Orologi e Gioielli tra Miti e Leggende
È capitato a tutti di ammirare la vetrina di una gioielleria e di notare al suo interno, oltre che stupendi orologi e gioielli, anche foto di personaggi famosi. Sguardi ammiccanti e sorrisi a volte sornioni, sembrano quasi approvare i desideri e la voglia di lusso di chi vorrà procederà all’acquisto; ma solo se sarà adeguatamente coinvolto e se il Vip di turno, è quello “giustoâ€. Questo risultato, atteso con evidente favore da qualsiasi gioielliere, passa per prima cosa attraverso la ricerca e l’identificazione del testimonial, con l’immagine pubblica più adatta. Ovviamente, anche quella privata ha la sua importanza: sono abbastanza recenti, le revoche di favolosi contratti pubblicitari a rock star, anche di fama internazionale, scoperte ad utilizzare, con una certa disinvoltura, sostanze stupefacenti; in quei casi, le grandi Maison, non hanno mai lasciato correre. Il secondo step, rappresentato dal confronto tra l’identità di chi promuove ed il vissuto del marchio, può riservare delle spiacevoli sorprese. Non è detto, infatti, che un personaggio che sia allo stesso tempo simpatico e stimato, sia anche il più adatto per promuovere una linea di orologi e gioielli, che abbia un forte richiamo all’avventura; né un fisico atletico, può costituire una garanzia di sicuro successo. Insomma, non ci sono ricette scritte, che possano assicurare un ritorno dell’investimento pubblicitario; i creativi devono, piuttosto, procedere a continui adattamenti, se non a veri e propri cambi di direzione. Meglio agire in tal senso, magari d’istinto, che affezionarsi ad un’idea che si è ritenuta vincente e che, invece, sarà la causa dell’insuccesso di un prodotto, seppur dotato di un elevato valore intrinseco e con forti contenuti emozionali.
Se guardiamo ad un recente passato, credo che l’esempio più classico di una perfetta identità , tra un mito del cinema ed un classico dell’alta orologeria, sia quella di Paul Newman con il Rolex Daytona. Newman, durante l’interpretazione nel film “Indianapolis†(The Winning – 1969) del ruolo di Frank Capua, un giovane corridore automobilistico, tormentato per le difficoltà di conciliare lavoro e affetti, indossava un Rolex Cosmograph, che sottoponeva ad ogni tipo di sollecitazioni. Occorre precisare, che la denominazione “Paul Newman†che, da allora, è stata aggiunta al nome ufficiale di questo affascinante orologio di lusso, è un appellativo creato dai collezionisti italiani e non da casa Rolex. Ed è il quadrante che fa la differenza con gli altri Daytona, con una grafica che si alterna su due toni, tra contatori e scale sessantesimali. È evidente, che l’enorme successo di questo modello, va ricercato nella forte personalità di Newman, espressa sia come uomo, attraverso il grande impegno umanitario, sia come attore, con le sue memorabili interpretazioni cinematografiche, che lo hanno eretto come testimonial, quasi inconsapevole, delle caratteristiche di robustezza e di precisione di questa ambita misura del tempo. Oggi Rolex, presenta anche versioni del suo Cosmograph, con caratteristiche così preziose, da essere inserito tra gli orologi e gioielli di fascia elevata; la referenza numero 116599TBR, è veramente notevole: cassa in oro bianco, lunetta con diamanti a taglio baguette, quadrante con pavé di diamante, vetro zaffiro, cinturino in pelle con chiusura di sicurezza e, naturalmente, movimento meccanico a carica automatica, impermeabile fino a circa 36 metri.
