella richiesta ingenua: “Signore, mostraci il Padre e ci bastaâ€. Nel suo entusiasmo un po’ ingenuo, Filippo si aspettava una teofania come quelle descritte nell’Antico Testamento, ma Dio non si rivela più attraverso i lampi e i tuoni, il fuoco e il terremoto: Dio ha preso un volto d’uomo, in Gesù, e d’ora in poi bisogna saper vedere il volto di Dio nel volto di Gesù e nel volto dei fratelli.
Chi ha visto me, ha visto il Padre
La bellezza è una feritoia che ci fa intravedere Dio: dalle cose belle al Creatore di ogni bellezza: “Il bello non è solo ciò che piace: oltre ad essere festa per gli occhi, nutre lo spirito e lo illumina†(Evdokimov). Dio, creando il mondo dal nulla, in sei giorni, compone la sua sinfonia, Exameron, e alla fine di ogni opera, il ritornello: “E vide che era belloâ€. La bellezza più grande è quella dell’uomo, creato da Dio a sua immagine. Ma questa bellezza è sporcata; l’immagine è violata quando l’uomo commette il male. Con l’incarnazione riappare la bellezza di Dio sulla terra. Dio si fa vedere in Cristo, Cristo è il volto di Dio. Questa verità è stata ben compresa dalle chiese orientali, che hanno perciò prodotto quelle splendide icone con il volto di Cristo su uno sfondo tutto d’oro. Accettando Cristo, il volto dell’uomo ritrova la bellezza, quella vera, che nessun estetista può restituire.
Non consideriamo la bellezza un’apparenza, un ornamento, peggio, un pericolo. La bellezza è una fessura che dà sull’Invisibile: “Chi non ammira il bello, non sarà capace di pregare e di amare†(von Balthasar). La fede a volte viene presentata come fatica, rischio, sacrificio; la fede è anche bellezza. Il nostro Occidente, sotto il segno della scienza senza coscienza, della tecnica senza anima, del sesso senza amore, sembra vergognarsi della bellezza. Nell’immaginario collettivo, la donna dev’essere bella, dolce, fragile, piccola, magra, sentimentale; l’uomo invece deve essere rude, forte, potente, attivo, deciso, senza lacrime. E’ un errore! In un mondo senza bellezza, anche il bene perde forza di attrazione, e l’uomo, il giovane, si chiede perché mai deve fare il bene e fuggire il male: non è più eccitante esplorare gli abissi del male? Bello è il pericolo, dicevano i greci; più saporito è il frutto proibito, ci ricorda la Bibbia. Oggi, purtroppo, non solo non amiamo il bello, ma neppure la bellezza del corpo; usiamo, strumentalizziamo, volgarizziamo tutto.
Solo qualche esempio di questo scadimento nel cattivo gusto: bruttissimi giocattoli, mostri, vampiri, musica terribile nel ritmo e nel contenuto, shirt con messaggi provocanti. Un giovane che abbia visto decine di messaggi erotici o violenti al giorno, davvero non si riesce a capire come possa conservarsi “normaleâ€; se ci riesce, o è un “anormale†o un santo! Possibile che siamo diventati ciechi e sordi da non accorgerci che di veleno sono piene le strade, le edicole, il piccolo e il grande schermo! Qualche educatore moderno ha teorizzato che noi dobbiamo conoscere il male per evitarlo! E’ un tragico errore, perché il male è molto più affascinante del bene. I veri educatori, da san Paolo a don Bosco, hanno invece sempre sostenuto che occorre educare per mezzo di messaggi positivi: “Tutto ciò che è bello, buono, artistico, estetico, tutto ciò che ha valore e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri desideri†leggiamo nella lettera di Paolo ai Filippesi.
La bellezza salverà il mondo
Sì, il valore che oggi dobbiamo riscoprire è quello della bellezza. Di bellezza abbiamo bisogno! Di mancanza di bellezza si può anche morire! Dio creatore ha seminato la bellezza qua e là sulla terra, perché il nostro cuore senta nostalgia o rimorso, per quello che abbiamo sporcato o rovinato. La bellezza può liberarci dal nostro spirito rozzo, può restituirci la nostalgia del pulito, dell’eleganza, del buon gusto, in questa società piena di horror e di violenza, di teschi e di contraffazioni, di veline e di messaggi spietati. Iniziamo a degradare il corpo con spettacoli banali, giochi pericolosi, vestiti audaci … e finiamo per abbrutire l’anima con pensieri osceni, desideri inconfessabili, fantasie da mille e una notte. Dagli occhi, alla mente, all’anima! La bellezza, quella del corpo e dello spirito, salverà il mondo, e ci darà una qualità di vita migliore. Purtroppo oggi viviamo in una stagione crepuscolare, però in questa camera oscura della ragione c’è ancora una luce che potrà impressionare il negativo della nostra vita: la luce della bellezza. E’ l’insegnamento del grande Platone e di Agostino. Bene ci ricorda Paul Valéry che “quelle del cuore non sono ragioni, ma sono forzeâ€, e queste, se non sono educate, o esplodono o sono represse, per poi riaffiorare in quello stordimento emotivo, in quelle pratiche rituali e tribali che sono la discoteca, i percorsi della droga, il disinteresse per tutto. Dostoewskij ha scritto che “la bellezza salverà il mondoâ€. Ma attenzione: bellezza è certo un abito firmato, un gioiello di lusso, un quadro di autore; ma bellezza è soprattutto rispettare l’immagine di Dio dentro di noi.
Per contattare: francescogaleone@libero.it