Numero speciale del “Foglio volanteâ€
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In occasione del Salone Internazionale del libro di Torino, esce un numero speciale del “Foglio volante†come supplemento al numero di maggio 2012. Il numero promuove in particolare i romanzi “Annuvolata†di Giuseppe Campolo e “Chi ha conosciuto Bosco Nedelcovic?â€. Quest’ultimo è firmato da diciassette autori diversi ed è “assemblato†dallo stesso Giuseppe Campolo, con lo pseudonimo di Samideano.
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Da dove viene Samideano?
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Era un sostantivo, quando l’ho conosciuto, quasi privato. Gli esperantisti si davano del samideano. Scrivevano: Kara samideano Amerigo Janakono. Come noi avremmo detto: Caro amico Iannacone. E amico è una parola bella. Ma samideano significa: amico con gli stessi intenti; e questo mi commosse. Io stesso, tutta la vita ero stato un samideano, e cioè avevo l’istinto della collaborazione armonica, ma mi appellavo semplicemente amico, per ignoranza. E così il sostantivo mi sembrò che mi definisse in questa mia tonalità d’essere. Diventai Samideano. Mio pseudonimo, ormai per sempre. E ora personaggio.
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Un romanzo atipico
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Chi ha conosciuto Bosco Nedelcovic è romanzo atipico, sorprendente in ogni capitolo, in ogni pagina, con personaggi speciali, fortemente caratterizzati e sempre interessanti. Voli cronologici e geografici, fervida immaginazione e puntate nel surreale, orchestrano una sorta di malia espressiva, in un clima di spiritualità panica che sviluppa accenti di autentica poesia.
Qui il crociano canone dell’unità di stile viene sfidato e confermato insieme. Vi sono inglobati racconti di ben quindici autori diversi, in tutta la loro peculiare varietà ; eppure, magistralmente uniti da un refe dalla cucitura fantasiosa e sicura, diventano un unico corpo narrativo solido ed esemplare, ricco e originale. Come se la realtà fosse esplosa nelle sue contraddittorietà e poi ricomposta demiurgicamente in un cosmo nuovo. Un esperimento letterario rischioso e perfettamente riuscito, con brivido, come un triplo salto mortale. Giuseppe Campolo, che ne è il tessitore magico, non è nuovo a queste sorprese avvincenti e, non soltanto letterariamente, trasgressive.
Ammirevole come, nel contesto rigorosamente narrativo e nei gustosi dialoghi, siano amalgamate, con misurati e lievi accenti lirici, riflessioni che toccano, con precisione critica, aree che definiremmo sociali, filosofiche, metafisiche; e ciò senza ombra di retorica, di espressioni scontate, ma con raffinato virtuosismo stilistico. Persino là dove, per frantumazione mentale, sconfina in aree che siamo soliti concepire astrattamente e nebulosamente, ci raggiungono visioni di altri spazi coscienziali e supermondi in vere e proprie sequenze cinematografiche con effetti speciali.
Amerigo Iannacone
Samideano, Chi ha conosciuto Bosco Nedelcovic?, Ed. Eva, Venafro 2012, pp. 296, € 16,00.
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Piccoli editori, non demordere
È noto che la piccola editoria opera in Italia in condizioni molto difficili. si legge poco è il lamento del coro. Ma si analizza questo dato? Si riconsidera l’idea, ormai duro pregiudizio, che le grosse vendite sono favorite da un “prodotto†confezionato secondo il “gusto del pubblico� Che presunzione, pretendere di schematizzare il gusto e l’intelligenza! Pure la scelta dei libri da pubblicare non è generalmente orientata dalla qualità letteraria. E questo è un attentato alla letteratura e alle nostre menti, Sulla scia della progressiva degradazione della società .
I lettori sono incalzati dall’arroganza dei canali pubblicitari, che lo fanno tutt’altro che liberi nella scelta. Impongono i menú le grosse catene di distribuzione cui accedono i grandi
editori (che il piú delle volte ne hanno di proprie) e a cui i piccoli editori non riescono ad affacciarsi, per quanto il loro lavoro possa essere meritorio, accurato e attento ai valori della cultura. Non solo, ma distribuire un libro attraverso le reti classiche, senza potersi permettere una martellante campagna pubblicitaria, risulte-rebbe inutile. Il libro non sostenuto, quand’an-che arrivasse in tutte le librerie, non avrebbe equità di trattamento: non verrebbe messo in vetrina o sul banco, ma in fondo a uno scaffale, da dove il commesso lo andrebbe a prendere solo se avesse una richiesta specifica.
Eppure, quel libro, potrebbe essere una scoperta importante, significativa, di rile-vanza culturale e sociale. Qualcuno si pre-occupa di questa perdita di civiltà ?
Una mano oggi, a chi non ha la disponibilità economica per imporre all’at-tenzione un libro o un autore, la dà la rete. Perché la rete è democratica e dà voce a tutti, anche a chi non ha voce e il codice ISBN mette in un certo senso tutti sullo stesso piano.
Noi non demordiamo.