Più “bilanciatoâ€, appare il rapporto tra Omega ed i suoi testimonial. George Clooney nel film “The Peacemaker†indossa il Sea Master Planet Ocean, un cronometro con scappamento coassiale, calibro Omega 2500, impermeabile fino a 600 metri; stesso orologio, al polso di Daniel Craig, che interpreta James Bond in “Quantum of Solaceâ€. Naturalmente, Omega si serve anche del gentil sesso per promuovere la propria immagine. Nicole Kidman, bella, elegante e, naturalmente, con ottime doti d’attrice, è stata eletta regina incontrastata della campagna pubblicitaria “My Choice”; a lei sono legati il Constellation con cassa in oro giallo e diamanti sulla lunetta, con movimento al quarzo di precisione e riserva di carica di 32 mesi ed il bellissimo cronografo De Ville Co-Axial, con cassa in oro rosso e diamanti sulla lunetta, con movimento calibro Omega 3313, a carica automatica e scappamento coassiale. Sicuramente, due modelli di orologi e gioielli che disegnano la sintesi perfetta, tra l’esaltazione della micromeccanica, applicata ad un segnatempo e l’esigenza di rappresentare, nel migliore dei modi, le caratteristiche di una pregevole creazione orafa.
Con Leonardo Di Caprio, TAG Heur gioca, addirittura, una tripla carta: dal 2009, l’attore statunitense oltre ad essere testimonial della casa svizzera, ha partecipato attivamente alla progettazione del TAG Heuer Calibro 5 – Automatico – Datario Aquaracer, prodotto in edizione limitata, tanto da dare a questo modello, il suo nome. A questo, si affianca anche la lodevole iniziativa per raccogliere fondi a sostegno del Natural Resources Defense Council e del Green Cross International, due importanti ed influenti organizzazioni che operano per la salvaguardia dell’ambiente.
Anche gli sportivi sono tra i preferiti delle grandi case orologiere. Richard Mille, ha scelto come testimonial il tennista spagnolo Rafael Nadal, che in ogni sua partecipazione ad eventi agonistici, indossa un Richard Mille RM 027, con movimento tourbillon. Per realizzare questo leggerissimo e costosissimo segnatempo (servono ben 500.000 dollari per acquistarlo), sono stati utilizzati materiali di ultima generazione; la linea essenziale, il peso ridotto a circa 20 grammi, il prezzo e l’edizione limitata a soli 50 esemplari, ne fanno un vero e proprio status symbol ma, evidentemente, anche un inappagabile desiderio per molti appassionati. Anche Audemars Piguet, affida la propria immagine ai campi da tennis e lo fa con la tennista Cristie Kerr: con la sua recente vittoria al Locust Hill Country Club di Pittsford di New York, in occasione del Grande Slam, Cristie ha permesso ad Audemars Piguet di essere il marchio di orologi con il maggior numero di vittorie del 2010. Al di là dei successi sul campo, quelli che veramente contano, sono della stessa Audemars: con il suo Lady Royal Oak Offshore Chronograph, calibro A.P. 2385 a carica automatica, con datario e piccoli secondi ad ore 6, cassa in in oro rosa e lunetta con 32 diamanti incastonati e cinturino in gomma con fibbia pieghevole in oro rosa, impermeabile fino a 50 metri pone, in maniera magistrale, un’altra pietra angolare nell’immenso scenario degli orologi e gioielli.
Esiste un’etica che imponga alle grandi case orologiere di cercare un testimonial, senza sottoporre quest’ultimo ad un confronto con il profilo psicologico del proprio marchio, come da qualche tempo si è iniziato a fare? È difficile crederlo, anche perché, per poter ottenere dei risultati utili ed attendibili, gli addetti ai lavori devono, necessariamente, verificare il suo livello di adattabilità con un esame approfondito. Qualcosa di molto più sofisticato, rispetto alle sistemazioni in corso d’opera, di cui parlavo all’inizio. Ma, probabilmente, questo è un falso problema: in rapporto agli accordi di sponsorizzazione, che prevedono compensi di diverse centinaia di miglia di euro, non c’è morale che tenga; tutt’al più l’unico a dolersene, potrebbe essere il cliente finale, magari indotto all’acquisto, non tanto dalla corretta percezione di ciò che desidera, ma dal gradimento che egli riserva ad un certo personaggio e dall’illusione di condividerne gusti e preferenze.
Arkin Jusufi