Roma, 22 dic. (TMNews) – Via libera dell’aula del Senato alla manovra economica varata dal governo Monti e alla fiducia posta dall’esecutivo sul provvedimento. I sì sono stati 257 e i no 41. Il decreto diventerà legge dello Stato dopo la firma del capo dello Stato e la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. L’Italia sta affrontando “la crisi a testa alta”. Ne è convinto il premier Mario Monti che, al termine della discussione generale sulla questione di fiducia posta dal governo sulla manovra nell’aula del Senato ha preso la parola suscitando nuove contestazioni dai banchi leghisti. “Libertà “. Ha scandito il capogruppo della Lega, Federico Bricolo, che l’ha invocata “per i popoli del Nord” che dopo la manovra del governo “possono riprendersi la loro libertà ” e anche arrivare a “cambiare i confini degli Stati, che non sono eterni”. Aleggia, quindi, ancora l’icona della secessione e per questo l’emiciclo di Palazzo Madama non ha gradito e ha risposto alle provocazioni del Carroccio, soprattutto da sinistra, con: “L’Italia è una”. “Anche la Padania” hanno replicato i leghisti, inneggiando al Parlamento padano, con un crescendo di toni che a malapena il presidente del Senato Renato Schifani è riescito a smorzare. Poco prima il presidente del Consiglio era intervenuto sottolineando come sia stato messo in atto un lavoro “rapido, responsabile e approfondito, condotto nel rispetto e nella valorizzazione assoluta da parte del governo di questo Parlamento, su un decreto di estrema urgenza che permette all’Italia di affrontare a testa alta la gravissima crisi europea”. Int4