Obbligo del Pos anche ai professionisti, Ancl Veneto: «Provvedimento inutile e monco»
Venezia, 30 giugno 2014
COMUNICATO STAMPA ANCL VENETO
Nel giorno in cui scatta anche per i professionisti l’obbligo di accettare pagamenti superiori ai 30 euro con una carta di debito, e quindi di dotarsi “nell’eventualità accada” di un Pos, questa legge dimostra subito ciò che l’Ancl Veneto, il sindacato che rappresenta i consulenti del lavoro, dice da mesi: «Un provvedimento di legge che non prevede una sanzione nasce monco, crea solo confusione, e non diminuirà nemmeno di uno zero virgola l’evasione fiscale», afferma Alessandro Bonzio, presidente Ancl Veneto. E aggiunge: «Si dimostra solo di voler colpire mediaticamente ancora una volta le partite Iva, puntando il dito anche contro quelle libero-professionali che del Pos non se ne fanno nulla».
Il decreto, diventato legge il 24 gennaio, infatti “disciplina l’uso di moneta elettronica per i pagamenti di beni, servizi e prestazioni professionali”, ma un professionista (2 milioni di lavoratori autonomi in Italia, in 27 categorie) non è un commerciante. «Noi consulenti del lavoro lavoriamo con le imprese – spiega Bonzio – con cui abbiamo accordi economici regolati con bonifici e perfettamente tracciabili, come perfettamente tracciabili sono tutte le nostre attività ». Ecco quindi che questo obbligo “esteso” diventa una beffa onerosa: solo tenere il Pos ha un costo che varia dai 150 ai 300 euro l’anno, poi ci sono le commissioni bancarie, e in questo mercato stanno entrato anche le compagnie telefoniche con una convenienza da verificare.
Con cortese preghiera di pubblicazione
L’Associazione nazionale consulenti del lavoro – Ancl-Su è il sindacato unitario di categoria. Conta 7mila iscritti fra i 28mila consulenti del lavoro italiani. In Veneto i consulenti del lavoro associati ad Ancl-Su sono mille, metà dei consulenti del lavoro iscritti agli Ordini provinciali della regione.